SCIUTO: “Catania, serve umiltà. Lasciamo lavorare il tecnico. Con Marino entrammo nella storia…”

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Catania stemma

A più riprese ha vissuto esperienze tra le fila del Catania, a cominciare dagli anni ’80, nelle vesti di calciatore fino a lavorare come vice di Pasquale Marino. Angelo Sciuto ha ricordato anche alcuni dei momenti salienti in rossazzurro attraverso un’intervista concessa al quotidiano La Sicilia. Ne riportiamo di seguito un estratto:

“Il mio approdo al Catania nel 1988? Sotto la gestione Attaguile. Mi chiamò Melo Russo che aveva fatto benissimo. Durante la stagione subentrò Sormani, grande persona ed allenatore carismatico. Cercavamo di riemergere lasciando la C1, si costruivano grandi squadre ma non si vinceva. C’era troppo disfattismo, troppa gente che parlava e subentravano gli insuccessi. Se si scelgono allenatori e giocatori bravi bisogna dargli spazio, fiducia e tempo“.

“Nel 1994 tornai al Catania nei dilettanti, vincemmo il campionato a Gangi. C’ero anche nel 2006, ero il vice di Marino ed entrammo nella storia conquistando la promozione in A. Fu un grande campionato. Marino resta uno dei migliori in Italia. Morimoto era sotto la mia ala protettiva, Spinesi un simbolo di umiltà e gol che pesavano, Mascara e Baiocco campioni veri. Caserta esplose, era un fuoriclasse ed ha personalità, merita di allenare in Serie A”. 

Chiusura sul Catania di oggi: “Guardiamo la realtà, il campionato è difficile. Non contano nomi e blasone, occorrono lavoro e corsa. Serve umiltà, lasciamo lavorare l’allenatore“.

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