MONACO (Esclusiva): “Pulvirenti e Lo Monaco vengano incontro ai tifosi. Lucarelli può diventare grande. Bergamelli andava confermato. Catania, prendi Arma. Lodi e Biagianti figure fondamentali”

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Gennaro Monaco

Venerdì è intervenuto telefonicamente ai microfoni di “Radio Studio Italia”, in collaborazione con Igor Pagano e la redazione di TuttoCalcioCatania.com, un nostro gradito ospite, l’ex difensore rossoazzurro Gennaro Monaco. Tanti gli aspetti dibattuti nel corso dell’intervento: dalla personale rimpatriata nella sua amata Catania, la situazione professionale del figlio Salvatore ed i suoi trascorsi catanesi, alle vicende che ruotano intorno alla squadra dell’Elefante. Di seguito pubblicate le parti salienti dell’intervista ed il video contenente l’intervento audio integrale di Monaco:

Di recente sei tornato a Catania per fare una rimpatriata. Gennaro, un tuo pensiero sulla riscoperta della tua amata Catania…
“Io ed i miei figli, praticamente, abbiamo una vera e propria simbiosi con Catania. Avendo vissuto nella città dell’Elefante per ben 8 anni, Salvatore che è il più grande ha frequentato le scuole elementari e medie ed ha costruito un rapporto praticamente viscerale con tutti i suoi amichetti che adesso, naturalmente, sono diventati adulti di Acitrezza. E’ un qualcosa di molto bello perché di mezzo ci sono dei valori umani veramente importanti; ogni anno, infatti, vuole scendere per 3-4 giorni a Catania ed andare a trovare i suoi amici”.

Tuo figlio Salvatore in questo momento è impegnato in un processo di crescita professionale molto importante. Un buon numero di squadre importanti si stanno interessando a lui, non per ultimo il Sassuolo di Bucchi. E questo suo amore per Catania non può che far piacere alla tifoseria catanese perché anche lui è stato a tutti gli effetti un ‘figlio dell’Etna’…
“Si, perché lui, avendo fatto il raccattapalle al ‘Massimino’ per 2-3 anni, ha in prima persona avuto modo di sentire il calore e la forza che quello stadio è capace di trasmettere. E da bambini, tra i 10 ed i 12 anni, ci ricordiamo tutti quei momenti belli che poi finiamo col trasportarci fino ai 50-60-70 anni. Tutti ricordi a dir poco indelebili che lui si porta dentro e custodisce gelosamente”.

Secondo te Rachid Arma, obiettivo etneo, sarebbe un valido rinforzo per il Catania?
“Si tratta di uno degli attaccanti più forti per la Lega Pro secondo me. Lo ha dimostrato appieno in questi ultimi anni giocando bene, se non addirittura benissimo. La scorsa stagione a Pordenone è stato uno dei giocatori più continui. Personalmente Arma lo prenderei subito perché è un elemento capace di garantirti doti come profondità, gamba e possesso palla. Questo giocatore potrebbe far fare il salto di qualità al Catania, anche perché in questo momento elementi offensivi con le sue caratteristiche non ce ne sono”.

Catania che si è mosso sul mercato e continua a farlo su tutti i reparti. Forse il più grande acquisto è la conferma di Matteo Pisseri…
“Un altro di quei giocatori che, da dirigente etneo, avrei trattenuto è Dario Bergamelli perché è uno di quei difensori che preferisco e poi a Catania è stato senza dubbio uno dei più forti, se non il più forte, per rendimento. Poi, in effetti, non ho capito perché non gli sia stata allungata la durata del contratto, specialmente dopo i campionati ad alto livello che ha perfezionato a Catania. L’importante è che i nuovi arrivi rimpiazzino a dovere il giocatore, garantendo un rendimento prestazionale che riesca ad eguagliare quello di Bergamelli. Poi mi preme dire che in questa stagione il vero collante tra squadra e tifoseria sarà senza dubbio Francesco Lodi. Lui dovrà, in primis, far capire ai componenti dello spogliatoio quanto viscerale sia effettivamente l’amore che lega la tifoseria alla squadra. E, inoltre, dovrà gettare le basi necessarie per farli sentire a tutti gli effetti parte integrante della città. Ad esempio facendoli andare nei luoghi simbolo della città come la fiera o la pescheria. E’ proprio da questi aspetti che occorre partire per pensare poi di vincere il campionato, sicuramente non con le sole chiacchiere”.

Quanto è importante fare gruppo?
“E’ fondamentale perché ti dà quella forza interiore capace di farti superare tutte le avversità che trovi strada facendo oppure quando le partite ti sembrano semplici e poi finiscono col diventare complicate. Allora è fondamentale l’apporto del compagno di cui ci si fida. L’importante è volersi bene e stimarsi a vicenda. Vivendo insieme la città e la tifoseria con questa impostazione mentale si diventa gradualmente più forti come uomini e rendi sul campo almeno quel 20-30% in più. Figure come Lodi o Biagianti sono indubbiamente importanti. Cioè, stiamo parlando di quei giocatori che per tanti anni hanno vissuto a Catania. Loro devono scrollarsi di dosso le etichette di giocatori di Serie A e calarsi nella realtà vissuta. Poi stare lontani dai tifosi non porta da nessuna parte. I tifosi, specialmente in piazze calde come Catania o Napoli, sono determinanti per portarti in trionfo. E’ assurdo che nei momenti più bui in uno stadio come quello catanese ci vadano non più di 2000 persone. Allora come sempre, in casi del genere, urge un appello al direttore Pietro Lo Monaco che possa fare in modo di riportare a sé la tifoseria, chiamare al suo capezzale i capi tifosi e fare in modo di remare tutti insieme per portare in alto il nostro Catania. Perché la società senza tifoseria non può andare da nessuna parte. Questa è la storia, non perché lo dica Gennaro Monaco. La storia dice che il Catania è partito dall’Eccellenza, con Massimino si è arrivati in B e poi Pulvirenti l’ha portato in A. Ma il vero Catania dei catanesi è quello partito dai tempi dell’Eccellenza. Quale altra società in Italia è partita dall’Eccellenza ed è poi riuscita a centrare la Serie A? Forse solo il Catania!”.

Come vedi la figura di Lucarelli alla guida degli etnei?
“Personalmente non lo conosco per cui non posso giudicare a priori. Però ritengo che un allenatore che giunge a Catania e si mette a disposizione col suo staff tecnico sin da giugno sia un aspetto rilevante in positivo. Poi quest’anno la squadra partirà alla pari con le altre, senza punti di penalizzazione, e Cristiano Lucarelli avrà tutte le carte in regola per aspirare a diventare un grande allenatore portando il Catania in B. Questo può essere finalmente l’anno giusto per i colori rossoazzurri della Sicilia, a patto però che da parte della società ci possa essere spazio per il presidente Pulvirenti di affrontare la tifoseria chiedendo umilmente scusa per tutto quanto è accaduto. Perché se ciò non dovesse accadere non sarebbe possibile andare avanti. E poi che Pietro Lo Monaco possa anch’egli fare un ‘passettino’ indietro dicendo ai ragazzi di rimanere uniti e compatti per arrivare a portare il Catania dove merita”.

Reputi che il principale obiettivo stagionale del Catania sia vincere il campionato?
“L’aspetto dei mancati punti di penalizzazione è fondamentale perché già vincendo 2-3 partite all’inizio ti piazzi nei primi posti e subito dopo la tifoseria farà il resto. L’importanza di partire alla pari degli altri risiede proprio a livello psicologico. In effetti negli ultimi anni, nonostante le pesanti penalizzazioni, le partenze si sono rivelate positive però alla lunga, sicuramente a causa del pensiero costante di dover rincorrere, si è arrivati alla fine arrancando. Quest’anno sussistono tutti i presupposti affinchè il Catania possa disputare un campionato alla grande pervenendo alla promozione senza dover passare dai playoff poiché sappiamo che questi costituiscono una vera e propria lotteria. Se il Catania parte a dovere e gioca ‘da Catania’ non lo ferma più nessuno!”.

Pulvirenti dovrebbe cedere la società o è possibile risanare l’attuale situazione?
“Ha sbagliato alla grandissima verso i tifosi e dovrebbe, quanto meno, confrontarsi con loro. E’ risaputo che a Catania se sei aperto al dialogo ed al confronto sei stimato e voluto bene. Senza dubbi ha sbagliato ma nella vita a chi non è mai capitato? Pulvirenti dovrebbe venire incontro ai tifosi chiedendo il loro sostegno nei modi opportuni. Personalmente credo che le cose si possano riparare. Certo, c’è il tifoso che il nome di Pulvirenti non intende più sentirlo ma anche i risultati possono aiutare a superare. Indubbiamente il primo passo va fatto da Pulvirenti e poi da Lo Monaco andando incontro alla tifoseria e non certamente scontrandosi con essa, fatto che risulterebbe altamente deleterio”.

Monaco, in conclusione, si sofferma sulla probabile ufficializzazione di un’amichevole ad agosto tra Milan e Villarreal al “Massimino:
“Reputo che sarebbe stato più opportuno organizzarla, invece, con una squadra come il Napoli perché conosciamo bene gli ottimi rapporti intercorrenti tra i tifosi dell’Elefante e quelli partenopei”.

Si ringrazia Gennaro Monaco per la gentile concessione dell’intervista.

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1 COMMENTO

  1. Sono d’accordo con Gennaro Monaco. Per andare in serie B ci vogliono due bravi attaccanti, due centrocampisti dai piedi buoni e due centrali molto bravi. Tony D’Emanuele

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