ESCLUSIVA – Morra: “Catania sempre parte della mia vita, sono stato amato da tutti. Tempo e programmazione per risalire”

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Ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com l’ex bandiera rossazzurra Damiano Morra, che vanta in assoluto il record di apparizioni con la maglia etnea (320), ricorda i suoi nove anni trascorsi alle pendici dell’Etna (dal ‘75 al ‘84). Menzione speciale per la sfida dell’Olimpico contro la Cremonese, gara che valse la promozione del Catania in Serie A dopo dodici anni. Spazio poi ad alcune riflessioni sul fallimento del club e le prospettive di un nuovo Catania che programmi la risalita nelle categorie professionistiche.

Damiano, hai indossato la maglia del Catania praticamente in tutte le categorie professionistiche del calcio italiano. Quando arrivasti dal Parma ti saresti immaginato di diventare una bandiera del club?
A Catania mi sono sempre trovato benissimo e, anche a 40 anni di distanza, la gente mi dimostra un affetto incommensurabile. Ogni volta che scendo in città tutti gli attestati di stima che ricevo non fanno altro che inorgoglirmi per ciò che ho dato a questi magnifici colori. Ovviamente quando arrivai non mi sarei mai aspettato di diventare una bandiera del club rossazzurro rimanendo per nove stagioni alle pendici dell’Etna. Tutti i miei anni di permanenza sono stati assolutamente meravigliosi, vissuti da parte mia con il massimo impegno, intensità, passione e voglia di fare bene. Ci sono stati anche momenti un po’ meno belli, come ad esempio le retrocessioni, tuttavia la mia avventura a Catania è stata qualcosa di davvero unico e straordinario, per cui questa città e la sua gente faranno sempre parte della mia vita e rimaranno saldamente impressi nella mia memoria e nel mio cuore.”

Quale partita ricordi con più nostalgia?
Ci sarebbero davvero tantissime partite da dover raccontare, ma per forza di cose quella più importante è stata lo spareggio dell’Olimpico contro la Cremonese che ci permise di ritornare in Serie A. C’erano quarantamila catanesi ad incitarci e sostenerci. È stato qualcosa di magico, meraviglioso e speciale. Ancora oggi ripensando a quella sfida mi vengono i brividi. Un’altra partita che non potrò mai dimenticare fu la sfida interna con l’Arezzo, nella quale per la prima volta arrivarono in Sicilia i miei genitori. Il caso volle che proprio contro gli amaranto realizzassi una rete pazzesca con un tiro dai 30 metri che si infilò sotto l’incrocio. Per l’intensità delle emozioni queste rappresentano in assoluto le due sfide per me davvero indimenticabili.”

Come mai dopo nove anni decidesti di andare via e, complessivamente, com’è stato il tuo rapporto con il presidente Massimino?
Non vorrei esprimermi sulle motivazioni che mi spinsero ad andare via, però posso dire che successero alcune cose che mi portarono, seppur molto a malincuore, a prendere la decisione di lasciare Catania. Con il presidente Massimino avevo un rapporto davvero straordinario e poi lui stravedeva per me. Io ero uno che quando andava in campo non pensava a nulla se non a fare bene il proprio dovere nel corso di quei 90 minuti quindi sono stato sempre trattato bene ed amato da tutti. Non ho mai avuto alterchi con il ‘presidentissimo’, semplicemente in quell’anno lì ci furono un insieme di cose, comprese la retrocessione e le conseguenti contestazioni della piazza, che mi portarono a lasciare definitivamente il Catania. Dopo nove anni trascorsi indossando quella maglia fu una decisione molto difficile da prendere ma in quel momento ho ritenuto fosse più opportuno intraprendere percorsi differenti.

Che emozioni ti ha suscitato il fallimento del Calcio Catania?
Senza dubbio il fallimento del club rappresenta una ferita ancora aperta che mi provoca tanto dolore. Non mi sarei mai aspettato che il Calcio Catania potesse scomparire ed anzi, da tifoso, ho sperato con tutto me stesso che alla fine qualcuno si facesse avanti per salvare il club e porre finalmente un rimedio a tutta questa brutta vicenda. Purtroppo questo non è accaduto e, da catanese adottivo quale sono, ancora oggi mi chiedo come sia stato possibile far scomparire una società così importante e gloriosa. Il mio desiderio più grande era che qualcuno rilevasse il club e lo rilanciasse con ambizione e serietà riportandolo nuovamente nel calcio che conta. Disgraziatamente ciò non è successo. Vedremo ora cosa accadrà con la nuova società, anche se non posso negare di essere in ansia nel cercare di capire ciò che potrebbe accadere nei prossimi giorni. Ovviamente spero che tutto possa andare per il meglio e che il nuovo Catania venga rilevato da un imprenditore forte e voglioso di riportare questa città là dove merita di stare.

A tal proposito, cosa pensi che accadrà nell’immediato futuro?
Innanzitutto bisognerà capire chi si farà avanti per acquistare il club e quali saranno i suoi progetti. Il mio desiderio è che si possa materializzare qualche gruppo realmente serio e disposto ad investire a Catania. Purtroppo nonostante lo scorrere inesorabile del tempo e l’avvicinamento alla data di scadenza dell’avviso pubblico, ancora non sembra esserci nulla di concreto. Mi auguro e spero vivamente che chi si presenti abbia voglia di immettere tanti capitali perché per ripartire e tornare nuovamente nel calcio che conta serviranno svariati milioni di euro. Chi si farà avanti dovrà essere non soltanto forte economicamente ma anche molto serio. La parola d’ordine da perseguire dovrà essere programmazione e ragionamento. Non avrebbe alcun senso vincere quest’anno il campionato di Serie D per poi l’anno prossimo sprofondare nuovamente tra i dilettanti. Serviranno quindi competenze, idee e soprattutto le persone giuste da inserire nei diversi ruoli. Chi verrà a Catania dovrà fare le cose per bene, prendendosi tutto il tempo necessario per programmare la risalita senza voli pindarici ma pensando soltanto un passo alla volta. Solo così si potrà ritornare nel calcio che conta.”

Si ringrazia Damiano Morra per la cortesia, la disponibilità ed il tempo concesso per l’intervista.

 

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