CATANIA: non resta che sperare nell’Effetto Massimino

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Catania Curva Nord

A passo di formica in trasferta, il Catania rivive l’incubo della sconfitta

Ci risiamo. Si avanza in campionato a passo di formica, conseguendo alcuni risultati di parità, per poi prontamente ricadere. Storia di un mal di trasferta divenuto ormai cronico in casa Catania. Cambiano gli uomini, i moduli, ma alla fine la sostanza è la stessa e la classifica continua a piangere. Appena due i tiri in porta effettuati, confermando la solita inconsistenza del Catania negli ultimi metri. Marcolin parla di mancanza della necessaria cattiveria sotto porta, dovuta anche al peso psicologico sostenuto dalla delicata situazione attraversata.

Questo sicuramente incide, ma se si vuole davvero tirare la testa fuori guscio serve coraggio. Inutile piangersi addosso, ed è altrettanto inutile pensare d’imprimere una svolta in trasferta creando pochissime occasioni per andare a segno. A Chiavari, nel corso della ripresa, Marcolin ha schierato un Catania a trazione anteriore nella speranza di cambiare le sorti dell’incontro. Nonostante i tanti uomini offensivi utilizzati dopo l’intervallo, il gol lontano dal Massimino tarda ad arrivare. A giudicare dalla qualità individuale in possesso degli attaccanti a disposizione, si comprende che, evidentemente, le maggiori difficoltà il Catania le incontra in mezzo al campo. In questa sede intendiamo ribadire la mancanza di un uomo d’ordine.

Uno che detti sapientemente i tempi, capace di contribuire a non rendere fine a se stesso il possesso palla. Rosina è un giocatore dai piedi buoni, certo, ma non può fungere da regista. Lui, a nostro avviso, è potenzialmente devastante giocando negli ultimi metri, non così distante dalla porta. Altrimenti Calaiò viene lasciato in completa solitudine in avanti. Lo stesso attaccante palermitano vorrebbe, inoltre, una maggiore assistenza da Castro, pupillo di Marcolin che stravede in particolare per la sua capacità di tenere palla. E Maniero? Difficile sacrificare in panchina un attaccante in possesso di doti realizzative elevate.

In mezzo al campo Escalante ha subìto negli ultimi mesi una forte involuzione. Spesso impreciso, disordinato ed in ritardo nei contrasti, pare che con Rinaudo si pesti i piedi. Nessuno dei due comanda il gioco a centrocampo, reparto nevralgico. Stavolta il Catania ha spinto maggiormente sulle corsie laterali, come dimostra l’incremento del numero di cross rispetto alle gare precedenti. Cross che, nella maggioranza dei casi, sono però facile preda delle difese avversarie. Inoltre andrebbero maggiormente sfruttate le situazioni da palla inattiva. Manca l’inventiva, l’imprevedibilità nelle giocate, la palla dovrebbe viaggiare molto più speditamente nell’arco dei 90 minuti.

A Chiavari, il Catania ha iniziato il match con un buon approccio e sfiorando il vantaggio. Poi, alle prime difficoltà, i rossoazzurri sono andati in tilt. Masucci realizza due gol, mettendo a nudo le pecche di una difesa che si è fatta trovare nettamente impreparata. A prescindere dal presunto fallo di mano in occasione del primo gol. Confusione tattica e gioco approssimativo non sono un bel biglietto da visita per le prossime partite. Primariamente bisogna ritrovare fiducia in se stessi. Un’eventuale vittoria contro l’Avellino potrebbe aiutare in tal senso. Ma la domanda è: questo Catania sarà davvero in grado di piegare gli irpini? L’effetto Massimino può aiutare contro la quarta forza del campionato cadetto. Da solo, però, non basta. Il Massimino rappresenta un punto di forza se la squadra dimostrare di sapere trascinare i suoi tifosi. Altrimenti c’è poco da fare.