SERIE C: Ghirelli entusiasta di un campionato insostenibile. Il Catania soltanto una delle vittime…

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Francesco Ghirelli

Con la vittoria del Palermo nella finalissima dei playoff si è definitivamente concluso il campionato di Serie C 2021/22. Ai microfoni della Rai ed Eleven Sports il presidente della Serie C Francesco Ghirelli si è detto entusiasta del format attuale dei playoff che, a suo modo di vedere, esalta la passione in terza serie testimoniata anche dalla media spettatori delle ultime giornate. In realtà i semplici dati statistici possono risultare fuorvianti se non analizzati criticamente, visto che per esempio i numeri registrati al “Barbera” sono stati fortemente condizionati, oltre che dalla concreta possibilità di agguantare la cadetteria, dall’annuncio dell’interessamento del City Group alla squadra rosanero, notizia che senza ombra di dubbio ha influenzato l’entusiasmo generale per le sorti del Palermo e contribuito in maniera significativa a rimpolpare i dati provenienti dal botteghino.

Al di là di tutto però appare evidente come il format attuale dei playoff sia molto interessante sul piano teorico ma molto meno su quello pratico. Bisogna infatti considerare che quasi la metà delle squadre coinvolte nei campionati di terza serie (cioè 27 su 60) si scontrano per l’ultima promozione disponibile in quello che più che uno spareggio appare davvero come uno scontro all’ultimo sangue. Inoltre la quantità di partite da disputare è chiaramente troppo penalizzante per chi parte dalle retrovie. Sarebbe forse più utile ed opportuno ridurre il format dei partecipanti o il numero di gare da dover disputare.

Altro aspetto da analizzare è il rapporto costi/guadagni che una società di Serie C deve affrontare e che appare fortemente squilibrato in favore delle perdite. La terza serie è un torneo altamente penalizzante per tutte quelle squadre che non abbiano le spalle coperte da proprietà molto solide, dunque non è un caso se varie realtà siano in grave difficoltà o abbiano dovuto alzare bandiera bianca fallendo in corso d’opera e ripartendo dalle categorie dilettantistiche. Il Catania è stata soltanto l’ultima vittima di un campionato economicamente insostenibile che prevede introiti molto scarsi e costi estremamente elevati. Piazze come Matera, Trapani o lo stesso Catania che negli anni hanno provato a vincere il campionato senza però riuscirci hanno completamente prosciugato le proprie risorse economiche finendo per non poter più proseguire nella stagione regolare ed essere così escluse a torneo in corso.

In tal senso il caso del Catania, oltre ad essere il più recente, è forse anche quello più esplicativo visto che non soltanto si è permesso ad una squadra sull’orlo del fallimento di iscriversi al campionato ma addirittura è stata esclusa ad appena quattro giornate dal termine modificando radicalmente ed irrimediabilmente la classifica. Con un po’ di buonsenso Federazione e Lega avrebbero dovuto agire diversamente, permettendo ai rossazzurri di concludere almeno la stagione regolare ed evitare così di rivoluzionare completamente la classifica.

Il problema di quanto accaduto però sta a monte e riguarda tanto gli organi di controllo (COVISOC), che dovrebbero evitare il ripetersi di queste situazioni, quanto la struttura stessa dei campionati, visto che 60 squadre professionistiche confinate in terza serie appaiono decisamente troppe. Per rendere più appetibile il campionato di Serie C servirebbe una maggiore sostenibilità economica (magari ripartendo in maniera più equa i diritti televisivi delle serie maggiori) che renderebbe meno sanguinoso il tentativo di imbastire organici altamente competitivi, aumentando in tal senso sia la qualità che la concorrenza verso il salto di categoria.

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