ZEOLI: “Squadra deve guardare la classifica, osare di più e rispondere sul campo. Nulla da chiedere, solo dare tanto al Catania e ai tifosi”

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foto Catania FC

Vigilia di Catania-Potenza. Non solo il vice presidente ed amministratore delegato Vincenzo Grella. In sala stampa parla anche il neo allenatore rossazzurro Michele Zeoli dopo la fine del matrimonio del Catania con Cristiano Lucarelli:

“Ci tengo a ringraziare la società per avermi dato questa possibilità. Sono stato scelto per arrivare a degli obiettivi. L’obiettivo primario domani è il Potenza, allo stesso modo ci tengo a ringraziare mister Lucarelli perché oltre ad avermi scelto nel suo staff mi ha portato ad avere un piccolo vantaggio rispetto ad altri allenatori, cioè conoscere i giocatori della rosa. So dove sto andando, ho delle responsabilità importanti. So qual è il mio ruolo adesso e il futuro. Sono stato chiamato per aiutare il Catania, credo sia la cosa più bella questa. Se dovessi mettere davanti le mie ambizioni, il mio ‘Io’, il mio modo di pensare il calcio farei in questo momento il più grosso errore della mia vita. Viene prima il Catania, in questo momento c’è da portare la nave in porto. Raggiungendo quegli obiettivi che tutti sappiamo. La mia testa è qui, alla partita di domani, penso solo al prossimo avversario”.

“Ho parlato anche con i calciatori. Mister Lucarelli più volte diceva che non avevamo la possibilità di allenarci perché giocare ogni tre giorni non permetteva a tanti giocatori a cui serviva l’allenamento di non poterlo fare. Lo sapevamo, dovevamo cercare delle soluzioni ma queste le devono cercare anche i calciatori, perché anche loro sono responsabili. Assumiamoci delle responsabilità. Anche avendo un solo giorno in più per preparare le partite, quel giorno sarà troppo importante per tutti. I calciatori devono capire nei dettagli questo, dentro e fuori dal campo. Il preparatore Petralia mi darà una grossa mano. C’è da fare punti, il vice presidente dice che lui la classifica non la guarda. Invece io la devo guardare, devo farla guardare ai calciatori perché quella è la realtà. Per me adesso la Coppa Italia è lontanissima, i giocatori se non hanno ancora capito cosa si può rischiare, devono metterselo in testa. Oggi conta sapere come gioca il Potenza, che giocatori ha il Potenza, e che chi allena il Potenza – grande tecnico, lo conosco per avere fatto il corso insieme – prepara bene le partite”.

“Mi ha fatto molto piacere la ricezione della chiamata dell’ex presidente rossazzurro Riccardo Gaucci. Mi ha detto «mi raccomando, metti i giocatori al loro posto, non sbagliare i cambi» e poi ha aggiunto una terza cosa: «Fatti vedere in sede, perchè chi mette i soldi avrebbe il piacere di essere coinvolto su quel che accade alla squadra». Ma questa la possiamo evitare. Adesso mancano 8 partite, c’è gente che ha avuto poco spazio, ho visto qualcuno che aveva il muso lungo. Domani ha la possibilità di dimostrare. Io sono allenatore perché ho fatto il corso a Coverciano ma non ho dimostrato nulla. Adesso sono i calciatori a dovere dimostrare. Ne abbiamo tanti di bravi giocatori, ma ora tutti dovrebbero ripartire dall’orgoglio, sarebbe preoccupante se questo non avvenisse. Ripartire dalla classifica, da una prestazione che penso debbano fare per tanti motivi. Quando è stata chiamata al riscatto, la squadra ha sempre risposto. Poi non ha avuto continuità. Forse si doveva lavorare proprio su questo perché le uniche partite fatte bene dal Catania nella seconda gestione sono state contro Turris e Giugliano, poi è ritornato lo standard precedente”.

“Ho parlato anche con i calciatori che erano già con me a novembre, si discuteva del fatto che il Catania sembra la stessa squadra trovandosi nelle stesse condizioni di allora. Quando andai via, dissi che se avessero dato continuità ai risultati sarebbero stati più sereni anche nello sviluppo di determinate giocate. Oggi la situazione è identica, ripeto. Devono osare di più sul campo perché se ti nascondi sbagli due volte. Anche con l’errore, anche di fronte ai fischi. Da queste situazioni si esce soltanto rischiando. Ora sta a me ed al mio staff trovare le soluzioni e non fare cronaca su cosa manca. Il preparatore dei portieri Bonfatto ed il mio secondo Vanzetto sono davvero carichi e freschi mentalmente, mi aiuteranno insieme al match analyst Alfonso ed a preparatore Petralia”.

“Mi aspetto una compattezza di squadra in campo con un unico obiettivo. Per il resto, sono sincero, io non mi sento di chiedere nulla. Alla squadra sì, al resto no. Perché finora abbiamo ricevuto tanto anche dalle critiche e considerazioni della stampa, da 20mila persone con noi, e non era dovuto. Non dobbiamo chiedere nulla, ma dare proprio tanto adesso. Non mi sento di fare nessun appello perché certe cose bisogna meritarsele. So cosa è il tifo di Catania. Questo è il momento di dare a stampa, tifosi e società. Differenza rispetto allo scorso campionato? L’anno scorso c’era un senso di appartenenza importante. A prescindere dalla residenza o dalla nascita perché erano tutti coinvolti in questa rinascita del Catania”.

“Se alcuni ragazzi della Primavera potranno ritagliarsi il loro spazio in questa stagione? Ci avevo già pensato in Coppa Italia col Picerno ma era troppo importante l’obiettivo da raggiungere, mancava un quarto d’ora dalla fine ed il risultato era in equilibrio, mi sembrava eccessivo dare una responsabilità del genere ed è così anche adesso. La responsabilità deve prendersela innanzitutto chi c’è in rosa, poi un domani verranno presi sicuramente in considerazione alcuni ragazzi della Primavera. Io ho allenato la Primavera, iniziando lì un percorso. Oggi Biagianti sta facendo un grandissimo lavoro insieme al Direttore Orazio Russo e questo non va sottovalutato in chiave futura”.

“C’è tanto carisma nello spogliatoio ma l’importanza nei confronti della società e dei tifosi sono cose che non vanno imposte. Io riconosco il valore di questa maglia, però non posso imporlo perchè con i ragazzi di oggi ottieni il contrario. Se un domani qualche ragazzo viene qua e sa degli spareggi di Roma, di Catania-Albinoleffe, prima ancora di Gangi, porta quel 10% in più in campo perchè l’ho vissuto io sulla mia pelle, ma non è che se l’ho vissuto io lo devono vivere anche loro. Sarebbe una grandissima fortuna. Nello spogliatoio qualcuno questo ce l’ha. Se ce l’ha un giovane di 21 anni, non vedo perché non dovrebbe avercelo un 30enne. Io posso anche trasmettere il senso di appartenenza. Ma preferisco sia il calciatore a chiedermi se io ho giocato nel Catania, vorrebbe dire che lui è consapevole. Se sei innamorato del calcio, ovunque tu vai dovresti conoscere la storia del club in cui vai. A prescindere dalla tifoseria. Dal mio punto di vista se vieni a Catania devi sapere chi era Cantarutti, chi era Mosca, Spinesi. Poi se si ricordano di Zeoli, che comunque non era un grande giocatore, meglio ancora. Ma queste sono cose di pancia, di pelle, di adrenalina. La speranza c’è perché quando un ragazzo di 21 anni conosce queste cose poi ti aspetti anche un tiro da 20 metri che ti risolve la partita, perché in quel tiro di Alessio non c’erano moduli, tattiche, condizione fisica. C’era forse senso di appartenenza. Certe cose le trasmetti ma non siamo tutti uguali. Io ho avuto la fortuna di giocare in squadre gloriose con una storia alle spalle. Questo ti dà qualcosa in più in campo, non ti fa vincere le partite ma ti fa dare di più in settimana e durante le partite”.

“Se può essere utile andare in ritiro? Scaramanticamente abbiamo svolto due ritiri battendo Juve Stabia e Rimini, può darsi che ci andremo se riscontriamo di meritarlo o che ci serve. Bisogna capire, comunque, che quello di oggi è un altro calcio rispetto al passato. Il ritiro non sai mai se fa bene o male. Io mi devo adeguare al calcio di oggi e non devono essere i calciatori ad adeguarsi a me. Comunque questi ragazzi stanno parecchio insieme e non ci sono assolutamente malumori nello spogliatoio, lo dico io che penso di avere un po’ di credibilità. Almeno fino ad ora, da domani non so (ride, ndr). Anzi, sono bravi ragazzi. Forse pure troppo. Non si sono ancora incastrate quelle dinamiche che devono esserci. Qua ci sono anche padri di famiglia, calciatori forti, bravi, che ancora non hanno trovato quella situazione che gli permette di dare qualcosa in più”.

“Vanzetto? L’idea nasce da alcuni colloqui che il presidente aveva fatto tempo fa per questioni sue personali. Io lo conoscevo personalmente anche perché l’anno scorso ho avuto il piacere di parlargli prima e dopo le partite, era un ex compagno di mister Ferraro anche. Un allenatore preparato, che ha voglia, pure tanta in questo momento. Ogni tanto bisogna calmarlo (sorride, ndr), però è una persona che per me è un valore aggiunto e mi darà una grossa mano. Ho parlato positivamente ai ragazzi in allenamento, mi attendo delle risposte da parte loro adesso. Noi come staff tecnico e società siamo presenti, ma anche la squadra deve dare delle risposte. Cerco di mettere in campo i giocatori nelle condizioni ideali per esprimersi al meglio, rispettando l’avversario di turno. La speranza è anche di fare meglio in termini di proposte di gioco, ma adesso conta solo fare risultato”.

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