RIPA: “Il gol? Non importa chi segna, basta portare il Catania in B. Il calcio la mia vita, l’ho capito a 19 anni”

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Francesco Ripa

Nel corso della trasmissione Piacere Calcio Catania, in onda su Ultima Tv, c’è stato spazio anche per le parole dell’attaccante rossoazzurro Francesco Ripa. Ecco quanto evidenziato da TuttoCalcioCatania.com:

“I calciatori hanno la ‘cazzimma al sud’, più fame e voglia di emergere probabilmente rispetto a molti giocatori del nord. Che bimbo ero? Un pò vivace. Già da piccolo mi piaceva giocare a calcio, rompevo un pò di cose a casa. Utilizzavamo anche le palle di carta con mio fratello pur di giocare, in questo caso la la mamma si scocciava meno. Ho capito a 19 anni che il calcio fosse davvero la mia vita. Ero alla seconda stagione alla Battipagliese. Primo anno caratterizzato da sei mesi con la Primavera, poi a gennaio il passaggio in Prima Squadra. Il secondo anno è stato il momento in cui ho capito seriamente di volere fare il calciatore”.

“Io ho sempre militato in Serie C, sono contento di quel che ho fatto. Da piccolo sono stato operato all’anca, ho una gamba più corta ed una più lunga. Problema dovuto alla nascita non curato bene. A 7 anni mi sono operato tagliandomi la testa del femore. Mi davano una partita al mese, quindi oggi sono molto contento del percorso portato avanti. Nessuno mi ha dato la fiducia necessaria per effettuare il salto di categoria, però non ho particolari rimpianti”.

“Il cappello? Sin da piccolo lo indosso, non per mascherare il fatto che non abbia capelli. Forse mi dà un senso di sicurezza, io ed il mio cappello siamo inseparabili ormai. La gioia più grande della mia vita? Sicuramente la nascita di miglia figlia Carol che ha 6 anni, un’emozione che auguro di provare, significa anche aumento delle tue responsabilità. Cosa mi piace fare fuori dal campo? Non mi piacciono le serate fuori, sono un tipo vecchio stampo. Preferisco stare a casa con la mia ragazza a Catania, seguo le partite e fortunatamente piacciono anche a lei. A Battipaglia la priorità è mia figlia e la famiglia”.

“Cosa farei se segnassi un gol decisivo per la promozione del Catania in Serie A? Potrei pure morire. Soprattutto nel mio caso, non avendo ancora segnato al ‘Massimino’. Sarebbe bellissimo, una gioia immensa. Questo stadio, poi, ti trasmette emozioni da Serie A. L’importante è arrivare all’obiettivo finale. Poi che sia io o qualcun altro a siglare la rete decisiva, poco conta. L’obiettivo è portare i rossoazzurri in Serie B”.

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