EX ROSSAZZURRI – Gasparin: “Catania poco appetibile? Ecco perchè”

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Sergio Gasparin

A proposito del nuovo bando del Tribunale per l’acquisizione del ramo sportivo aziendale del Calcio Catania, l’ex dirigente rossazzurro Sergio Gasparin ha rilasciato un’intervista nel corso di “Contropiede QdS”, rubrica del Quotidiano di Sicilia:

“Catania poco appetibile? Passione e tifoseria straordinaria ma parliamo di Serie C, categoria nella quale il bilancio a fine stagione è sempre di un rosso color cupo per quanto concerne gli aspetti economico-finanziari. Credo poi che il bando sia stato elaborato con alta professionalità e da grandi professionisti che, però, della materia calcistica conoscono poco. Se avvenisse ad esempio la retrocessione non è previsto alcun tipo di cuscinetto sul piano economico per chi facesse questo tipo d’investimento. Chi subentra deve sino al 30 giugno assolvere in maniera totale ed assoluta il debito sportivo. Nel bando non è previsto nulla per quanto concerne l’utilizzo di Torre del Grifo. Chiunque vinca il bando, dalla mattina successiva nessuno tra le fila del Calcio Catania può più entrare a Torre del Grifo perchè non è previsto alcun periodo di cuscinetto nel quale la società e la squadra possano usufruire delle strutture. Sarebbe stato facilitante dire che fino al termine della stagione venisse consentito l’utilizzo delle strutture sportive e logistiche in maniera tale che chi subentra avesse un tempo tecnico per trovare un’ulteriore struttura sportiva o un accordo per continuare l’attività a Torre del Grifo. Vi è inoltre un’obbligazione all’assunzione di dieci collaboratori con le condizioni contrattuali in essere. Infine tutti i premi di valorizzazione, formazione, premi alla carriera derivanti dalla campagna trasferimento o dai diritti televisivi fino ad oggi maturati e che andranno a maturare nel corso delle prossime stagioni ma che facciano riferimento a contratti stipulati precedentemente vanno riconosciuti alla procedura fallimentare. Sono aspetti che vanno ad appesantire l’attività di chi dovrebbe subentrare per un progetto importante di rilancio a media e lunga scadenza che la piazza di Catania richiede”.

“Mancini non lo conosco. Ma ci sono dei dettami ben precisi fissati, un importo di cauzione da versare, il saldo fino all’importo previsto di 500mila euro e ci deve essere una società di supporto con un capitale versato di 500mila euro. Ho letto che la società che aveva presentato l’offerta e la cauzione aveva un capitale non di 500mila euro, mi auguro che nel momento in cui ci sia la data di presentazione della documentazione che questo dettame sia stato rispetto e che tutto possa essere in regola. Bene ha fatto il Tribunale nel non andare al rialzo stavolta, valutando in caso di una pluralità di offerte a chi assegnare il Calcio Catania. Questo è sinonimo di garanzia”.    

“Torre del Grifo l’ho vissuta in Serie A ed era qualcosa di straordinario in termini di funzionalità, utilizzo delle strutture sportive. La squadra aveva a disposizione sistemi operativi di eccellenza. Scendendo di categoria ha costi molto alti, quindi va a gravare in maniera decisamente più importante considerando i parametri economici di una società di terza serie. Mi auguro che possa perdurare la collaborazione tra Torre del Grifo ed il Calcio Catania ma Torre del Grifo ha due anime: da un lato l’utilizzo delle strutture sportive del club, dall’altro la componente legata alla struttura ludica e all’impiantistica appositamente messa al servizio di quanti la vogliono utilizzare facente capo al palazzo dello sport oltre alla componente ricettivo-alberghiera che è attigua ai campi. E’ un’opera importantissima, mastodontica, di grande valore che è stata separata dall’acquisizione del Calcio Catania perchè era molto complicato metterla lassieme non dimenticando la funzione e il ruolo del Credito Sportivo. Dopo che il Catania sarà stato assegnato ci sarà un ulteriore appuntamento legato a Torre del Grifo”.       

“Che tipo di possibilità economiche deve avere l’investitore per prendere il Catania in C e rilanciarlo? Dipente da quanto sostanzioso e sostanziale è il piano di rilancio. Si può spendere una cifra contenuta o molto importante se si vuole risalire immediatamente. In Sicilia c’è un’altra piazza importantissima che è Palermo che ha investito cifre considerevoli e sta faticando a trovare in C la possibilità di risalire. Indicare una cifra precisa è compito arduo perchè bisogna vedere quali sono effettivamente i denari a disposizione sotto l’aspetto finanziario-economico che l’imprenditore o il gruppo di riferimento è in grado di esprimere. Perchè non è detto che con i soldi si vinca per definizione. Dipende da qual è il progetto, l’obiettivo e la forza economica di chi arriva. Parliamo comunque di cifre molto importanti”.

“In Serie C i ricavi sono molto contenuti perchè c’è una situazione di mutualità marginale per quanto riguarda i diritti audiovisivi, contemporaneamente gli incassi ed i proventi da sponsorizzazioni e realtà commerciali sono molto più contenuti rispetto alla serie cadetta. L’unica serie nella quale un club di media dimensione gestito in modo appropriato può portare a casa proventi importanti è nel momento in cui approda in Serie A. Prima di allora normalmente l’ultima cifra in basso a destra comincia col segno «-» all’interno del bilancio economico-finanziario”. 

Gasparin fa, infine, un passo indietro nel tempo, quando non proseguì l’avventura dirigenziale in rossazzurro: “In quella stagione straordinaria sul piano del risultato sportivo c’erano tutte le condizioni dal punto di vista strutturale, patrimoniale, sportivo, della professionaità, delle idee, della trasparenza e onestà intellettuale perchè quel progetto continuasse. Si è voluto interrompere, bisogna chiedere a qualcun altro il perchè quel progetto è stato interrotto. La gente di Catania mi ha riservato la sua stima ed il suo affetto che ricambio di cuore, sono passati molti anni ma il ricordo non è sbiadito, anzi per certi aspetti si è ingigantito”.

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