Termina l’avventura del Catania ai Play Off. Sarà ancora Serie C. Fatale il doppio risultato di parità contro il Trapani, qualificatosi in virtù del migliore piazzamento in classifica. I rossazzurri avrebbero dovuto vincere per strappare il pass per la finale, invece è venuto fuori un 1-1 nel match di ritorno che serve solo ad alimentare il rammarico. Anche in questo caso i granata si confermano superiori sul piano della qualità e continuità del gioco espresso ma, a differenza dell’andata, creano meno presupposti di pericolo dalle parti di un incerto Pisseri.
Serviva un Catania più arrembante e propositivo per impensierire il Trapani. Non sono state premiate le scelte iniziali di mister Andrea Sottil che schiera i rossazzurri a specchio, secondo un 4-3-3, ma l’atteggiamento è quello di una squadra poco coraggiosa che si fa sopraffare dal pressing e dall’aggressitivà dei padroni di casa. L’inserimento di Aya terzino destro limita in qualche modo la pericolosità di Tulli, ma l’italo-tunisino spinge pochissimo e, dall’altra parte, il duo Ferretti-Nzola crea non pochi fastidi alla retroguardia. La mediana del Catania è ancora una volta lacunosa, non basta il dinamismo di Llama e Lodi viene “assalito” dai granata. In avanti l’Elefante pecca d’incisività. Va meglio con gli ingressi di Curiale e Brodic che scuotono la squadra, ma la montagna è sempre più difficile da scalare a seguito della tripla inferiorità numerica che colpisce il Catania.
Menzione a parte merita l’arbitraggio del sig. Sozza di Seregno. Arbitraggio da definire provocatoriamente a senso unico. Sin dalle battute iniziali si dimostra cervellotico nella valutazione degli episodi con una chiara tendenza a fischiare in favore dei granata al minimo contatto. Molte volte assistiamo a veri e propri “tuffi”. E’ del tutto inesistente, ad esempio, il fallo concesso al Trapani in occasione del calcio di punizione vincente di Taugourdeau. Metro di giudizio diversissimo, poi, per quanto riguarda la gestione dei cartellini. Eloquente la testa spaccata di Llama dopo un intervento “brutale” in mezzo al campo con l’incredibile mancata ammonizione del diretto avversario. Poco prima del rosso inflitto a Biagianti (doppia ammonizione), l’arbitro non vede il precedente intervento ostruzionistico granata (uno dei tanti nell’arco dei 90′). Direttore di gara fin troppo fiscale anche in occasione delle altre due espulsioni comminate ai rossazzurri. Ma non lo dite a mister Vincenzo Italiano: lui, stavolta, non ha proprio da lamentarsi nel post-gara.
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