CALCIO GIOCATO, CALCIO VERO: finalmente il Catania riparte

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Catania, Torre del Grifo

Per il Catania ora si fa sul serio con il primo impegno di campionato

Quanti dispiaceri, quante amarezze nelle ultime annate, quanto rammarico misto a rabbia, stupore e confusione hanno generato gli sviluppi dell’inchiesta ‘I treni del gol’. Non si può certamente dire che a Catania si respiri calcisticamente un bel clima. Sono stati mesi molto difficili per la squadra, la tifoseria ed il club. Mesi caratterizzati da tribunali, giustizia sportiva, commenti tendenti anche a gettare fango sulla città, polemiche, viavai di calciatori in sede di calciomercato, dubbi relativi alla categoria da cui ripartire.

Un contesto dove non si è praticamente parlato in alcun modo di calcio giocato, calcio vero. Quello che i tifosi rossoazzurri vogliono finalmente vedere sul rettangolo di gioco. Adesso si fa sul serio e le partite da disputare valgono oro colato. Tutte, indistintamente. Soprattutto dovendo primariamente annullare un gap di punti piuttosto consistente.

Azzerare il -9 non sarà semplice. Il girone C del campionato di Lega Pro è ricco d’insidie e solo il fatto di chiamarsi Catania rappresenta un motivo ulteriore di stimolo a fare bene per gli avversari che, di volta in volta, la squadra di Pancaro affronterà. Domenica prossima, 20 settembre alle ore 15.00, gli etnei saranno di scena a Matera. Al cospetto di un team tra i più attrezzati del torneo e che, lo scorso anno, ha sfiorato la promozione in Serie B.

I materani sono avversari decisamente ostici, con meccanismi di gioco consolidati, rodati. Forse rappresentano la squadra meno indicata da affrontare all’inizio per un Catania interamente rinnovato ed ancora imballato. Ma la gara andrà giocata fino in fondo e con il coltello tra i denti, facendo capire sin da subito che questo Catania ha le motivazioni giuste per fare bene.

Approcciando al campionato con una buona dose di coraggio, senza alcun timore reverenziale e la voglia di andare oltre l’ostacolo. Seppure tra mille difficoltà lungo il percorso, l’Elefante c’è, esiste, resiste e scalpita per sollevare la proboscide e ritrovare il tradizionale barrito.