MARCHESE: “Catania scelta di cuore. Spero di allenare un giorno, quando sono triste mio figlio mi fa dimenticare tutto”

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Giovanni Marchese

Giovanni Marchese, uno dei calciatori più rappresentativi del Catania, ha rilasciato un’intervista al format televisivo ufficiale “Piacere Calcio Catania”, in onda su Ultima Tv, parlando prevalentemente di famiglia e altre curiosità legate alla vita privata. Ecco quanto evidenziato da TuttoCalcioCatania.com:

“Sono nato a Delia, ma Catania mi appartiene anche per una scelta di cuore. La Sicilia è la mia terra. La moglie, Elisa, è catanese. Ci siamo conosciuti nel 2010, a quei tempi ho avuto a che fare con un brutto infortunio, la rottura del crociato. Quindi era un periodo non bellissimo professionalmente per me, prima di sposarci nel 2012 e della nascita di Calogero. Mio figlio non sempre segue il pallone. Adesso le sue priorità sono le macchinine, i giocattoli. E’ normale. Mi piacerebbe che facesse il calciatore ma lo lascerei libero nelle scelte. L’importante è che lui sia felice”. 

La famiglia? Spesso e volentieri siamo vicini, anche perchè la distanza non è notevole, circa 15 minuti da Catania. Il mio rapporto con la moda? La priorità è rappresentata dai vestiti del bambino. Poi vengono gli abiti della moglie, infine i miei. Mi piace vestire comodo, sportivo. Non sono un patito della moda. Spesso esco con mia moglie, mi piace consigliarla nella scelta dei vestiti. Un pò di gelosia c’è sempre stata nel nostro rapporto, adesso sono un pò meno geloso rispetto al periodo di fidanzamento. La gelosia deve essere ben dosata”.

“I compagni più simpatici nel momento del buongiorno? Ci sono tanti personaggi. Penso in particolare a Russotto, Aya… cosa faccio quando sono triste ed arrabbiato? Il bimbo mi fa dimenticare tutto. Quando si perde la partita è dura però, non ho neanche voglia di uscire o di comprare semplicemente il pane. Per noi calciatori il cuore è a pezzi, credetemi è veramente un’esperienza molto brutta e non lo dico tanto per dire”. 

“Siamo un bel gruppo quest’anno. Tutti puntiamo ad un unico obiettivo perchè la città non merita calcisticamente la C. Non lo meritano i tifosi, la società ed il nostro gruppo. Come procede lo studio per avere il patentino Uefa B? Stavo studiando, adesso sono più concentrato sul bambino. E poi ho ancora qualche anno di contratto. Mi piacerebbe però fare l’allenatore in futuro. Spero di potere allenare un giorno e di essere una giuda importante per i giocatori”.

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