DE LUCA: “Il Catania era un po’ una mia vittima. Con Tabbiani nessun rancore, Zeoli un fratello. Ancora non ho fatto nulla di eclatante”

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foto Catania FC

Intervistato da La Casa di C, l’attaccante Giuseppe De Luca torna sulla D vinta la scorsa stagione ai piedi dell’Etna parlando anche del presente rossazzurro. Ecco quanto evidenziato:

“Già ai tempi di Bergamo si parlava di un possibile arrivo a Catania ma non se ne fece nulla, i siciliani specie ai tempi del Bari erano un po’ una mia vittima e mi piaceva affrontarli. Ci avevo perso le speranze ma quando ho avuto la possibilità di giocare qui non ho potuto rifiutare. Il ricordo della Serie D? Sin dal ritiro eravamo un blocco unito, vincere non è mai semplice e Ferraro è stato l’allenatore giusto anche nella gestione delle situazioni. Ci si prendeva sempre in giro tra di noi in spogliatoio, soprattutto con Rapisarda, Rizzo, Sarno, Palermo e Sarao, c’era voglia di stare tutti insieme in allenamento e riportare l’ambiente dove meritava di stare, pensare a queste categorie per la storia di questo club è folle. La festa è stata unica”.        

Sul presente: “Con Tabbiani non c’era feeling ma non ho rancore. Zeoli? Lo chiamo il profeta perché è il re delle palle inattive, è un fratello, una persona speciale. Sono sempre stato lo stesso, sapevo che allenandomi forte sarebbe arrivato il mio momento anche se ancora non ho fatto nulla di eclatante. Ho trovato continuità e sto facendo gol che é sempre molto importante. Sono contento di essere ripreso in considerazione. Era ciò che aspettavo da tempo, come la prima rete al Massimino davanti a un pubblico straordinario. Pensiamo al Messina e tra un po’ di mesi posso dire se la lettera può trasformarsi in B oppure no. Speriamo di fare già quest’anno qualcosa di importante”.

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