STAMPA LOCALE – Lo Porto: “Sarao-Jefferson, staffetta da proporre sempre. Pelligra, comprensibile non avere acquisito prima il Catania”

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Daniele Lo Porto, giornalista del ‘Giornale di Sicilia’, nel corso di ‘Calcionate – I Commenti in Casa RossAzzurra’, a Globus Television, si è soffermato sulla prestazione offerta dal Catania domenica scorsa parlando anche della panchina come grande punto di forza della squadra, e non solo:

“Lodi non ha fatto una grandissima partita, De Luca ha avuto il merito di colpire la traversa che ha portato al gol di Rizzo. Quest’ultimo ha disputato una gara straordinaria e sembra un altro calciatore da quello che ricordavamo in C con la maglia del Catania. La squadra di Ferraro generalmente soffre nel primo tempo perchè le avversarie nei primi 45′ mettono il 150% in campo, poi nella ripresa le altre non hanno la stessa panchina del Catania ed emergono in modo clamoroso le differenze tattiche e tecniche”.

“Il Catania tiene in panchina un giocatore come Jefferson che segna a 2 minuti dal suo ingresso in campo e 30 secondi dopo aveva già fatto uno stop di petto fornendo un assist per Giovinco che aveva calciato malissimo. Giocatore che riesce ad avere una capacità di concretezza e di realizzazione incredibile, Jefferson. Sarao fa il lavoro sporco, logora psicologicamente e atleticamente i difensori avversari costringendoli al fallo. Nella ripresa quando entra Jefferson, che vanta grandissime capacità realizzative, si ritrova una difesa sotto stress. Questa staffetta credo vada riproposta fino alla fine del campionato”. 

“Perchè Pelligra non ha acquistato il Catania quando ancora militava in C? In ogni caso aveva 60 milioni di buoni motivi per non provare ad intervenire in precedenza. Non dimentichiamo il buco nero infinito del Catania. Anche se Pelligra avesse saputo due anni prima della possibilità d’investire a Catania, non credo sarebbe arrivato tanto facilmente al club rossazzurro. Scelta molto comprensibile quella di ripartire con un progetto da zero interrompendo anche degli aspetti estremamente negativi che si trascinavano da anni, oltre che rapporti lavorativi e professionali che non erano più da mantenere”.

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