L’EDITORIALE – Battuta d’arresto ma c’è Brindisi per il riscatto

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Tra la scoppola di ieri e la possibilità di riscattarsi mercoledì nella tana del Brindisi, reduce dalla festa per la vittoria dello spareggio con la Cavese. Il Catania ha conosciuto il sapore amaro della sconfitta, in casa, contro il Sorrento in occasione del primo match di Poule Scudetto. Uno 0-2 figlio di tanti fattori, tecnico-tattici, motivazionali e – aspetto non di poco conto – arbitrali. Gli episodi fanno il calcio, e ieri per i rossazzurri è andato tutto storto. Il fallo di mano solare che ha originato l’azione del goal del vantaggio degli ospiti ha condizionato sensibilmente la gara.

Altrettanto vero che prima del 73′ non si sia visto uno spettacolo all’altezza delle prestazioni della squadra etnea nel corso dell’intera regular season. Mentre il Sorrento, forse anche galvanizzato dal palcoscenico blasonato rappresentato dal “Massimino”, si è mangiato il campo e ha applicato appieno le tattiche del proprio allenatore, il Catania è sembrato meno motivato e tatticamente impreparato per arginare l’avversario.

Ma – come spesso accade – non sarà troppo esagerato contestare un’intera stagione per una partita “sbagliata”? Onestamente la risposta è sì: è esagerato. Finché la critica rimane alla singola partita e alla prova di ieri, la doverosa analisi può condurre a delle critiche costruttive, anche se siamo a fine stagione e l’anno prossimo in Serie C si ripartirà comunque con tante novità oltre che con alcune conferme. C’è sempre da imparare e non si può sempre vincere.

Soprattutto se la squadra arbitrale sbaglia clamorosamente una valutazione che condizionerà irrimediabilmente la partita, con la concomitante espulsione di Lorenzini che lascia i rossazzurri in 10. Tra ingenuità e dispiacere per la svista e il goal subito, la sfida è finita con il goal di Scala e il nervosismo che ne è seguito.

Lasciamo le valutazioni finali a chi è chiamato a farle per il bene del Catania che verrà, un girone I dominato in lungo e in largo è un buon biglietto da visita, il lasciapassare (con fiducia) alla programmazione futura. I risultati complessivi valgono più di un singolo incontro, ma ciò che conta di più per una piazza che vuole vincere, o continuare a farlo, è saper digerire una sconfitta senza distruggere con mano propria una creatura che sta crescendo bene e che sta rinsaldando le proprie fondamenta.

Non ci soffermiamo, infine, per il momento sulle voci e i commenti legati alla guida tecnica del Catania. Rispetto per il professionista e, in particolare, per l’uomo che – può piacere o meno – ha condotto questa squadra al raggiungimento dell’obiettivo con numeri impressionanti. Il resto è noia.

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