Va in archivio il girone d’andata. Dopo avere analizzato la difesa, l’attenzione sull’andamento dei reparti del Catania che hanno caratterizzato la prima metà di stagione viene riservata al centrocampo. In questo settore risiedono alcuni dei principali problemi di una squadra che, schierata inizialmente con il 4-3-3, ha spesso faticato non riuscendo ad individuare la figura ideale come regista. Ci ha provato Rizzo, risultando però adattato nel ruolo. Ladinetti, in teoria, possiede caratteristiche perfette per fungere da play ma il centrocampista scuola Cagliari non è riuscito a fornire uno standard prestativo soddisfacente. E’ andata un po’ meglio con Quaini, benino a sprazzi venendo alternato tra difesa e centrocampo (era stato ingaggiato in estate come difensore che impostasse l’azione da dietro, invece ha giostrato spesso in mediana).
Con l’arrivo in panchina di Cristiano Lucarelli si è passati al 4-2-3-1 ragionando nell’ottica di schierare un doppio play in mezzo al campo. Il tecnico livornese si è affidato prevalentemente all’utilizzo del già citato Quaini in coppia con Zammarini, ma quest’ultimo ha ricoperto un ruolo non propriamente suo, essendo più un centrocampista di spinta. Il risultato? Alti e bassi in un centrocampo che dispone, inoltre, della qualità/quantità di Zanellato, giocatore dalle potenzialità molto elevate tuttavia alla continua ricerca della condizione fisica ottimale.
L’utilizzo di Rocca trequartista è stato pensato nell’ottica di servire meglio gli attaccanti, il calciatore ex Foggia ha risposto presente risultando però anch’egli adattato nel ruolo. Deli è un altro profilo di spessore, ma ha fatto i conti con problemi fisici ed una condizione generale mai davvero al top. Il salto di qualità del Catania passa anche dal centrocampo, alla ricerca della giusta alchimia, ed è per questo che si ritoccherà qualcosa a gennaio. Innalzando il livello con qualche profilo più funzionale nell’economia del gioco di Lucarelli.
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