LLAMA: “Col Monopoli ci sarà da lottare. Siamo in crescita. Catania, sono tornato per riportarti in alto”

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Davis Curiale e Cristian Llama

L’esterno offensivo del Catania Cristian Llama nel consueto ‘Face to Face’ di Ultima Sport. Abbiamo evidenziato le parole più significative del giocatore, di seguito riportate:

“Abbiamo preparato la gara col Monopoli. Sicuramente ci sarà da correre e lottare come in ogni partita. Niente di nuovo. Cercheremo di portare il risultato a casa che per noi è molto importante, concludendo l’anno nel migliore dei modi. Abbiamo trovato il giusto equilibrio. Crescerà molto di più ancora il Catania nel tempo. Ci siamo resi conto che il bel gioco non fa sempre la differenza, visto che troviamo anche campi brutti che non ti permettono di esprimere un certo tipo di calcio. L’importante è vincere. Peccato per la sosta, però è stata ritrovata compattezza, convinzione e la consapevolezza di essere forti. Dopo la sosta dovremo riproporre questo equilibrio”. 

“Conservo tanti ricordi, belli e meno belli, della mia esperienza rossoazzurra ai tempi della Serie A ma devo vivere il presente. I ricordi fanno parte del passato, bisogna capire che i tempi sono diversi, si gioca un altro calcio e devo prepararmi per questo. In futuro magari penserò a lavorare in qualità di allenatore. Io sono tornato a Catania per rilanciare le ambizioni del club, anche se la strada è ancora lunga. L’obiettivo è questo. E’ un onore per me essere uno degli uomini-simbolo del Catania. Questo mi motiva a fare ancora meglio, contribuendo a scrivere la storia. Mi sono rammaricato per i diversi infortuni, spero di essere al 100% il prossimo anno. Cercherò di dimostrare che anch’io posso dare un contributo importante. Lavorerò a Catania durante la pausa per recuperare pienamente al più presto”. 

Da piccolo sapevo che se avessi avuto continuità ed umiltà sarei potuto arrivare a giocare in Serie A. Ce l’ho messa tutta, io ho lasciato tutto per il calcio. Per i giocatori argentini il calcio è la vita, per i tifosi è passione all’estremo. Non esiste altro sport in cui l’Argentina si possa identificare. I tifosi vivono il calcio come se scendessero loro in campo. A volte questo è sbagliato, altre no. L’importante è che ci sia il rispetto. La gente argentina vive il calcio al 100%, l’idolo mio e di tutti gli argentini non può che essere Maradona”.

“Mio papà? E’ stato molto importante nella mia scelta di fare il calciatore, mi ha sempre supportato. Suo padre giocava ma non lo aiutava, quindi ha dovuto smettere e lavorare. Io invece ho sempre ricevuto il supporto da papà. Mio fratello? Provo ad aiutarlo finchè posso. Lui ora deve imparare la lingua perchè è un difensore centrale giovane, ha l’altezza e le caratteristiche per fare bene. Deve lavorare e cercare di convincere tutti. I miei figli? Sono la più grande gioia della mia vita, mi emoziona vederli. La più grande, Martina, ha cominciato subito a parlare italiano. E’ bravissima”.

“Diego Pablo Simeone? Lui dal primo giorno di arrivo a Catania, ricordo che ha portato in 3-4 giorni ognuno di noi nella sua stanza. Quella conversazione è stata il punto di partenza, ci ha fatto capire cosa volesse da ogni singolo giocatore. Ci siamo sentiti tutti importanti, ricevendo una mentalità propositiva che ti porta a fare grandi cose. Il ‘Cholo’ futuro allenatore della Nazionale argentina? A Simeone piace lavorare tutti i giorni. In Nazionale non potrebbe farlo e non credo che lui lo preferisca”.

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