La decima puntata degli episodi più divertenti del campionato di Serie C secondo Eleven Sports – Serie C TV, piattaforma ufficiale della Lega Pro, tra un’esultanza ”pericolosa”, gol letteralmente divorati e altro ancora:
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In vista di Catania-Cavese, il sito ufficiale rossoazzurro pubblica in anteprima l’editoriale del settimo numero stagionale del periodico “Il Catania Stadio”:
Il Catania è il dono più bello
Tutti bambini, noi, nella trepidante attesa di un gol e nel desiderio di vincere per gioire insieme. Sotto l’albero, un prato verde: il ritorno al successo del Catania è il dono più bello che si possa ricevere a Natale. A voi, ragazzi, l’onore di regalare i colori del sorriso alla gente del “Massimino”
La gente come noi, a Natale, preferirebbe di gran lunga indossare la maglia rossazzurra, scartare i portieri e depositare i palloni in rete, anziché scartare regali, per un semplicissimo motivo: è il Catania, per la gente del “Massimino”, il dono più bello che si possa ricevere.
Il Catania è l’abito che ti rende elegantissimo, è il mezzo che ti regala viaggi indimenticabili ed interi serbatoi d’entusiasmo, più di quanto non possano fare gli aerei che ti permettono di raggiungere località esotiche e le macchine potenti che hai sempre sognato.
Il Catania che vince leviga la pelle come e più di un efficace trattamento di bellezza, quando vince il Catania è come immergersi nel clima ovattato e rigenerante di un centro benessere, abbandonando lo stress che nuoce all’equilibrio e alla salute, ritrovando l’energia e l’armonia che ti riportano al massimo splendore.
Quando segna uno dei nostri, in quel momento idealmente ogni bambino catanese di qualsiasi età riceve il giocattolo più ambito e più bello, quello che non passerà mai di moda e che non sarà soppiantato dall’ultima trovata tecnologica.
È come il secondo morso alla “scacciata” preferita che arriva al cuore della pietanza e della vita, il triplice fischio di un arbitro che sancisce un’affermazione dei padroni di casa in questo stadio: senti la poesia dei profumi del tuo panificio preferito, quello dietro l’angolo a duecento metri dall’abitazione dei nonni, senti la musica dei broccoli, delle acciughe e della tuma.
E alla fine, ti ritrovi con il cuore in gola e con il cuore in gol.
Quando arriva la sera, dopo un pomeriggio di gloria calcistica, anche le piccole e grandi difficoltà della vita quotidiana, incluso il caotico traffico che avvolge il centro della città, divengono improvvisamente sopportabili: tre punti del Catania al termine di una partita diventano balsamo per lo spirito e non servono confezioni regalo, per racchiuderlo, perché non esiste cofanetto degno di accogliere la potenza del sentimento.
Ed infine, ammettiamo, chi scrive non potrà mai trovare la definizione di un qualcosa che somiglia ad un tutto e probabilmente, infine, lo è: l’amore genuino e spontaneo per il Catania, che nasce con noi e cresce nelle nostre famiglie, rende ancor più belli e cari luoghi e momenti che per tanti altri saranno magari uguali agli altri, per noi invece rimarranno eternamente speciali.
Adesso, ragazzi, tocca a voi: colorate d’azzurro le bande bianche sull’abito rosso di Babbo Natale ed esaudite il desiderio espresso nella letterina, quello di una classifica migliore.
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Vigilia di Catania-Cavese. Parla, in Sala Stampa, l’allenatore rossoazzurro Andrea Sottil analizzando il momento attraversato dalla sua squadra. Ecco le parole del tecnico di Venaria Reale evidenziate da TuttoCalcioCatania.com:
“E’ stata una bella settimana. Settimana di grande concentrazione e consapevolezza che si deve migliorare, ma anche che non è tutto così negativo come si vuole fare credere. La squadra sa che su determinate fasi di gioco deve fare meglio ma anche che difende bene e crea, però negli ultimi venti metri dobbiamo essere più spietati e precisi. Ci siamo confrontati, abbiamo visto tanti video. La squadra ha lavorato molto in questi giorni sull’aspetto mentale e di campo. E’ stata una settimana positiva. Lodi? E’ un giocatore a completa disposizione. Conosciamo le sue qualità, sa interpretare più ruoli. L’anno scorso spesso ha fatto la mezzala, il play. E’ bravo a cercare la posizione al tempo giusto. Sa quando si deve abbassare ed alzare, la qualità di palleggio non gli manca. Lui chiaramente ha più attitudine a costruire. E’ come sempre a completa disposizione e può giocare tranquillamente sia in mediana che sulla trequarti. Marotta? E’ capace d’interpretare più ruoli in avanti e lo ha dimostrato in carriera. Spesso gli chiedo di stare là davanti ma lui dice che ogni tanto ha bisogno di andarsi a cercare la palla e apre varchi per i compagni di reparto. Sa tenere palla, fa salire la squadra. Ha grande motore anche da defilato. Sa entrare al momento giusto ed attaccare lo spazio. Marotta mi può dare diverse soluzioni. Llama? Si è aggregato alla squadra giovedì. Purtroppo il ragazzo ha avuto un sacco di problemi. E’ clinicamente guarito ma non ha ancora grande ritmo. Ha voglia e vuole darci una mano, ci tornerà utile in queste partite“.
“Escludo un calo fisico. La squadra sta bene, abbiamo degli ottimi valori ma la mente deve essere più sgombra, serena. Questo fa la differenza perchè poi entrare in campo un pò bloccati e frenati ti porta a delle performance non di altissimo livello. Negli ultimi metri dobbiamo essere più lucidi e questo parte dalla testa. A Reggio Emilia è evidente che non avessimo niente da perdere giocando contro una squadra di A. Sei sbarazzino allora, anche in allenamento i ragazzi li vedo pimpanti, con la palla che gira come un frullatore. Il mio feedback è il campo. Io sto cercando di portare questo modo sbarazzino anche in campionato. La squadra ha battuto la Reggina creando tanto, vittoria arrivata solo nel finale ma non dimentichiamo il valore dell’avversario. La Reggina ha piegato la Casertana, oppure la Vibonese fa risultati importanti e noi l’abbiamo sconfitta 3-0. Abbiamo vinto a Matera, lì il Catanzaro ha incontrato difficoltà. Con questo voglio dire che la squadra si è espressa bene anche in campionato, seppure con la consapevolezza di dovere fare di più. Secondo me riprendendo un pò più di spregiudicatezza nell’entrare in campo ed osando di più. Questo dobbiamo fare. Il nostro rendimento poteva essere migliore ma abbiamo anche fatto delle ottime gare, magari non con continuità. Noi dobbiamo migliorare l’aspetto mentale, ripeto. Perchè poi passiamo da prestazioni di alto livello a momenti in cui sembra che non abbiamo un’idea“.
“Io ho sempre avuto grande rispetto per i tifosi. Catania la conosco bene. E’ una piazza di grande passione. Quando le cose non vanno bene la gente è arrabbiata. Ci sta perchè vuole venire fuori da questa categoria e si aspetta di più. Sabato ci hanno fischiato ed è stato giusto esprimere il loro disappunto. Noi siamo i primi ad essere dispiaciuti ma lavoriamo tutti i giorni per cercare di uscire fuori e dare continuità al nostro lavoro. Sono convinto che questa squadra abbia le qualità per superare questo momento. Ci vuole un attimo per riaccendere i tifosi. Adesso sono incazzati ed hanno ragione ma sono importanti per i nostri ragazzi. Mi auguro che ci sostengano domenica ma siamo noi che dobbiamo ridargli entusiasmo. Come? Entrando in campo con un atteggiamento mentale sciolto, sbarazzino, aggressivi, cattivi agonisticamente, determinati, con fame su tutti i contrasti, voglia di prendere la gara in mano e farla nostra. Queste caratteristiche vuole vedere il tifoso del Catania. Poi è chiaro che una squadra deve sapere giocare a calcio”.
“Io mi confronto tutti i giorni con i ragazzi. Lavoriamo molto anche sui video, sulle correzioni, facendogli rendere conto che a volte facciamo errori banali. Cose che in allenamento riescono sempre bene invece. E’ lì il passaggio fondamentale. Trovare dentro di noi un giusto compromesso mentale. Non troppo tesi e concentrati perchè se no diventa difficile esprimersi. Poi è normale che a livello tattico determinati movimenti non funzionino a dovere perchè c’è anche un avversario di fronte. Bisogna avere equilibrio nelle valutazioni comunque. Noi non possiamo vincere tutte le patite 5-0. Per me non è così. Nessuno può pensare di asfaltare chiunque. Dobbiamo essere lucidi. Ci sono anche gli avversari che ti pressano ed hanno un vigore agonistico. Stiamo lavorando per trovare tutte le soluzioni che possano permetterci a livello tattico ma soprattutto mentale di svoltare. Sono stato calciatore per tanti anni. Ho 25 anni di campo e questo mi aiuta a leggere momenti del genere. Ad inizio stagione eravamo molto più spavaldi e pimpanti, sono convinto che questo parta dalla testa. Tutta Italia ha fatto i complimenti al Catania per il calcio espresso a Reggio Emilia. La società, il nostro staff ed i ragazzi sappiamo di dovere fare di più. Però bisogna cercare di dare maggiore serenità a questa squadra perchè poi sono i giocatori i veri attori protagonisti. Devono essere bravi a scrollarsi di dosso un pò di macigni in testa. A Lentini i tifosi ci hanno incitato anche nel riscaldamento. Io avevo i brividi. Giocavamo in casa. Sta a noi accendere i tifosi con i contrasti, l’aggressività, le palle conquistate. Lo dico sempre ai ragazzi. Altrimenti è normale che la gente s’incazzi con noi. Ribadisco, comunque, che serve il giusto equilibrio nel valutare la situazione generale perchè non è tutto così negativo”.
“Giocare bene è molto opinabile. Giocare bene non è solo tiki-taka. In C non è semplice. Il Catania è squadra che crea molto. Io penso che i nostri attaccanti i gol li possano fare. Curiale e Marotta li hanno sempre fatti. Stanno mancando un pò i gol degli esterni. Llama purtroppo non lo abbiamo mai avuto ma ha tiro da fuori, capacità di fornire assist. Bisogna anche lavorare di collettivo e creare i giusti presupposti. Matera è stata sbloccata da un gran tiro da fuori e poi la gara si è messa nella giusta direzione. Spesso il calcio è fatto di episodi e ti capitano partite tatticamente bloccate, poi la giocata del singolo fa la differenza. Col Verona loro giocavano a viso aperti. Lodi, Marotta e Manneh ne hanno approfittato. Il Trapani è venuto a giocarsi la partita e noi abbiamo fatto tre gol, potevamo siglarne altri. Anche qua l’autostima è fondamentale. Noi li abbiamo i giocatori importanti. Sono concentrato su questi ragazzi, non penso al mercato. Curiale ha sempre vissuto sulle palle sporche, sulle seconde palle, su questi gol all’interno dei 15 metri. Dobbiamo essere più bravi e lucidi mettendo i nostri attaccanti nelle condizioni di battere a rete”.
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Tanta esperienza maturata sui campi di Serie A, B e C. Tra le casacche indossate spicca, orgogliosamente, quella del Catania nella stagione 2000/01. Una delle più belle avventure vissute dall’ex difensore Giovanni Di Rocco anche se, purtroppo, culminata con la sconfitta rossoazzurra nella finalissima Play Off di C1 con il Messina. Abbiamo avuto il piacere di contattarlo telefonicamente. Ne è venuta fuori una piacevolissima chiacchierata.
Gianni, annata sfortunata ma intensa ai piedi dell’Etna. Quali ricordi conservi? “Bellissimo periodo che purtroppo ebbe un epilogo sfortunato perchè perdemmo la finale in un derby molto acceso con il Messina. Fu una delusione cocente. Però poi l’anno successivo il Catania si riprese quel che aveva perso. Arrivai a Catania a novembre, la situazione non era rosea. C’erano molti infortun. Arrivò Ambrosi, attaccante che a Catania ha lasciato un segno indelebile. Ho avuto la fortuna di giocare con lui anche a Crotone, si conosceva bene il suo valore. Facevo parte di un gruppo unito, compatto, fatto di uomini seri e professionisti esemplari tra i vari Iezzo, Baronchelli, Pane, Cordone, Bresciani, Criniti… potrei fare un elenco enorme. Il rammarico di non avere vinto deriva anche dal fatto che c’erano giocatori di spessore e disputammo un girone di ritorno esaltante”.
Fino ad arrivare a quella finale beffarda… “Le gare importanti vengono decise da episodi. All’andata disputammo una signora partita ma il risultato non fu dei migliori. Finì 1-1 in casa nostra, il Messina ci creò problemi in un’unica occasione e pagammo cara quella disattenzione. Al ritorno trovammo un ambiente molto caldo disputando un buon match ma il portiere del Messina all’ultimo minuto fece una parata incredibile su punizione di Criniti e purtroppo il sogno svanì”.
Quanto coinvolgente è stata l’esperienza in rossoazzurro e quanto importante la forza di quel gruppo?
“Io ho avuto la fortuna di giocare in piazze calde come Nocera, Crotone e Catania. Avere un rapporto così viscerale con la tifoseria ti sprona a dare qualcosa di più. Perchè in quel momento sei un giocatore ma anche colui il quale porta il vessillo, la bandiera ed i colori della città. Catania è una piazza passionale con un tifo incredibile, la città è straordinariamente bella e vieni coinvolto in tutto e per tutto. Si crea una simbiosi unica con la gente. Io ho trascorso 7 mesi indimenticabili, ho vissuto un’esperienza unica. E’ mancata soltanto la ciliegina sulla torta ma fu un anno bellissimo. L’alternanza tra gli allenatori fece sì che potessimo anche sviluppare due maniere diverse di gioco e nonostante tutto la squadra collezionò più di 30 punti nel girone di ritorno. Sfiorammo un’impresa unica e perdemmo anche qualche punto per strada. Ricordo ad esempio la sconfitta pesante con la Lodigiani. Era un periodo un pò particolare quello. In campionato, poi, vincemmo il derby a Messina con doppietta di Ambrosi, gara trasmessa anche in tv. In quel momento il Catania capì che potesse realizzare qualcosa d’importante. Era un gruppo, ripeto, fatto di uomini veri. Uscivamo spesso insieme perchè c’era un rapporto molto forte, bello, di amicizia e stima. Non esistevano invidie tra chi giocava e chi no. Eravamo un gruppo compatto che voleva in tutti i modi centrare un obiettivo importante. Il gruppo è sempre una componente fondamentale. Se i giocatori vanno d’accordo, poi lo spogliatoio ti trascina in campo”.
Stai seguendo il girone C di Serie C? “Sì, lo seguo. Non so, forse la Juve Stabia ha qualche vantaggio in più perchè si chiama Juve (ride, ndr). E’ un torneo difficile ma credo che il Catania possa dire la sua anche se è un pò attardato in classifica. Deve recuperare una partita e domenica affronterà la Cavese, una partita difficile. So che sarà un impegno duro. Non lo dico per piaggeria ma Catania è una città che merita di giocare in una categoria superiore, se non due. 10 mila spettatori in C dimostrano quanto la tifoseria sia legata al Catania. Il calore del tifo rossoazzurro è un propellente importante per potere ottenere qualcosa di grande”.
Quando le cose non vanno per il meglio, però, si creano malumori. Tipico effetto boomerang… “Vero. Il troppo amore può portare a volte a delle situazioni spiacevoli ma tutto è dettato da un sentimento ed una passione verso uno sport che è qualcosa che ricopre un ruolo importante nella società. Noi al Sud tra mille difficoltà ci appigliamo ad uno sport come il calcio che ci permette di fare conoscere dappertutto anche la bellezza delle nostre città. So che le tifoserie di Catania e Napoli sono gemellate perchè hanno lo stesso calore ed è facile unirsi in questi casi, portando altrove il folklore ed il calore del tifo”.
Sul campo del Sassuolo, squadra di Serie A, il Catania fa un figurone ma poi rimedia una figuraccia a Bisceglie. Perchè? “E’ un paradosso. Io ricordo quando con la Nocerina eliminammo Perugia e Piacenza dalla Coppa Italia, pareggiammo in casa con la Juventus 0-0 e perdemmo 2-1 a Torino, poi in campionato ci salvammo attraverso i Play Out. Quando ti confronti con certe realtà vuoi dimostrare di essere all’altezza, poi torni alla realtà quotidiana e subentra un pò di difficoltà. Anche perchè, nel caso del Catania, le avversarie triplicano le proprie forze avendo tutta l’ambizione di battere i rossoazzurri. L’approccio mentale conta molto, poi giochi spesso in campacci. Trovi ambienti particolari. Sono cose che possono far sì che il risultato finale non sia quello sperato all’inizio”.
Il Catania non è brillante adesso. Come si superano questi momenti? “Esclusivamente lavorando in maniera costante, credendo in tutto quello che si fa, restando uniti. Noi quell’anno a Catania ne passammo tantissime all’inizio, anche contestazioni abbastanza feroci utilizzando un termine forte. Se però lavori e credi in quello che fai ricavi forza e speranza di acciuffare chi ti sta davanti in classifica. Al momento la Juve Stabia è in testa e viaggia sulle ali dell’entusiasmo. Tutto così ti sembra più facile. Castellammare è una piazza calda ma non ha la stessa pressione di Catania. Vive più serenamente sotto certi aspetti la pressione. All’inizio non era tra le favorite. Poi, vittorie dopo vittorie, ricavi entusiasmo, scopri che qualcosa di unico sta succedendo e acquisti consapevolezza. Ma il campionato è lunghissimo e logorante. Mi auguro che già da domenica il Catania possa riprendersi conquistando i tre punti ed iniziando un exploit come fu nel mio caso in Sicilia, ovviamente è scontato dire sperando in un epilogo diverso”.
Non sarà semplice avere ragione della Cavese… “E’ una squadra che non molla mai. Che ha ottenuto risultati effettuando rimonte anche negli ultimi minuti. E’ una buona squadra e non sarà facile per il Catania ma credo che poi i rossoazzurri abbiano quel qualcosa in più che gli possa permettere di strappare i tre punti. Punterei, ad esempio, su un calciatore come Lodi che possiede classe ed esperienza. E’ dotato di un piedino importante, può essere un’arma in più sperando che la sua voglia di rivalsa e di rivincita sia tale da potere fare quelle prestazioni per le quali lui è stato acquistato. Le sue qualità fanno la differenza. Poi lì è una questione anche di fiducia e condizione fisica. Saprà sicuramente anche lui, parlando con l’allenatore, trovare la giusta posizione in campo per potere rendere al massimo in una squadra che ha bisogno di giocatori di personalità e carattere come li avevamo noi”.
In questo senso il mercato di gennaio può venire in soccorso? “Nel mio Catania a gennaio arrivarono Cordone e Ambrosi, giocatori importanti che ci permisero di fare quel salto di qualità. La C è categoria difficile, ostica. Se hai anche qualità dal punto di vista tecnico la squadra può solo trarne giovamento. Qualcosina si deve fare sul mercato per dare la possibilità alla rosa di essere competitiva fino in fondo. La tecnica è importantissima ma ci vuole il giusto mix affinchè la squadra cambi pelle durante la partita. Capendo quando bisogna di giocare di fioretto oppure con elmetto, spada e scudo avendo la personalità e le caratteristiche giuste per battagliare sportivamente in campo”.
Che mi dici, invece, dei tuoi trascorsi alla Cavese? “Epilogo positivo in quel caso perchè quando arrivai io eravamo ultimi. Ci salvammo all’ultima giornata vincendo in casa mentre la Battipagliese retrocesse al posto nostro. Furono tre mesi intensissimi. Ottenere un risultato importante era difficile in quel momento però anche lì ci riunimmo, facemmo quadrato con giocatori di una certa personalità. La tifoseria ebbe un ruolo importante sostenendoci al massimo ed alla fine ottenemmo una salvezza meritata”.
Per chi farai il tifo tra Catania e Cavese? “Si usa molta diplomazia in questi casi. Io a Cava sono affezionato perchè fu una parentesi positiva della mia carriera che mi permise di trasferirmi proprio a Catania. Rappresentò un trampolino di lancio. Catania però ti entra nel sangue. Tuttora parlo in maniera entusiasta della città e del gruppo dell’epoca che era coinvolgente. Penso di avere praticato pochi spogliatoi con quel genere di amicizia e stima in tutta la carriera. Speriamo di risentirci per festeggiare qualcosa di più importante, da buoni meridionali non diciamo cosa per scaramanzia…”.
Si ringrazia Giovanni Di Rocco per la gentile concessione dell’intervista.
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Curioso esito del sondaggio proposto da TuttoCalcioCatania.com relativamente ai giocatori che, secondo la maggioranza dei votanti, il Catania farebbe bene a cedere e rimpiazzare nella sessione invernale del calciomercato. Ebbene considerando le preferenze attribuite dai 100 voti in su, secondo i tifosi in lista di partenza dovrebbero esserci Federico Angiulli, Andrea Vassallo, Dragan Lovric, Luigi Scaglia e, soprattutto, Simone Ciancio, Maks Barisic e Cristian Llama con quest’ultimo in cima all’elenco. Questo il responso del nostro sondaggio.
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Domenica pomeriggio Catania in campo contro la Cavese allo stadio “Angelo Massimino” per la 18/a giornata del girone C di Serie C. Fischio d’inizio alle ore 14.30. Nel corso del match, secondo informazioni raccolte in questi minuti domenica le previsioni meteo indicano cielo soleggiato con venti di debole intensità ed una temperatura percepita di 18-19 gradi. Bel tempo, dunque, previsto alle pendici dell’Etna.
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Il vice Presidente della Robur Siena Federico Trani torna sull’argomento ripescaggi in Serie B, dopo il caos estivo che ha coinvolto anche il club bianconero. Ecco quanto evidenziato da tuttoc.com:
“Rispetto delle regole da parte di tutti, purtroppo in Italia non funziona così. Tutti possono fare quello che vogliono appellandosi a delle leggi che non vengono applicate a dovere. Coloro che ne stanno a capo dovrebbero farsi degli esami di coscienza e pensare alle vite che stanno rovinando, dopodiché le cose potrebbero andar meglio. Prima delle riforme bisognerebbe fare in modo che le regole vengano rispettate e che i tribunali facciano il loro dovere. Inutile creare nuovi regolamenti per poi fregarsene al momento opportuno. Quest’estate abbiamo subito un abuso e ne stiamo pagando le conseguenze, siamo ancora amareggiati. Mi auguro che in futuro questi soprusi possano essere evitati”.
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A volte è davvero forte il richiamo del calcio giocato, come nel caso di Fabio Caserta. L’ex centrocampista del Catania, attualmente seduto sulla panchina della Juve Stabia che occupa la vetta della classifica del girone C, ricorda brevemente alcuni momenti di spensieratezza vissuti alle pendici dell’Etna. Ecco quanto si legge su gianlucadimarzio.com:
“A Catania con Mascara e Morimoto scherzi e risate non mancavano…un giorno Peppe gli mise una mozzarella di bufala da 250 g in bocca, gli tappò il naso e gliela fece mangiare in un sol boccone…ebbene sì, Morimoto ci riuscì! Andò diversamente con i famosi quattro pacchetti di vigorsol da masticare insieme, ma qui sorvoliamo…”.
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Umberto Calcagno, vice Presidente dell’Assocalciatori, parla dello scenario che si profila di una Serie B a 22 squadre con nessuna promozione aggiuntiva dalla C – rispetto alle quattro stabilite – ma la ricostituzione del format tramite ripescaggi. Queste le sue riflessioni ai microfoni di tuttoc.com:
“Non si è trovato un accordo perché avremmo rischiato di far peggio del commissario. Lui cambiò tutto ad agosto, noi avremmo ribaltato le cose addirittura a dicembre. La normalità, secondo le regole, è una B a 22 squadre con 4 promozioni. I format si ricostituiscono con i ripescaggi, la penso così. Sarò impopolare ma non si potevano stabilire sette promozioni o venti retrocessioni a campionato in corso: non dobbiamo dare i numeri del lotto ma seguire le norme. La Serie C, non a caso, avrà una retrocessione in meno così il format tornerà a 60. Poi resta il fatto che, purtroppo, l’imboscata estiva ha creato grandissimi danni ad alcuni club di Serie C, su questo non ci piove. Criteri ripescaggi? I criteri vengono definiti di anno in anno, non valgono per più stagioni. A breve si stabiliranno i nuovi per reintegrare l’organico della Serie B nella stagione sportiva 2019/2020”.
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Portiere della Juve Stabia capolista del girone C di Serie C, Paolo Branduani rilascia alcune dichiarazioni ai microfoni di gianlucadimarzio.com commentando anche il momento vissuto con le Vespe:
“Le statistiche positive fanno piacere ma io penso solo a lavorare duramente e con la massima umiltà. Il merito è di tutti, sia dell’allenatore che della squadra. Il centrocampo e l’attacco stanno facendo bene, anche in difesa siamo molto solidi e subiamo pochi tiri. Con Caserta lavoriamo molto sulla fase arretrata. Quest’annata può scrivere la storia. Stiamo facendo qualcosa di grandioso. Vogliamo cullare il sogno fino alla fine e raggiungere la Serie B. Siamo un gruppo molto affiatato. Fatto di grandi persone, prima che di ottimi giocatori”.
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