L’EDITORIALE – Orgoglio e forza mentale, sperando in un miracolo. Ci si aggrappa a qualcosa che faccia rima con futuro

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A cura di Gianluca Virgillito, Direttore Responsabile della testata Antenna Uno Notizie su Bella Radio Tv e Radio Antenna Uno

Scrivere del Catania in questi giorni non è mestiere e attività per deboli di cuore, ma un compito difficile da svolgere per la necessità di utilizzare parole ed espressioni che includano sostanzialità, verità assoluta e sensibilità giornalistica, concetti che possono sembrare antitetici… La verità nuda e cruda però resta l’unico obiettivo che un buon giornalista deve perseguire.

Le notizie giunte dalla sezione fallimentare del Tribunale di Catania hanno drasticamente ridotto le residue speranze che qualcuno possa salvare il ramo sportivo del fallito Calcio Catania SpA, il primo ed unico elemento fondante che fornirà indicazioni concrete nel merito sarà la decisione dei curatori fallimentari circa l’estensione o meno dell’esercizio provvisorio oltre il 28 febbraio. Questo indirizzo ci dirà se ci sono o meno i presupposti temporali per provare a trovare una soluzione definitiva che permetta la cessione ad una società terza della squadra e, successivamente, del titolo sportivo. Chiaro che per prendere la direzione dell’attesa, i curatori dovranno avere elementi tangibili di eventuali interessamenti dell’ultima ora.

In questo scenario, a dir poco surreale, occorre anche parlare di campo. Qui le note liete, anche se il Catania non viaggia certamente in buone acque in classifica, ma ormai da tempo alla tifoseria rossazzurra interessa soltanto vedere gente che lotta per la maglia e per i colori e questo è un punto a favore della squadra: anche adesso che arriva l’ufficialità della seconda penalità per gli etnei (un altro -2 che porta a 4 i punti di penalizzazione per inadempienze dell’ultima proprietà del Calcio Catania), sul campo della Juve Stabia viene sfoderata una prova di orgoglio e di forza mentale, corale che spiazza tutti.

Un 2-0 figlio di una prestazione convincente, da parte di tutti gli interpreti, che non fa altro che accrescere il dispiacere nell’essere consapevoli che queste partite potrebbero essere davvero le ultime. Uno scenario terribile. Si spera ancora in un miracolo. La città vive, con la disillusione del cuore ferito e quasi alla resa, cercando di aggrapparsi a qualcosa che possa fare rima con futuro.

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