LO MONACO: “Catania e Pinto li volevamo già a gennaio. Si riparte dal gioco. Gol subiti ad Avellino per blocco mentale. Risanamento a buon punto, i nostri tifosi…”

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Conferenza stampa di presentazione dei neo acquisti Giovanni Pinto ed Emanuele Catania a Torre del Grifo. Riportiamo di seguito le parole dell’Amministratore Delegato Pietro Lo Monaco in sala stampa:

Emanuele Catania è un catanese puro sangue, giocatore importante come anche Pinto. E’ felice di riappropriarsi della sua catanesità. Qualcuno all’inizio ha storto un pò il naso per via dell’età. Qualche testata nazionale ha scritto che noi avessimo una squadra di vecchietti, dimenticando che in rosa ci sono anche Biondi, Noce, Furlan, Pinto, Saporetti, Welbeck. Tutti giocatori in piena infiorescenza fisica. Ma non ci siamo mai curati di questo. Emanuele ha voluto fortissimamente questa maglia, noi siamo stati felicissimi di accoglierlo. Sono sicuro che darà e si prenderà tante soddisfazioni. Già a gennaio lo stavamo prendendo, poi per una forma di rispetto anche verso il Siracusa che lottava per la salvezza abbiamo lasciato perdere. Per me la carta d’identità non esiste. Oggi mi sembra molto più ragazzino di chi è effettivamente ragazzino nel gruppo. Ha condizioni fisiche e mentali efficienti, possiede qualità tecniche, un grande cuore. Non dimenticate che io l’ho portato in B quando era ancora giovane. A quei tempi fu un’operazione di mercato importante. Forse sbagliammo ad abbandonarlo a se stesso. Se gli fossimo stati vicini avrebbe avuto una carriera migliore, anche se ha vinto ben sei campionati e non è facile. Anche Giovanni avevamo provato a prenderlo già a gennaio. Adesso è un nostro tesserato e questo ci rende soddisfatti al 100%”.

“Mihajlovic? Penso si sia speso un fiume di parole sull’uomo. Lo scorso anno ha fatto un miracolo a Bologna, simile a quello di Catania. Lui in queste cose eccelle, è un allenatore importante. Adesso penso che stia dando un grande esempio a tutti. Colpito da una malattia la sta affrontando con una determinazione incredibile. La sta prendendo a schiaffi e non è assolutamente facile. Non vi nascondo che difficilmente mi emoziono, ma quando parlo di lui mi viene un groppo alla gola. Domenica quando ho saputo che andasse a seguire la propria squadra dalla panchina mi sono commosso. Vedendolo lì a bordo campo gli leggevo il pianto che tratteneva a fatica. Sono sicuro che lui sconfiggerà questa malattia e ritornerà ad essere l’allenatore importante che tutti abbiamo imparato a conoscere e l’uomo importante che ha dato tanti esempi di grande comportamento. Non posso fare altro che sentirmi assolutamente vicino e gridargli sempre con tutta la forza possibile ‘Forza Sinisa che anche stavolta ce la farai’“.

“Bilancio rossazzurro dal mio rientro? Il primo anno non lo metto nel conteggio perchè fu troppo particolare con tanti punti di penalizzazione ed una realtà al limite del precipizio. Abbiamo fatto tutto quello che c’era da fare. Nei due anni seguenti, checchè ne dicano i soloni negativi e quelli che anche dopo Avellino si permettono di criticare squadra e tutto il resto, abbiamo raccolto 154 punti e siamo usciti dalle semifinali Play Off senza perdere. Sono numeri importanti ma siamo incappati in un campionato che rappresenta delle autentiche sabbie mobili. Quest’anno abbiamo messo un punto. Negli anni precedenti il Catania ha allestito delle rose competitive, la scorsa stagione non c’era uno che non dava per strafavorito la nostra squadra. Eppure è venuta fuori la Juve Stabia, nel contesto di un campionato anomalo. Noi siamo entrati in ballo quando già la Juve Stabia era a +15 in classifica. Inizialmente eravamo in B, poi ci siamo ritrovati in C. Sono cose che incidono, ma abbiamo fatto il massimo. Adesso siamo ripartiti con l’esigenza di riappropriarci di un proprio terreno, il 4-3-3, non rinunciando ad esprimere gioco. A differenza degli altri anni in cui pensavamo più alla salvaguardia del risultato in funzione di tattiche utilitaristiche. Bisogna avere rispetto dell’avversario ma non temere nessuno. La nostra idea è quella di puntare forte sul gioco per cercare il risultato. Poi se troviamo avversari che ci mettono sotto, tanto di capello. Io non ho nulla da togliere ai due precedenti allenatori, ma cercavamo un tecnico con vocazione offensiva ed abbiamo scelto Camplone, puntando sulla sua voglia d’imporsi. Sicuramente è un’occasione importante questa per lui come per i nostri giocatori. Chi ben comincia è a metà dell’opera. Ben venga la prossima gara contro un avversario duro, ostico come la Virtus Francavilla. La metto subito dopo le pretendenti alla vittoria finale, potrebbero battere chiunque. Prendiamo l’avversario con le dovute cautele. Questa partita ci darà ulteriori risposte”.

“Pecorino? Va via in prestito con diritto di riscatto ed una percentuale sulla futura rivendita. E’ un 2001, un potenziale nostro. Se una squadra di A me lo chiede, lo paga per un ragazzino. Intanto via a titolo temporaneo, poi ci sarà tutto il tempo per valutare. Se decidi di prenderlo, me lo paghi per un calciatore giusto. Cedendo Pecorino, in avanti abbiamo anche Rossetti, mentre Barisic si sta già allenando con la squadra. Aggiungiamo Di Piazza, Curlale, Sarno, Di Molfetta… anzi dobbiamo cercare ancora di sistemare Brodic e Liguori, che è un altro ragazzino di buon valore e mi sembra giusto che giochi con continuità. Vorrei rimarcare il grande lavoro fatto per quanto attiene il settore giovanile che sta cominciando a dare frutti. Quando io dico che il Catania è tornato, mi riferisco alla considerazione generale, al fatto che è una società forte che incute rispetto da parte di tutti. E’ tornato in tutti i punti organizzativi. Ben quattro ragazzi li abbiamo ceduti in Serie A. Significa lavoro di assoluto livello. Se dovessimo riuscire a sistemare quei 3-4 calciatori che necessitano di giocare, il monte ingaggi sarebbe sulla falsa riga dello scorso anno“.

“Avellino-Catania? Mi sono incazzato per il 3-6. Perchè si può mollare come corsa quando hai un vantaggio netto, ma non nella testa. Noi siamo diventati immobili mentalmente. Gli abbiamo consentito di fare tutto quello che volevano e questo non fa onore alla squadra. Ed è un peccato perchè il Catania ha operato bene. Non bisogna mettere nella condizione un reparto di passare come se avesse problemi in una giornata felice. Si può mollare gestendo la palla, non affondando più con decisione però l’attenzione a non concedere niente non si deve perdere mai. Paragoni con il Catania Marino? Ci sono delle analogie. Quella squadra giocava con Mascara e De Zerbi esterni, Spinesi là davanti. Di Molfetta richiama proprio Mascara sotto tanti aspetti, come Sarno De Zerbi, mentre Di Piazza fa il bomber di professione. Quella formazione non aveva però i ricambi di questa. Se nel Catania attuale non giocano i tre sopra citati puoi schierare tranquillamente Catania, Curiale e Mazzarani o Barisic quando sta bene. Garantendo lo stesso potenziale. Sarno porta palla troppo spesso? Bene così. Deve dribblare, a patto che lo sviluppo del gioco superi l’aspetto egoistico. Chi ha una base tecnica è chiamato a far defluire il gioco più velocemente possibile, quindi il giocatore tecnico con una giornata di prima snellisce il gioco e lo fa diventare più efficace. Attenzione a non diventare monocorde però”.

“Campionato di Serie C normale quest’anno? Si sono fatti i ripescaggi, chi al 25 di luglio non era nelle condizioni di rispettare i criteri infrastrutturali non è stato ammesso, mi riferisco al Cerignola anche se c’è un giudizio in corso. Quasi tutte le squadre mi sembra che abbiano il loro campo. Dovremmo sensibilizzarci tutti nel provvedere ad avere dei terreni di gioco all’altezza della situazione perchè è là che si svolge la competizione e può essere falsata. Continuo a vedere qualche campo in condizioni precarie, anche se mi pare ci sia un buon andamento generale. Siamo una Lega professionistica, quindi dobbiamo rispettare determinati requisiti. Le condizioni del ‘Massimino’? Purtroppo il caldo di questi mesi è stato micidiale. Il manto ne ha risentito, ma adesso siamo in ripresa. E’ stata fatta una risemina ad hoc. Abbiamo avuto dei guasti all’impianto che ora sono quasi riparati. Nuove divise? C’è un problema annoso con lo sponsor tecnico che si prende i suoi tempi allegri per le consegne, aspettiamo che ce le spediscano”.

Risanamento? Ho quasi pagato tutto. Quindi sono un pò , come si dice, in deflessione nervosa (ride, ndr). Si viveva uno stato d’animo di vicinanza continua al precipizio in questi anni. Ora invece sarebbe delittuoso scivolare perchè abbiamo quasi rimesso in piedi tutto e non abbiamo più ricevuto punti di penalizzazione. Vorrà pur dire qualcosa. Siamo una società oggi in pieno sviluppo. Io non ho mai messo a repentaglio la vita dell’azienda. Non posso stare dietro a chi spende 10-12 milioni di euro. Io so quello che può spendere il Catania e cerco di fare le nozze coi fichi secchi riuscendo comunque a mettere in piedi degli organici importanti. Non guardo chi per lo stesso obiettivo spende tre volte tanto perchè devo completare un percorso di risanamento. E’ un puzzle che va curato nei dettagli. Il mercato lo devo fare sempre con un occhio al bilancio e l’esigenza di potenziare la squadra. 1+1 deve fare 2, non 2.5. Quest’anno siamo partiti senza grandi intoppi ma c’è una competizione diversa dagli altri anni. Ben 6 squadre in lotta per il rimo posto: Bari, Catanzaro, Reggina, Ternana, Teramo, noi. Aggiungiamo quelle 2-3 alternative che possono battere chiunque come Potenza, Virtus Francavilla, Monopoli e Sicula Leonzio. Il campionato si è livellato in alto, c’è più competitività e quindi gli scivoloni possono capitare. Chi ne farà meno la spunterà”.

“I nostri tifosi? Ad Avellino mi ha fermato una volante della polizia. Ero in autostrada. Mi hanno chiesto se fossi dirigente del Catania e dei tifosi che avrebbero sfasciato un autogrill qualche ora prima. Io ho risposto che lui non doveva permettersi di dire quelle cose. Mi ha minacciato di arrestarmi e di denunciarmi per calunnia, ho ricevuto una multa per guida senza cintura, in realtà l’avevo tolta esattamente nel momento in cui sono stato fermato. Questa cosa di dire che i nostri tifosi fanno casino per partito preso è diventata una barzelletta ormai. Io sono contento che siano andati ad Avellino, vuol dire che c’è un’apertura e spero sia così fino alla fine del campionato. Mi preoccupo solo di dire ai nostri tifosi che si facciano apprezzare per la qualità del tifo e non per qualche atto d’intemperanza“. 

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