CAMPLONE: “Furlan sta facendo benissimo. Dobbiamo pensare di più in campo. Dateci una mano, il campionato si vince alla fine e qua nessuno ci sta a perdere”

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Lunga conferenza stampa di mister Andrea Camplone, alla vigilia di Catania-Cavese. Queste le parole del tecnico rossazzurro in sala congressi evidenziate da TuttoCalcioCatania.com:

“Quando si scende in campo abbiamo un atteggiamento diverso nelle gare disputate in casa e fuori. Bisogna capire che è pur sempre una partita di calcio, si gioca contro un avversario mettendoci tutto quello che uno ha. Rinunciare a giocare mi dà fastidio. Fortunatamente in casa questo problema non c’è, nonostante avessimo affrontato squadre venute qui a chiudersi. Con difficoltà ma abbiamo sempre cercato di giocare palla a terra tra le mura amiche, invece fuori facciamo fatica. Prendere 4 gol a Monopoli fa male, bisogna cambiare registro. Ci stiamo lavorando. Infermeria? Gli infortuni pesano ma chi va in campo dà un contributo. Silvestri si è allenato, Distefano è rientrato. Per gli altri i tempi di recupero sono lunghi“.

“Un pò tutto l’ambiente avverte questa negatività, anche se siamo rinchiusi qua dentro. I ragazzi leggono le notizie, ma devono pensare solo alle situazioni di campo, altrimenti diventa dura. Io guardo la squadra e la vedo scafata. La migliore ricetta è la vittoria. Vinciamo mercoledì e tutto passa credo, ma poi ci sono due trasferte e dovremo essere bravi ad affrontarle, se no diventiamo una barzelletta. Abbiamo una delle peggiori difese ma anche uno dei migliori attacchi, basta poco per creare equilibrio, serve attenzione e più cattiveria sotto porta. E’ una questione individuale. Qualcuno deve tirare fuori gli attributi. Non siamo il Real Madrid, ma ci troviamo a ridosso della prima in classifica. Se non è la giornata giusta per giocare a calcio, la squadra deve fare legna e dare continuità, se no quello che crei in casa lo demolisci in trasferta”.

“Esistono le rotazioni dei centrocampisti, lo smarcamento, tante situazioni di gioco nell’arco dei 90′. A Monopoli determinati meccanismi non riuscivano perchè la squadra era lunga, troppo distante tra i reparti, non avevamo la giocata vicina. E’ andato tutto storto sia a Potenza che a Monopoli. Nonostante questo, al ‘Veneziani’ ci siamo ritrovati in vantaggio per 1-2 con due tiri in porta. Questa squadra pensa poco, bisogna interpretare le partite. Capire come smarcarti e trovare alternative. Il calcio è questo. Leggo i giornali, tutti a dare la colpa a Noce. Io m’incazzo. E’ un ragazzo, ha dato il suo contributo in una partita difficilissima ma così lo perdiamo. Diamo fiducia a questi ragazzi. Mercoledì convocheremo due elementi della Berretti. Catania deve vincere il campionato, lo sappiamo. Ma da inizio stagione dico di darci una mano, invece vedo attriti. Guardate che se perde il Catania, perde tutta la città. Io vado via, i giocatori passano, ma il Catania rimane. Non capisco perchè la piazza si stia incupendo facendo questa guerra. Lasciamo fuori la squadra, i campionati si vincono alla fine. Posso essere primo in classifica dall’inizio dell’anno e poi perdo le ultime cinque gare. Il tifoso vuole vincere, ma anche noi. Nessuno qua ci sta a perdere”.

Furlan in panchina? E perchè? Se abbiamo preso 10 gol dovrei cambiare tutta la squadra. Dalla punta ai difensori. Posso permettermelo? Non credo. Non si prende gol solo per colpa del portiere. Se quello salta da solo o arriva a tu per tu con l’estremo difensore, questo che deve fare? Furlan sta facendo benissimo. Io poi leggo i giornali. Tutti gli ex vengono esaltati e qui massacrati. Perchè? Nel calcio si sbaglia, ma serve dare un’altra possibilità. Come si fa a dare continuità se uno ha il fucile puntato addosso? Il calciatore giocherà con paura, diamo allora serenità a questi ragazzi”.

“Di Piazza e Curiale? Insieme non giocheranno, a parte la parentesi di Monopoli. Per giocare insieme nel 3-5-2, se lo rifaremo, mi devono garantire copertura ma anche corsa. Se no regaleremmo due pedine agli avversari. Con il 4-3-3 Di Piazza ha anche giocato da esterno avendo corsa, ma non con buoni esiti. Lui ci dà la profondità, però deve imparare a giocare con la squadra. Ci sono delle situazioni in cui deve farci salire, tenere palla, fare sponda, guadagnare qualche punizione. Non sempre si può giocare a calcio. Ho due punte. Posso schierare Di Piazza o Curiale, valutiamo. Nessuna ha il posto fisso. Guardo gli allenamenti. Chi mi dà maggiori garanzie gioca“.

A Monopoli non ha funzionato la fase difensiva. Due difensori nella difesa a tre devono sapere impostare. Due uomini attaccavano sempre i nostri spazi perchè il centrale non si abbassava per dare tranquillità a chi impostava. I quinti, inoltre, agivano da quarti. Anche le mezzali devono fare un certo tipo di lavoro. Posso far venire dentro un’ala e alzare l’altra, oppure schierare un 4-2-4 o alzare un terzino facendo il 3-4-3. Ci sono le varianti in campo, noi ci alleniamo in tutte queste situazioni. Dobbiamo sapere gestire tali fattori, tecnica ed esperienza non bastano”.

“La Cavese non verrà qui ad erigere barricate. Campilongo conosce bene Cava, avendo già allenato la Cavese. Tra l’altro lo sostituì io l’anno successivo. Giocheranno con un 4-3-3 classico, hanno calciatori propositivi e mi aspetto un match disputato a viso aperto, senza esclusione di colpi. Poi se sono più forti, c’è solo da applaudire. Questo è il mio calcio. Io devo venire in sala stampa sapendo di avere costruito 15 palle gol e felice per questo, anche se perdo. Perchè so che la prossima la vinco. Invece se mi presento in sala stampa facendo due tiri in porta diventa faticoso per me. Il mio calcio è propositivo, i giocatori non devono avere paura di fare quello che proviamo. La responsabilità è mia. Prendiamo 10 gol? Colpa mia sempre. Libero la testa dei giocatori, cercando di giocare da Catania. E’ come il leone nella giungla, si sveglia e sa di dovere correre per mangiare. Dall’altra parte c’è la gazzella. Gli altri corrono il doppio perchè siamo il Catania, la stessa cosa succede al Bari, alla Reggina. Infatti tutte le grandi stanno avendo difficoltà. Non vedo l’ammazza-campionato perchè le piccole sono affamate. Noi dobbiamo avere più fame perchè solo con il nome ed il blasone non vai da nessuna parte”. 

Da tutti chiedo di più. Le catene devono lavorare in sintonia, evitando di lasciare buchi se no andiamo in difficoltà. Fondamentale è l’approccio e la lettura che dai alla partita. Inutile fare schemi e schemini se tu non sai leggere la gara. Possiamo stare pure dieci ore. Io non voglio che i giocatori imparino a memoria. Il calcio va interpretato perchè ogni partita ha le sue sfaccettature e varianti. Quest’anno sono arrivati una decina di giocatori. Del gruppo vecchio sono rimasti in pochi. Questa squadra, forse, ancora si porta dietro la mentalità dello scorso anno, oppure questo tipo di calcio fuori casa non lo sopporta“.

Sulla base della mia esperienza, dico che quando una squadra sa cosa fare in campo non esiste casa o trasferta. Noi non andiamo a giocare davanti a 80mila spettatori. E’ sempre una partita di calcio. Deve essere un piacere giocare, non una paura. Sto cercando di trasmetterlo ai giocatori. Se tu sai quello che devi fare, non c’è mal di trasferta. Basta poco. Si deve parlare di più in campo. Anche questo aiuta. Se vogliamo far pressione in avanti, il centrocampo supporta gli attacchi e la difesa spinge i centrocampisti, ma poi la difesa deve farsi trovare pronta dietro per evitare che gli attaccanti avversari vadano a nozze. Se il compagno non è messo bene, ritardiamo tutti. Le catene si devono conoscere meglio. Se gioca Di Molfetta, lui e Pinto devono conoscersi. Se gioca Mazzarani, vuole palla in una certa maniera. Bisogna parlare anche fuori dal campo. E pensare”. 

Mi aspetto sempre qualcosa di più da tutti. Dagli anziani soprattutto in determinate partite e nei momenti critici, ragionando senza perdere la testa. L’impegno non manca in questo gruppo. Forse nel parlare è mancato qualcosa, probabilmente anche a me che sono il primo capitano della nave. Io faccio autocritica tutti i giorni. Ho rivisto la gara di Monopoli cinque volte, pezzetto dopo pezzetto per spiegare ai ragazzi tutto quello che non abbiamo fatto”. 

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