SILVESTRI: “Paghiamo certe disattenzioni. E’ una questione mentale. Bello essere capitano del Catania”

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Ospite telefonico di Futura Production, nel corso del programma ‘SoloChiacchiere’, il difensore e capitano del Catania Tommaso Silvestri parla dell’1-1 maturato contro la Cavese e del momento attuale in casa rossazzurra:

E’ inuitile negarlo, si sono verificate diverse situazioni che non ci hanno permesso di esprimere al meglio le nostre potenzialità domenica. Siamo in una situazione deficitaria per quanto riguarda l’organico. Molti giocatori erano adattati in certi ruoli, le condizioni del campo non ci hanno dato una mano e si è fatta sentire la stanchezza giocando tre gare di fila. Si poteva e doveva dare comunque di più perchè siamo stati bravi a trovare il vantaggio ma non lo abbiamo tenuto fino alla fine. Una partita brutta e difficile come domenica bisognava portarla a casa con tutte le proprie forze. In molte seconde palle eravamo in ritardo, non siamo stati lucidi nel tenere il pallone quando loro ce lo permettevano. Va anche detto che la classifica della Cavese è assolutamente bugiarda perchè ha giocatori di grande qualità come Russotto”. 

L’espulsione di Tonucci? Ha ammesso di essersi disinteressato del gioco ma il gesto non era violento come si pensava. Anche dal replay si vede che alza il braccio ma non va sicuramente a colpire l’avversario con un pugno. L’arbitro però, quando vede queste situazioni, è anche normale che decida così. Dispiace per le due giornate di squalifica, anche perchè sappiamo l’importanza del giocatore. Tacopina? Sarei falso a dire che non sappiamo delle evoluzioni societarie. Dal punto di vista esterno cerchiamo di isolarci per la maggior parte delle cose ma siamo tutti a conoscenza di questa trattativa. Cerchiamo di aiutare con i risultati. Pecorino? Ha la testa sulle spalle, ha in mente un obiettivo e mi auguro che continui a darci una grossa mano perchè per noi è una risorsa importante”. 

“Il gol della Cavese l’ho rivisto 400 volte. Non ricordo di avere subito particolari rischi, non c’era il sentore che prima o poi il gol lo avremmo preso. E’ stata una doccia fredda. Ci siamo fatti trovare impreparati nel difendere lo specchio della porta. Nella circostanza è uscito Tonucci, io mi sono posizionato sulla zona del primo palo mentre i due attaccanti più l’inserimento del loro centrocampista sono sfilati sul secondo palo, lì bisognava marcare il più possibile a uomo prendendo i riferimenti. Eravamo in ritardo, loro hanno attaccato la porta frontalmente e noi non siamo riusciti a contrastarli in tempo. Dovevamo accorciare prima, abbiamo lasciato troppa libertà a chi ha effettuato il lancio iniziale, c’è stata poca aggressività nello specifico. Sono delle piccole cose che ci fanno prendere gol. Penso anche alle reti subite attraverso qualche rimessa laterale. In certe situazioni non siamo attenti al 100% e le paghiamo. Io credo che sia soprattuto una questione mentale, con la squadra che abbiamo non possiamo concederci questi cali mentali, dobiamo lavorare molto su questo aspetto. La nostra è una difesa esperta ed importante, queste cose dovrebbero accadere meno spesso”.

Essere capitano del Catania è una bella sensazione, un onore e onere perchè quando arrivi a quasi 30 anni a diventare capitano di una squadra con un blasone e una storia così rilevante ti rendi conto di essere arrivato in un punto importante della carriera. Ne vado orgoglioso soprattutto perchè ricevo la fascia da un grande giocatore e amico come Biagianti, a cui ho cercato di rubare il più possibile dal punto di vista tecnico e soprattutto umano. Con il gruppo ci sono momenti in cui devi fare sentire il peso d’indossare la fascia. Mi sono sempre fatto voler bene da tutti, sia all’interno dello spogliatoio che fuori”.

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