lunedì, 8 Settembre 2025
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DINI: “Abbiamo già dato un’impronta, sul rinnovo c’era una parola da mesi. Io bravo portiere? Lo vedremo a fine stagione…”

Ospite della trasmissione ‘Corner’, su Telecolor, il portiere del Catania Andrea Dini parla delle sensazioni provate a difesa dei pali rossazzurri svelando anche alcuni aneddoti. Ecco quanto evidenziato:

“Io ricordo quando venni a giocare a Catania un playoff nel 2019, presi addirittura gol da centrocampo. Ho in mente ancora la scena dello stadio strapieno, non c’era un posto libero, quindi negli anni mi è sempre rimasta questa scena di 20mila flash che mi puntavano addosso. Pensai che un giorno mi sarebbe piaciuto provare qualcosa del genere tutte le domeniche, alla fine il desiderio si è avverato. Parte delle vacanze estive le ho trascorse qui, questo fa capire il mio rapporto con la città etnea”.

Il ‘Massimino’ parla da solo, ogni volta che si entra in campo ci sono quei brividi che tanti stadi di Serie C, B ed A non ti danno, questa è la cosa più bella che un uomo prima che un calciatore possa sentire sulla propria pelle. Poi però i brividi si devono spegnere e durante la partita io personalmente non sento nulla, magari quando riguardo le immagini dico «caspita, c’era tutta quella gente?!». Il pubblico di Catania ti dà una grande spinta. Capisci il senso di appartenenza della città a questi colori. E’ importante che ogni giocatore lo senta per poter dare qualcosa in più in ogni situazione”.

Ringrazio la società tutta per la fiducia concessa. Ritengo che ci sia davvero la volontà di costruire qualcosa d’importante, siamo solo alle prime giornate ma penso che abbiamo già dato un’impronta relativamente a quello che vogliamo essere in questo campionato. Ci vorrà tanto equilibrio e soprattutto nei momenti di difficoltà essere uniti perchè da questi passerà la vittoria del campionato, e sarà bello uscirne tutti insieme. Come dice il mister, noi cerchiamo di migliorare giorno dopo giorno. Da quando sono qua ho visto i ragazzi, vecchi e nuovi, applicati al 1000 per cento, tutti remiamo dalla stessa stessa parte pensando ad un obiettivo comune. Lo spogliatoio deve aver sempre ben fisso l’obiettivo che tutti vogliamo raggiungere”.

“Il direttore Pastore lo conosco da dieci anni, vincemmo un campionato e mi è rimasta prima di tutto la stima nei confronti dell’uomo e poi del professionista. Svelo un aneddoto: sul mio rinnovo c’era una parola da un pò di tempo, questa parola si è concretizzata dopo alcuni mesi ma quella parola rispettata è ciò che conta. Penso che il direttore abbia fatto un bel lavoro, non è facile in una realtà come Catania gestire tutta questa situazione”.

“La mia carriera inizia come attaccante, un pò come tante storie di portieri. Questo mi ha permesso di capire meglio il ruolo dell’attaccante e comprendere magari cosa potessero pensare gli attaccanti. Tante volte mi immedesimo in loro. Io ho sempre pensato a migliorarmi giorno dopo giorno cercando il massimo di me stesso, senza pensare se l’altezza potesse essere uno svantaggio. Ho lavorato a 360 gradi su quella che poteva essere la mia massima espressione. Lavoro molto mentalmente, penso che il mio ruolo di portiere passi tanto dall’aspetto mentale piuttosto che fisico e tecnico. Durante la settimana si lavora molto anche sulla parte tecnica ma poi, in partita, fa davvero la differenza l’istinto, la percezione con l’occhio di parare quel tiro. La tecnica arriva fino ad un certo punto, poi c’è l’efficacia del gesto, l’istinto del momento”.

“Sono stato sempre abituato a dare tutto quello che posso dare per avere la coscienza pulita. Ci sono momenti della carriera dove tutto gira bene, altri in cui no, allora devi rimanere sul pezzo, mai mollare. L’esperienza in Serie B? Quell’anno mi ha fatto capire tante cose, dopo alcune partite purtroppo non ho più giocato anche perchè avevo Carnesecchi come collega di tutto rispetto, non certo l’ultimo arrivato. Sono stracontento di tutte le scelte fatte finora. Se c’era la possibilità di trasferirmi al Catania appena promosso dalla Serie D? Col Catania non si è trovato l’accordo tra le società, ma io avevo dato subito la mia disponibilità a venire a Catania”.

“Il rigore parato a Caturano la scorsa stagione ai playoff? Sinceramente non ne abbiamo parlato, fa parte del passato. Possibilmente ci sarà modo di fare una battuta su questa cosa. E’ capitato anche in allenamento che Caturano calciasse un rigore ma, quando è successo, eravamo talmente concentrati che non volava neanche un mosca. Io un portiere bravo? Il portiere bravo ti fa vincere il campionato, dunque vedremo a fine stagione se sono stato bravo o no“.

“Differenze rispetto alla preparazione dei portieri della scorsa stagione? Ognuno porta i suoi concetti, sta al portiere non snaturarsi ma prendere da ogni preparatore il meglio. Stiamo lavorando tanto con il preparatore Degiorgi, bella persona, che stimo prima di tutto come uomo. Sono modi di lavorare abbastanza differenti rispetto a Porracchio. Mi sto trovando abbastanza bene, lavorando su aspetti nuovi per me. Si è creato un bel rapporto anche con tutti i portieri. Bethers? Bel rapporto e bellissima competizione, questo determina che tutte le settimane si lavora sempre a tremila in gruppo. Klavs, poi, ha una bella mentalità di lavoro come la mia. Questo ti aiuta a rendere al meglio. Trovo fondamentale tenere alto il livello di allenamento di tutti i ragazzi, anche chi entra all’ultimo istante e magari si ritrova a giocare inaspettatamente si fa trovare subito pronto, con lo spirito giusto. Questo sarà fondamentale durante il campionato”.

“Domenica si affronta il Cosenza, azzerando tutto? Sotto questo aspetto il mister martella tanto perchè il passato è passato. Testa solo al Cosenza adesso, poi alla successiva partita. Un passo alla volta. La situazione societaria del Cosenza può intaccare il morale della squadra ma quando vai in campo soprattutto in questi casi fai ancora più gruppo. Noi a Trapani non avevamo una società ma in campo riuscimmo a dare di più, lasciando fuori tutto quello che c’era intorno, forticandoci ulteriormente”.

Cicerelli? Dopo il rigore fallito a Cava, ha avuto la giusta personalità ripresentandosi dal dischetto contro il Monopoli. L’estremo difensore della Cavese si è tuffato col tempo giusto, ha fatto una bella parata. Probabilmente lo aveva anche studiato ma fa parte del gioco sbagliare. Un portiere studia tanto l’attaccante, io personalmente so chi ho davanti e so già in teoria dove potrebbe calciare il pallone. Tutti i dettagli sono importanti in partita, anche un piccolo dettaglio può incidere“.

“C’è grande positività e voglia di costruire qualcosa in ogni ambito societario, su tutti i fronti. Con l’arrivo di Sapienza nell’ambito dell’area comunicazione c’è stato un grande plus aggiuntivo, ma in ogni campo la società è pronta a mettere quel tassello in più per cercare di migliorare quelle piccole cose che poi sommate fanno la differenza e la squadra è il fine ultimo”.

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