ZEOLI: “Catania, solo nominarti mi emoziona. Siamo pronti, la squadra si è allenata con massima intensità”

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Vigilia di Catania-Canicattì. A parlare ai microfoni della stampa non è mister Giovanni Ferraro, essendo squalificato. Al suo posto l’allenatore in seconda Michele Zeoli, emozionato ma concentratissimo sulla partita:

“L’emozione di esordire sulla panchina del Catania è tanta. Da quando è arrivata l’ufficialità della squalifica del mister, l’emozione è aumentata ma sono concentrato più su quello che dovrà avvenire in campo contro gli avversari. Sono abbastanza sereno, non mi preoccupa di prendere il posto del mister. L’emozione scaturisce dal fatto che questo avviene a Catania, in quella che considero casa mia, la società che mi ha dato celebrità, tutto”.

“Canicattì? Studiamo come sempre l’avversario e i dettagli, per me è la forma di rispetto più alta in questo caso nei confronti dei biancorossi che, lo dicono i numeri, segnano tanto su calcio piazzato subendo poche reti. Probabilmente le prestazioni migliori il Canicattì le ha fatte fuori casa. Noi abbiamo giocatori che possono decidere la partita con una semplice giocata, dunque ci aspettiamo le giuste risposte dai ragazzi”.

“Il mister di solito si porta sempre un paio di dubbi di formazione fino alla domenica mattina. I ragazzi stanno bene, la squadra si è allenata benissimo e con massima intensità, siamo molto sereni. Sfido chiunque a trovare durante un allenamento un duello Ferrara-Sarao in questo girone. Ci facilita anche nel lavoro perchè durante la settimana non vai a lavorare sul singolo giocatore, e la qualità è tanta nel collettivo. Come staff siamo molto fortunati ad avere doppioni in più ruoli, merito del direttore che ha costruito una rosa del genere. Per quanto riguarda gli under abbiamo avuto degli infortuni da trauma e, quindi, abbiamo perso qualcuno. Pedicone è disponibile, sarà un’arma in più da sfruttare”.    

“Cittanova? Gara che mi ha ricordato quella di San Cataldo. Le condizioni fisiche erano diverse ma abbiamo trovato una squadra chiusa. Noi tante volte pensiamo di portare più giocatori a ridosso dell’area, proviamo varie soluzioni ma domenica ci siamo fatti un pò prendere dalla fretta, siamo andati dietro ai falli, alle perdite di tempo. Su questo possiamo e dobbiamo migliorare”.   

“Staffette? Sono sempre considerate. Più che parlare di staffette a volte si legge la partita in un certo modo anche in base agli avversari, quindi può darsi che l’innesto di un over avvenga perchè in quella zona del campo ci può essere magari un under avversario. I ragazzi devono capire anche il momento della gara. Ad esempio domenica scorsa non abbiamo sfruttato il cambio di Giovinco, conosciamo le sue caratteristiche ma siamo andati sempre dietro alla partita e questo non deve avvenire”.        

“Forse nel match disputato con il Città di Sant’Agata a livello difensivo, parlo di squadra e non di reparto, in qualcosa siamo mancati. Domenica, invece, è successo sul piano offensivo. Non credo ci sia stato un effetto down dopo Paternò, perchè a Catania vista la tensione e l’importanza della maglia che vesti è impossibile. Credo sia anche un fattore fisiologico. Il presidente Pelligra ha ribadito un concetto fondamentale, e cioè che a lui i record non interessano. Se arrivano ben vengano, ma l’obiettivo è vincere il campionato”.   

“Il mio ritorno a Catania? Tutto è nato in pochi giorni. Non conoscevo personalmente mister Ferraro, ma cercava un collaboratore ed è uscito fuori il mio nome, con l’avallo anche del direttore sportivo mi sono ritrovato qui e mi emoziono ogni volta che nomino Catania. Penso a ripagare la fiducia con il lavoro. E’ l’unico modo di dire grazie a chi mi ha scelto”.             

“Il mister, che conosce la categoria, gli avversari e le insidie di questo campionato, ribadisce continuamente ai ragazzi che bisogna calarsi nella realtà della Serie D. Abbiamo ampi margini di miglioramento in questo senso. A centrocampo meglio Criniti o Cordone (entrambi noti ex rossazzurri ai tempi dei Gaucci, ndr)? Visto che mi lega un affetto particolare a Davide, dico Cordone”.

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