SPAREGGI PROMOZIONE: dal ’49 ai giorni nostri. Catania, a Taranto l’ultima gioia

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Tifosi Catania a Taranto
Tifosi del Catania allo stadio "Iacovone" nel 2002.

Più volte il Calcio Catania è stato costretto a ricorrere agli spareggi promozione, riuscendo a spuntarla per l’ultima volta nel 2002 a Taranto. Ma vediamo cosa dice la storia nel dettaglio, a cominciare dal 1949-50.

Curioso lo spareggio tra Catania e Avellino, valido per l’accesso alla Serie B, disputatosi all’Arena Civica di Milano il 29 luglio 1949. Vinsero gli irpini in virtù della rete siglata da Fabbri nel finale ma, a causa di un illecito sportivo commesso contro lo Stabia, i campani furono declassati in Promozione ed il Catania salì in B. Il 28 luglio 1953 il Catania allenato da Fioravante Baldi si giocò il pass per la Serie A. Terminato il campionato al secondo posto, a pari merito con il Legnano (quota 41 punti), si rese necessaria la disputa di uno spareggio sul neutro di Firenze. Tantissimi tifosi catanesi raggiunsero l’impianto sportivo fiorentino, ma il verdetto del campo sancì il successo della formazione lombarda per 4-1. Il match si decise praticamente nel giro di 12 minuti: Manzardo, Palmer, Mion e ancora Palmer a segno tra il 29’ e 41’. Nella ripresa il Catania reagisce ma trova la via del gol soltanto al minuto 74 con l’attaccante romano Sergio Quoiani.

Non andò bene nell’estate 1978. I rossazzurri guidati prima da Carlo Matteucci e successivamente da Guido Mazzetti, vinsero il torneo di Serie C con 52 punti in classifica ma a pari punti con la Nocerina. Per la promozione fu decisivo lo spareggio, giocato a Catanzaro il 18 giugno 1978, che vide prevalere i campani per 2-1. Il Catania passò in vantaggio con Bortot, prima che i molossi pareggiassero con Bozzi su rigore e andassero a segno nella ripresa con Spada. Nacque proprio in quell’occasione l’ormai storica amicizia tra tifosi nocerini e catanzaresi. Una delle emozioni più grandi della storia dell’Elefante, invece, fu provata negli spareggi promozione per la A del 1983. Prima il 18 giugno piegando la resistenza del Como all’Olimpico di Roma con Crialesi. Poi, il 25 giugno, pareggiando a reti bianche al cospetto della Cremonese, nel medesimo impianto sportivo con 40mila cuori rossoazzurri a battere sugli spalti. Straordinario lo spettacolo nelle tribune. L’allora tecnico grigiorosso Emiliano Mondonico, al termine del match disse “Appena entrati in campo ci siamo resi conto che il verdetto era già stato sancito. Oltre al Catania, avevamo di fronte un’intera città”.

Nel 1997, cambia la categoria. Il Catania di Giovanni Mei milita in Serie C2 e, conclusa la stagione al quarto posto, deve spareggiare. Sulla sua strada un avversario molto forte, la Turris, che all’andata pareggiò 0-0 ai piedi dell’Etna per poi accedere al turno successivo in virtù dell’1-0 inflitto ai rossazzurri nel match di ritorno disputato ad Avellino. Rete di Antonaccio. Proprio la Turris vinse i Play Off regalando un dispiacere, in finale, al Benevento. Gran delusione anche nel 2001. Dopo avere eliminato agli spareggi l’Avellino (1-0 a sfavore in Irpinia e 2-0 rifilato ai biancoverdi in Sicilia), nella tanto attesa finalissima col Messina il Catania di Vincenzo Guerini, reduce da una lunga cavalcata, arrivò con poche energie all’appuntamento. I peloritani erano più freschi, sfruttarono prevalentemente la migliore condizione atletica ed ebbero la meglio. In un Cibali stracolmo, Ambrosi porta in vantaggio l’Elefante al 42′ ma, nel finale, Marra sigla l’1-1. A Messina, nel giorno della tragica morte del tifoso Tonino Currò, il rigore trasformato da Sullo regalò la B ai giallorossi. L’anno seguente, ancora Play Off sulla strada del Catania. La squadra presieduta da Riccardo Gaucci, stavolta, vide concretizzarsi il sogno di fare ritorno in Serie B. Successivamente al ko di misura allo stadio “Adriatico”, la squadra allenata dal duo composto da Maurizio Pellegrino e Ciccio Graziani riuscì ad imporsi nella bolgia del “Massimino” grazie ad una contestatissima rete di Massimo Cicconi. Sia con Pescara e Taranto furono battaglie sportive epiche.

Al cospetto dei pugliesi, decisivo si rilevò un grandissimo gol siglato da Michele Fini alle pendici dell’Etna. Lo 0-0 in uno “Iacovone” infernale certificò la promozione rossoazzurra nel torneo cadetto. Gli etnei tirarono fuori gli attributi e, con grande carattere, spirito di sacrificio, senso di responsabilità ed un pizzico di fortuna fecero esplodere di gioia una città affamata di calcio. Nella stagione 2016-17, brevissima avventura Play Off in Lega Pro. Prima Fase, il Catania aveva l’obbligo di battere la Juve Stabia a Castellammare. L’espulsione di Tino Parisi fu assai determinante nell’economia della gara. Nonostante l’inferiorità numerica gli etnei provarono a giocarsela ma lo 0-0 finale qualificò le Vespe. Tra i campani militava anche la punta Francesco Ripa. Ad aggiudicarsi i Play Off fu il Parma. Tre anni fa, il Catania di Cristiano Lucarelli archiviò la pratica Feralpisalò (1-1 all’andata, 2-0 al ritorno) prima di subire la cocente delusione in semifinale con la Robur Siena: Marotta regalò l’1-0 ai bianconeri in Toscana, al ritorno finì 2-1 per il Catania con reti di Santini, Curiale e Lodi (rig.). Furono necessari i calci di rigore: fatale l’errore dal dischetto di Mazzarani (in precedenza avevano fallito Blondett e Bulevardi). Nel 2019, dopo avere liquidato Reggina e Potenza, doppio pareggio col Trapani (2-2 al “Massimino”, 1-1 al “Provinciale” con Lodi e Curiale in gol per i rossazzuri) insufficiente ai fini dell’accesso in finale per i ragazzi di Sottil. I granata salirono in B a braccetto col Pisa, eliminando rispettivamente Piacenza e Triestina. Nella passata stagione, infine, un Catania molto sfortunato subì il pareggio nel finale sul campo della Ternana dopo essersi divorato lo 0-2 con Barisic: Ferrante rispose al vantaggio di Biondi per il definitivo 1-1.

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