CRISI CATANIA: le parole ormai non servono più, SIGI smentisca con i fatti i timori della piazza

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L’acquisizione (tramite la procedura competitiva indetta dal tribunale fallimentare) da parte della Sport Investiment Group Italia (SIGI) del Calcio Catania in quel caldissimo 23 Luglio 2020 aveva offerto una chance di sopravvivenza alla matricola 11700, infondendo nuovo slancio e vitalità ai tifosi rossazzurri. Purtroppo però ad un anno e mezzo di distanza da quel giorno si sono succedute talmente tante vicende extracalcistiche che dagli onori ed elogi iniziali per una scelta priva di logica e razionalità imprenditoriale si è arrivati alla consapevolezza odierna che l’attuale gestione societaria sia una delle peggiori dei 75 anni di storia rossazzurra.

Tra pecche comunicative, iniziative di dubbia fattibilità, dichiarazioni puntualmente smentite, false promesse ma soprattutto una reale mancanza di progettualità sia sportiva che economica, le ambizioni di rinascita dell’Elefante sognate ed accarezzate poco più di 14 mesi fa hanno progressivamente fatto spazio alla dura realtà ed allo scoramento di una tifoseria sempre più rassegnata verso una fine che oramai appare inesorabile. Ovviamente quello che tutti i tifosi etnei chiedono è di fare chiarezza una volta per tutte, capire se effettivamente vi siano i mezzi e la volontà da parte di tutti di continuare il percorso o se invece sia arrivato il momento di staccare la spina e terminare questa avventura consegnando ancora le chiavi al tribunale fallimentare.

I tesserati del club stanno continuando a fare il proprio dovere lavorativo pur non percependo un euro (ai calciatori finora è stata corrisposta solo la mensilità di Luglio) ed anche i tifosi stanno facendo la loro parte sostenendo ininterrottamente la squadra. Ma se ad inizio stagione non si aveva la certezza (o volontà) di terminare in tranquillità la stagione, perchè la squadra è stata iscritta al campionato incappando poi in penalizzazioni in classifica, messa in mora dei giocatori e perfino la possibilità di esclusione dal torneo? Perché non si hanno avuto il coraggio e la dignità professionale di dire basta consentendo alla piazza di resettare e ripartire da zero con un progetto realmente serio ed efficace?

Alla luce del percorso sin qui mantenuto dalla SIGI l’idea iniziale del “salvataggio come atto d’amore” è stata sempre più accantonata verso altri orizzonti e dunque la preoccupazione dei tifosi è che ormai si sia davvero posta la parola fine sul futuro del club di Via Magenta. All’attuale proprietà non resta che smentire con i fatti (attraverso il pagamento entro l’11 Novembre di tutti gli stipendi arretrati e la ricapitalizzazione per l’intera stagione) i timori della piazza, dimostrando una volta per tutte che quel 23 Luglio il cuore abbia davvero prevalso sull’istinto imprenditoriale.

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