ESCLUSIVA – Lugnan: “A Palermo mi vedevano inizialmente come il nemico arrivato da Catania. Derby, aspetto psicologico fondamentale. I rossazzurri hanno più bisogno di punti”

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Allena da 16 anni ed è allenatore professionista Uefa A dal 2016. Parliamo di Luca Lugnan, in cerca di un progetto importante per ripartire. Figura certamente tra i principali doppi ex di Catania e Palermo. Con i suoi gol, infatti, ha contribuito ad alimentare sogni e speranze delle opposte tifoserie. Lo abbiamo sentito telefonicamente in vista dell’atteso derby siciliano:

Luca, il tifoso catanese è pronto a sostenere il Catania nella partita più importante della stagione.
“Motivo in più per il Catania per cercare di far suo il derby in questa situazione societaria difficile. Bisogna solamente fare attenzione a livello motivazionale, non ricercando alibi nel caso in cui le cose non andassero bene. Inconsciamente magari uno mette le mani avanti, invece bisogna cogliere la palla al balzo per sfruttare questa occasione che può essere molto motivante per i giocatori e la città. Vincere un derby è importante in termini di morale, dà entusiasmo. I tifosi si attaccherebbero ancora di più alla squadra nonostante i problemi”.

Peso psicologico più rilevante per il Catania o per il Palermo in questo momento secondo te?
“Il Palermo sarà estremamente carico vista la classifica ma il derby è una sfida a parte, extra campionato. Gara speciale dove indipendentemente dalla posizione di classifica le due squadre si prestano a dare il massimo perchè sanno benissimo quanto conta per la propria gente. Potrebbe essere una situazione da curare soprattutto sotto l’aspetto mentale e molto di più da parte del Catania vista la situazione societaria che sta vivendo. Dovrà essere bravo Baldini in questo. Il Palermo deve fare attenzione perchè troverà una squadra concentratissima, affamata, con tante motivazioni. I problemi del Catania genereranno ancora più cattiveria nel Catania e bisogna che i rossazzurri la sfruttino a favore, il Palermo arriva più sereno per la classifica e la consapevolezza di avere un gruppo più forte sulla carta. Inconsciamente però questo aspetto potrebbe penalizzare il Palermo. Se io fossi il tecnico del Palermo li picchierei in testa per l’intera settimana, evitando pasticcini e tarallucci ed il pensiero di essere più belli e bravi perchè il Catania sarà sicuramente motivato. C’è un gioco di equilibrio a livello psicologico che va sfruttato e lavorato da ambo le parti. Per assurdo allenando il Catania da una parte devi fare un pò più il pompiere perchè i giocatori sanno già l’importanza della gara e non c’è bisogno di massacrarli tutta la settimana. Al contrario il Palermo devi massacrarlo tu allenatore. Aspetto motivazionale completamente diverso per il Palermo dove le cose vanno meglio ed hai magari più qualità nella squadra, questo dice la classifica”.

Quali risvolti potrebbe avere per il Catania un’eventuale vittoria del derby?
“Può rappresentare una spinta in più a livello societario e di spinta del pubblico, come squadra nessuno ti potrà rimproverare nulla. Se lo vinci entri nella storia. L’aspetto agonistico è la prima cosa che conta nei derby, prevale su quello tecnico. Non bisogna andare in campo però con una scusa a priori se le cose non andassero bene. Non bisogna cercare alibi perchè per la gente è la partita più importante dell’anno. C’è solo questa partita e non esistono i problemi societari”.

Nel Catania si sta mettendo particolarmente in mostra Moro con 16 gol. Da ex attaccante cosa ne pensi?
“Sono tanti gol. Il giocatore è di proprietà del Padova ma cercherà sulle ali dell’entusiasmo di fare più gol possibili per il Catania perchè ne va della sua carriera, del suo futuro. E’ un peccato che non sia del Catania ma indossa comunque la maglia del Catania e farà il meglio per se stesso soprattutto. Quando uno dà il massimo per se stesso indirettamente fa anche il bene della squadra. Lui sicuramente seguirà la classifica marcatori, non sarà contentissimo delle problematiche societarie ma egoisticamente un attaccante alla fine dell’anno conta il numero di gol fatti, le prestazioni e poi se lascerà un buonissimo ricordo, come sta facendo, sarà un vantaggio per lui un giorno qualora tornasse a Catania, dove sarebbe sempre il benvenuto. Se fai una ventina di gol con la maglia del Catania è sicuramente un bel biglietto da visita”.

Hai qualche aneddoto sui derby giocati con Palermo e Catania?
“Al Cibali ricordo quando feci un riscaldamento tra i fischi con la maglia del Palermo. Quando indossavo la casacca del Catania, invece, Biffi mi ruppe l’orecchio con una gomitata e fu espluso. Sono state delle battaglie con entrambe le maglie. Tutto molto bello. Ricordo le coreografie, c’erano sempre 20mila spettatori. Ho fatto gol in entrambi i derby con entrambe le maglie e le due piazze mi ricordano con affetto. Sono soddisfazioni personali, io sul campo sono sempre stato un tipo sanguigno. Era la mia indole quella. La mia soddisfazione era vincere le partite e far bene per la squadra, poi se riuscivo a far gol ero doppiamente contento. Averlo fatto nei derby con entrambe le maglie non è da tutti”.

Difesa del Catania in difficoltà, si possono azzerare questi limiti nel derby?
“Considerando l’importanza della partita e conoscendo Baldini, che è stato mio compagno  di squadra alla Lucchese per tre anni ricoprendo il ruolo di difensore, sicuramente avrà curato con attenzione i dettagli difensivi. Ma devo dire che mi fa strano che lui applichi un calcio offensivo. E’ importante curare l’aspetto difensivo perchè poi quando prendi gol in un derby non è facile recuperarlo. Bisogna cercare soprattutto di sistemare la fase difensiva, anche perchè se hai giocatori importanti là davanti il gol lo fai. Spesso, inoltre, il Catania ha perso punti nei finali di gara, magari per la paura di vincere. Le partite finiscono sempre al 95′. In quel momento la squadra deve essere più coesa e compatta, quando c’è da buttare un pallone in Tribuna lo si deve fare. E’ troppo importante portare a casa il risultato quando giochi con la maglia del Catania. Ed il risultato a Catania è più importante del bel gioco. Fa piacere il calcio spettacolo al tifoso catanese ma le vittorie e la classifica sono la cosa più importante. Se giochi un derby bellissimo, fai calcio spettacolo e perdi, i tifosi si ricorderanno il derby per la sconfitta”.

Il derby si vince durante la settimana di lavoro?
“Sì ma poi lo risolvono i giocatori con gli episodi la domenica. Bisogna aspettarsi una partita difficile, dove gli equilibri verranno rotti da una giocata del singolo, da una palla inattiva. Nei derby credo poco nel calcio spettacolo stile inglese, partita troppo sentita per poterla giocare a viso aperto rischiando. Io la preparerei sull’avversario, valuterei anche le potenzialità della squadra che ho di fronte lavorando sui loro punti deboli ed i miei punti forti cercando di non andare come i kamikaze, anche se a me piace una squadra aggressiva, corta, che morde. Sempre con equilibrio. Sono partite particolari i derby, ma basta una giocata e lo risolvi, anche un dettaglio può fare la differenza”. 

Qual è stato il momento più significativo con entrambe le casacche?
“Quando ho esordito a Palermo in Coppa Italia dove dopo 5 minuti ho fatto gol in rovesciata contro il Catania sotto la curva della Favorita. Ero arrivato da Catania con scetticismo, mi vedevano un pò come il nemico e lì sono diventato un idolo per loro. Dall’altra parte la soddisfazione al Cibali contro il Palermo è stata grandissima in una partita sentitissima. Ricordi belli sia con l’una che con l’altra squadra. I derby sono sempre fantastici da giocare. Con tanta gente, tanto tifo, calore, tanta aspettativa. Respiri l’importanza della gara per tutta la settimana e non solo”. 

La spinta dei tifosi quanto può essere vantaggiosa per il Catania? 
“Ti caricano in una maniera incredibile i tifosi rossazzurri. E’ importante quando vai in campo e senti il sostegno della tua gente. Il fattore campo conta, un leggero vantaggio te lo dà. Si azzera tutto, giochi in casa e puoi mettere in difficoltà qualsiasi avversario. Cercando di comandare e di non subire il gioco, l’atteggiamento di Baldini in questo senso può essere vincente”.

Ti metto in difficoltà, per chi farai il tifo?
“Certo che mi metti in difficoltà, avendo giocato sia a Catania che a Palermo. Voglio bene ad entrambe le piazze. Un bel punticino andrebbe bene tutto sommato. Però aggiungo che due anni a Catania sono stati indimenticabili. Giocando i rossazzurri in casa, conoscendo l’amico Baldini e vivendo il Catania una situazione societaria e di classifica non entusiasmante mi farebbe piacere se il Catania facesse risultato. Credo che in questo momento il Catania avrebbe più bisogno di punti. Non mi dispiacerebbe se vincesse”.

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