VERSO L’ASTA: si avvicina il secondo appuntamento, sperando sia la volta buona. Il Tribunale osserva, i tifosi attendono con ansia

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Quale presente e futuro per il calcio a Catania? Andata deserta la prima asta per la vendita telematica asincrona del ramo di azienda calcistico di pertinenza della società fallita Calcio Catania S.p.A., si avvicina la data del 4 marzo. Il Tribunale di Catania ha fissato l’appuntamento con la seconda asta, portando a 500mila euro il prezzo base minimo per la partecipazione, cifra dimezzata rispetto alla precedente occasione. Basterà per invogliare i potenziali acquirenti?

Le interlocuzioni si susseguono, vedremo se stavolta all’apertura delle buste ci saranno offerte. E’ la speranza della città, di una tifoseria stanca d’ingoiare rospi che chiede a gran voce un cambio di marcia. Nuova proprietà, nuovo assetto societario restituendo alla gente la voglia di parlare di calcio e la passione autentica per i colori rossazzurri sbiadiati in questi lunghi anni da conduzioni societarie non all’altezza. Sarà la volta buona? Manca poco più di una settimana, nel frattempo che la squadra concentra le proprie attenzioni sul rettangolo verde si cerca di capire cosa succederà. Nella malaugurata ipotesi della desertificazione dell’asta, l’esercizio provvisorio scadrà il 7 marzo senza alcuna possibilità di proseguire la stagione per il Catania? Se almeno un soggetto imprenditoriale si farà avanti, manifesterà intenzioni serie d’investire ai piedi dell’Etna? Più di una figura entrerà in competizione? Ci saranno interessamenti a sorpresa? Vari scenari possibili.

Da giorni si continua a parlare tanto dell’imprenditore romano Benedetto Mancini, il cui curriculum non fa impazzire ma, intanto, è stato avvistato in più di un’occasione nella Tribuna dello stadio “Angelo Massimino”, in compagnia di qualche socio Sigi. L’ex Foggia Roberto Felleca è un altro soggetto che continua a considerare l’ipotesi di formulare un’offerta in sede di asta. Valutazioni in corso anche ad opera di figure del Nord Italia, attratti anche dalla possibilità di trattare in separata sede Torre del Grifo Village, dialogando in questo caso con il Centro Sportivo poichè la struttura non è inserita all’interno del bando, dopo la dichiarazioni di fallimento del 22 dicembre. A livello locale, poi, il gruppo Morosoli è uscito allo scoperto dando la disponibilità ad avanzare la propria candidatura ma discute con altri imprenditori ritenendo indispensabile un supporto economico per poter avviare un progetto competitivo. Ancora, però, nei fatti non si muove molto su questo versante. Saranno utili gli appelli, come quello lanciato di recente dalla politica etnea? Il tempo scorre, il Tribunale osserva sullo sfondo l’evolversi degli eventi mentre i tifosi attendono con ansia che si faccia chiarezza. Una volta per tutte.

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