GALIGANI: “B a 40 squadre? Ecco con quali modalità. Serie C, altro che difficoltà nel rispetto del protocollo…”

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Vittorio Galigani

Vari trascorsi da dirigente nel calcio italiano, ad esempio nelle società di Milan, Cagliari, Pescara e Ternana per Vittorio Galigani. Tramite il blog graffisulpallone.com, conferma la possibilità di una Serie B a 40 squadre soffermandosi sulle eventuali modalità della stessa e non solo. Riportiamo di seguito alcuni estratti del pensiero di Galigani:

“Quale sarà il nuovo format? Serie A venti squadre. Serie B 40, suddiviso in due gironi. Optare per il centro/nord e centro/sud risulterebbe essere una scelta intelligente (non guasta mai) in chiave risparmio spese generali. Al di sotto tutto dilettantismo con una governance della Lnd. Una terza serie (Elìte) defiscalizzata suddivisa in tre gironi da 20 squadre. E poi, ancora più sotto serie D. Eccellenza, Promozione e giù sino alla terza categoria”.

“La composizione del secondo girone della B? Le migliori 20 delle classifiche cristallizzate della attuale Lega Pro. Che ne abbiano titolo in riferimento al piazzamento, alle infrastrutture, al parametro di indebitamento. Che siano in regola con il pagamento degli stipendi e dei contributi. Quelle in grado di offrire garanzie fidejussorie bancarie nell’ordine di oltre un milione di euro. A tal proposito mi domando se, con la crisi che sta attraversando il Paese, sarà possibile arrivare al numero, prestabilito, di venti. Nella ripartizione della mutualità (ex Melandri) la serie B salirebbe al 10%. Il sei già assegnatogli attualmente dalla legge, con l’aggiunta del 2 ora appannaggio della Lega Pro ed un ulteriore 2 giratogli dalla serie A (le società della massima serie, gratificate dal plus valore attribuitogli nei pesi elettorali, non potrebbero opporsi). Balata, in tal modo, avrebbe disponibili 120 milioni di euro (niente male) per accontentare i club della sua cadetteria”.

“Il campionato di Elìte sarebbe composto dai rimanenti 40 club della attuale Lega Pro, dalle virtuali prime classificate negli attuali gironi di serie D e da 11 “ripescate” individuate attraverso una apposita graduatoria di merito. I vincitori di questa terza serie, divenuta dilettantistica soltanto per opportunità finanziaria (la tanto auspicata e mai raggiunta defiscalizzazione), accederebbero direttamente al professionismo di Serie B”.

“Diminuiscono a 60 i club professionistici, si riduce anche il numero dei calciatori con quello status. L’associazione calciatori non deve tirare oltre la corda. Diversamente il sistema rischia di implodere! Le ultime avvisaglie? Catania, Casertana e Siena, prima del sopraggiungere del virus, non sono state in grado di far fronte alle scadenze dello scorso febbraio. Oggi, la maggior parte dei club di terza serie non vogliono tornare a giocare per non pagare gli ultimi quattro stipendi (e oneri riflessi) ai tesserati. Manca la liquidità. Ed allora di cosa stiamo parlando!! Altro che difficoltà imposte dal difficile rispetto del protocollo sanitario”.

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