ESCLUSIVA – Sedivec: “Catania, ho fiducia nella nuova proprietà. Tifosi, siete sempre uno spettacolo. Zeoli ragazzo d’oro”

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La redazione di TuttoCalcioCatania.com ha avuto il piacere di sentire telefonicamente Jaroslav Sedivec, attaccante ceco in forza al Catania dal 2002 al 2004. Anche per lui è stato grande il dispiacere per la scomparsa del Calcio Catania, ma ha sempre mantenuto viva la speranza di ripartire presto e bene. Oggi i risultati in Serie D si vedono, con una proprietà che ha annunciato di avere grandi ambizioni per il futuro. Sedivec ha parlato anche di questo e altri argomenti di rilevante interesse ai nostri microfoni:

Jaro, il Catania vede ormai la Serie C.
“Aspettiamo la matematica, ma sembra che tutto stia andando per il meglio. I risultati parlano chiaro, non ci sono antagoniste. I record che il Catania sta realizzando riguardano anche la media spettatori, che vanta nessuno, neanche in C e, forse, in B e altre città di Serie A. Io Catania l’ho vissuta per due anni. Anche quando giocammo a Caltanissetta ricordo l’entusiasmo della gente sugli spalti. Lo stadio era sempre pieno o quasi. Il tifo catanese è impressionante perché anche nonostante le difficoltà incontrate in questi anni il popolo rossazzurro fa sacrifici, non molla niente. I tifosi ci tengono alla maglia del Catania, chi gioca nel Catania è fortunato a ricevere il sostegno di un pubblico tra i migliori in Italia per calore, partecipazione e trasporto”.

Con questa nuova proprietà i tifosi possono dormire sonni tranquilli?
“Sarà interessante vedere cosa riserverà il futuro. Spero che le cose si siano messe davvero bene sul piano societario perché Catania non può stare in queste categorie. La proprietà sembra solida, con un progetto importante che guarda al di là della Serie C. Ho la speranza che questa proprietà abbia un piano concreto per riportare nel giro di pochi anni il Catania in alto, com’è accaduto ad altri club che sono riusciti ad ottenere promozioni in serie, vedi Monza e Parma”.

Prospettiva Serie C, quanto sarà difficile ripartire dal professionismo?
“In Serie C serve anche tanta fortuna per vincere, visto il meccanismo dei playoff ed il coefficiente di difficoltà del campionato. Non basta avere una proprietà solida, la competenza è fondamentale. Ed il girone C è sempre quello molto più duro e competitivo, un girone folle! Con tante società che hanno blasone e storia. Il Catanzaro dopo tanti anni sta centrando la promozione, registrando record su record. Forse è più facile giocare in Serie B che in C”.

Tanti giovani si stanno mettendo in mostra. Giusto puntare anche su di loro in C?
“Puntare sui giovani può rappresentare un’arma vincente perché sono ragazzi che hanno dimostrato un certo valore, hanno imparato a giocare in una piazza non facile, hanno conosciuto la città. Il Catania dovrebbe anche valorizzare i giovani in C, progettando a lungo termine. Ovviamente poi vanno aggiunti calciatori di esperienza per la categoria, puntando anche su un gruppo degli attuali Over di livello con il giusto mix tra giovani ed esperti. Il giovane ti assicura freschezza atletica nell’arco di un campionato lungo e difficile come la C, devi avere sempre la testa giusta per emergere e dimostrare il tuo valore”.

C’era la possibilità di vestire per più tempo la maglia del Catania?
“Prima andai alla Juve, poi giunsi a Catania in prestito tramite la famiglia Gaucci. La mia intenzione era quella di continuare a giocare in Sicilia, poi però con l’ingresso in società di Pulvirenti non se ne fece nulla. Gli anni successivi sarei voluto tornare a Catania perché tantissimi ricordi mi legano alla cittò. E’ stata la mia prima vera esperienza in Italia, in un posto bellissimo dove ho lasciato metà del mio cuore. Sapevo dell’affetto della gente ma poi, dal vivo, capì che fosse ancora meglio di quanto immaginassi. Inizialmente giocai poco, poi mister Toshack mi fece giocare più spesso. Ricordo i tanti derby vinti, qualche contestazione dura anche perché faticammo a raggiungere la salvezza in B. Ma avevo un bel rapporto con la gente. L’anno successivo invece andammo molto bene in campionato, i derby non altrettanto. Allo stadio ricordo sempre l’odore dei fumogeni rossazzurri, la gente che cantava nelle curve già un’ora e mezza prima del fischio d’inizio. Era un brivido entrare allo stadio. Avvertivi la pelle d’oca, il pubblico mi dava una carica importantissima”.

Hai qualche rammarico nella tua carriera?
“Non ho avuto la fortuna di vivere altri anni in Sicilia, ma meno male che il Catania successivamente si è tolto le sue soddisfazioni in Serie A. Ho fatto nella mia carriera qualche scelta sbagliata,c’è del rammarico ma non rimpaingo più di tanto i miei errori. Magari potevo fare qualcosa di diverso, ma è andata com’è andata. Ovunque ho dato il massimo dell’impegno, la mattina posso alzarmi e guardarmi serenamente allo specchio avendo la coscienza a posto”.

Che ne pensi di Michele Zeoli? L’ex difensore rossazzurro oggi fa parte di un grande staff tecnico.
“Lo avevo sentito poco prima che tornasse a Catania, lui in precedenza lavorava nello staff tecnico della Primavera del Torino. Gli feci tantissimi auguri, era davvero felice. So che ci teneva un sacco a tornare. Ero tanto contento per lui. Finalmente ha coronato questo sogno. E’ un ragazzo d’oro, una persona che tiene tanto ai colori rossazzurri. Sta dando un grandissimo contributo alla causa, come ha dimostrato da calciatore”.

In conclusione, cosa ti senti di dire ai tifosi?
“Di rimanere sempre così. Tifosi, non cambiate. Erano uno spettacolo vent’anni fa, lo sono ancora adesso – dopo il fallimento – e lo saranno sempre. Basta solo questo per dire che Catania merita di arrivare più in alto possibile per il cuore e la passione dei tifosi, per il sostegno che non fanno mai mancare alla squadra della città che amano. Che bello essere un calciatore del Catania sostenuto da un pubblico così speciale”.

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