CATANIA: il 9 febbraio la svolta, i numeri di una difesa diventata impenetrabile ed i meriti del centrocampo

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9 febbraio 2020, data da cui il Catania a Castellammare di Stabia contro la Cavese ha cominciato a costruire le basi per un rilancio delle proprie ambizioni in campionato. Superata la difficile settimana post Catania-Monopoli, in un momento in cui la squadra dava l’impressione di essere dimessa e profondamente sfiduciata, l’arrivo del neo Amministratore Delegato Giuseppe Di Natale ha dato una ventata di tranquillità ai giocatori che, unitisi nelle difficoltà e stimolati da mister Cristiano Lucarelli e dal suo staff, si sono ricompattati intraprendendo un percorso nuovo.

Percorso importante testimoniato dal mantenimento di un’imbattibilità che dura ufficialmente da 7 partite. Lo 0-1 inflitto alla Cavese ha evidenziato i primi incoraggianti segnali di ripresa, proseguendo sulla strada giusta malgrado l’eliminazione dalla Coppa Italia al cospetto della Ternana, pareggiando a testa alta nuovamente in casa coi rossoverdi e contro la capolista Reggina. Poi, tre vittorie consecutive archiviando le pratiche Picerno, Vibonese e Bisceglie.

Da sottolineare il cinismo e la concretezza sotto porta delle ultime gare, ma soprattutto la solidità del reparto arretrato che, dal sopra citato 9 febbraio, subisce la media di 0.43 gol a partita. Merito anche dei due centrocampisti che svolgono prevalenti compiti di rottura e filtro ma, al tempo stesso, non disdegnano la conclusione dalla lunga distanza. Vedi le traverse colpite da Bruno Vicente ed il primo gol rossazzurro di Francesco Salandria. Ma anche gli attaccanti partecipano con equilibrio e spirito di sacrificio alla fase difensiva. Sta dando i suoi frutti il lavoro collettivo basato sull’utilizzo del 4-2-3-1, unitamente alla capacità di cambiare pelle in corso d’opera.

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