AVV. RAPISARDA: “Catania, spettacolo d’amore intenso. Avanti così come se non ci fosse un domani”

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L’avvocato Giuseppe Rapisarda, tifoso ed opinionista vicino alle vicende del Catania, si sofferma via social sul cammino della squadra di mister Giovanni Ferraro. A cominciare dai primi giorni di allestimento della rosa, con tutte le difficoltà del caso, fino ad arrivare allo scenario attuale:

“Questo gruppo e lo staff tecnico si riuniscono per la prima volta il 3 agosto scorso. Prima non c’era niente. La squadra viene costruita con certosina pazienza, giorno dopo giorno, completando ogni tassello con l’esperienza di gente di campo. Ed a proposito di campo, neanche quello la città offre e si va a 40km di distanza per trovare ritiro ed ospitalità prima, rifugio adesso. Il Cibali è stato lasciato nel frattempo in condizioni disastrose. I concerti musicali generosamente concessi hanno manomesso anche il manto erboso. La Piagreen a sua cura e spese compie anche questo miracolo. In questo contesto, per nulla semplice, viene forgiata e plasmata una squadra che ha riportato Catania intera allo stadio. Non era scontato dopo anni e anni di bocconi amari e la più cocente “sconfitta” che mai pensavamo ci potesse accadere”.

“Il 46 per quelli come me era semplicemente un pezzo di vita dentro la Vita, cuore del nostro cuore… Asciugarsi gli occhi dalle lacrime e bendarsi il cuore non è stato facile. Lo abbiamo fatto per amore di Catania e dei Nostri Figli. Di ieri sera, gli occhi mi rimandano le immagini di due curve meravigliose. In pochissime città si riscontra uno spettacolo d’amore così intenso e vissuto in entrambi i settori popolari. Siete stati stupendi anche per umanità. Mr Ferraro, a cui in modo preoccupante mi sto iniziando ad affezionare come non mi accadeva dai tempi di Cristiano, ci aveva avvertito che sarebbe stata una partita rognosa, brutta e complessa. Così è stato”.

“Di ieri conservo immagini di una squadra che ha cercato con intelligenza e cuore la vittoria senza mai perdere calma e lucidità. Non è stata una partita bella né adatta agli esteti del calcio. Adeguata solo a chi ama questi colori. A chi è abituato a soffrire a prescindere. Proprio in serate come queste si misura quanta voglia di palpitare, agitarsi dentro e sostenere abbiamo prima di gioire con questa maglia. Bravi tutti i rossazzurri. Senza eccezione alcuna. Rapisarda, un nome, anzi un cognome, una garanzia… Ieri anche la C sarebbe stata stretta a Ciccio nostro. Rizzo anima sempre più di questo gruppo. Sarno, quello vero, finalmente … Giovinco tirato a lucido, Manuel prontissimo pure dalla panchina… Lorenzini, un gigante di uomo e di giocatore… Ne parliamo poco, troppo poco per il suo valore… E Marco che soffre dalla panchina, lui toscano di Catania che mi commuove perché è il simbolo della continuità più bella, il ricordo di ciò che eravamo, la promessa di cosa dovremo tornare ad essere”.

“Continuiamo così, tutti, senza minimamente pensare che, comunque, si sia raggiunto un qualche traguardo. Niente affatto. Abbiamo riportato il pallone dentro lo stadio dopo anni di “carta bollata” ma non basta, non può bastare. Abbiamo una finale di Champions domenica. Una insidiosissima quasi stracittadina da affrontare, probabilmente, senza quel vanto e meraviglia che sono i ragazzi e le ragazze delle nostre curve a fianco della squadra. E sarà durissima. Scendere in campo ancora come se non ci fosse un domani. Il destino ci attende e non possiamo smettere di corrergli incontro. Non dobbiamo. Avanti Catania”.

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