PILONI (ex Catania): “Gaucci eccezionali. Toshack, ti seguirei ovunque. Ho pensato di togliermi la vita”

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Ex portiere della Juventus e con trascorsi da preparatore dei portieri anche ai tempi della gestione Gaucci a Catania, Massimo Piloni rilascia un’intervista attraverso le pagine de La Gazzetta dello Sport parlando della sua vita privata e svelando alcuni retroscena interessanti:

“Hanno già messo all’asta la casa dove vivo con mia moglie Rossana, la prima volta a ottobre è andata deserta. Ma la seconda vendita è dietro l’angolo. Ho debiti pregressi, due fallimenti alle spalle, viviamo con 900 euro al mese, io mia moglie, più mio figlio che non trova un lavoro…”.

“Mi sono fidato di certa gente. Ma io ho sempre fatto del bene a tutti, non ho nemici, ho aperto le porte di casa a chi aveva bisogno. Eppure evidentemente ho sbagliato tutto. I guai sono cominciati nel 2004 dopo l’esperienza col presidente Luciano Gaucci a Catania. Andai alla Sambenedettese a fare il preparatore dei portieri nell’anno in cui il patron vendette il club e i nuovi dirigenti mi emarginarono praticando il mobbing. Non mi pagavano e mi costringevano a venire da Ancona tutti i giorni e dovevo pure firmare in segreteria. Qualcosa di umiliante. Durò quattro mesi”.

“Nel 1975 ero a Torino ed ero amministratore di una società immobiliare con negozi gestiti da mogli di soci. Dovetti rispondere io dei debiti e dovetti vendere due appartamenti e mezzo per ripianare le pendenze, dagli amici ricevetti solo assegni protestati. L’inizio del declino lo farei risalire a quel periodo lì. Poi nella mia vita ho fatto anche il rappresentante di registratori di cassa. Mi misi per un periodo in proprio rilevando la mia zona di competenza, ma nel 1995 per ben due volte mi rubarono i macchinari. I soci non mi aiutarono e, finché fu possibile, pagai le rate di un finanziamento dando pure il quinto dello stipendio. A un certo punto non ce l’ho fatta più ed eccomi arrivato a questo punto. Ho 7-8 chili di bollette non pagate nell’altra stanza, quando posso pago quella del gas per cucinare. Non posso permettermi il bollo dell’auto da 3 anni, e difatti non ho più la macchina. Sto in casa tutto il giorno, esco solo per andare a prendere i nipotini all’asilo”.

“Ho pagato troppi pranzi a troppa gente. Posso ringraziare i Gaucci, che con me sono stati sempre eccezionali, e soprattutto il mio grande amico Sergio Brio, presentatomi da Pietro Anastasi ai tempi della Juventus: è l’unico in questi anni ad avermi dato un aiuto concreto, lui è un grande uomo. Gli amici dal cuore grande esistono, mi fido solo di lui”. 

“Dei portieri che ho tirato su, da Iezzo a Storari, da Mazzantini a Pagotto fino a Castellazzi, ne ho sentiti pochi in questi ultimi anni. Ogni tanto mi chiamano soltanto Cavaliere, Aridità e Aprea. Mi piacerebbe ancora un’esperienza all’estero con Toshack, un grande allenatore che conobbi a Catania e che seguirei ovunque”. 

“Se ho pensato di farla finita? Ci ho pensato spesso, ci penso talvolta anche adesso, se non ci fosse stata mia moglie Rossana probabilmente lo avrei già fatto. Lei è l’unica donna che può stare accanto a mia madre: ha vissuto nell’agio e sa vivere con poco. Una vera compagna per la vita”.