Il Catania perfezionò il suo ingaggio dieci anni fa, prelevando l’attaccante a titolo definitivo dalla Salernitana dopo avere dato un contributo molto importante alla causa granata con la vittoria del campionato di Serie C a suon di gol. In rossazzurro riuscì ad andare in doppia cifra malgrado il Catania ripartisse da una situazione assai complicata (doppio salto da incubo dalla A alla C e più punti di penalizzazione inflitti in campionato). Il brasiliano Caetano Calil, che in Italia ha indossato anche le casacche di Siena, Crotone, Frosinone, Varese e Livorno – tra le altre – ha risposto alle domande della redazione di TuttoCalcioCatania.com in vista della gara di domenica pomeriggio al “Massimino” tra Catania e Salernitana.
13 gol con la maglia del Catania, 17 con quella della Salernitana. Cosa ti hanno lasciato le due esperienze e quali ricordi conservi?
“Due momenti diversi, comunque bellissimi della mia carriera. Il primo anno a Catania è stato meraviglioso. Nella prima parte di stagione stavamo lottando per i playoff ma siamo partiti con 9 punti di penalizzazione. Mister Pancaro mi ha dato subito la fascia di capitano. Mi sono veramente attaccato alla maglia, ho dato tutto. Ho sofferto anche tanto quando le cose non andavano bene, abbiamo passato momenti difficili perchè ad un certo punto non riuscivamo più a vincere, le pressioni aumentavano, il cambio di allenatore, però Catania mi è rimasta nel cuore. Ricordo l’accoglienza ricevuta, la mia famiglia ha vissuto molto bene a Catania. Ancora oggi mi sento con tanti ex compagni di squadra di allora. A Salerno è stato diverso, lì abbiamo vinto il campionato e andava tutto bene. Mi sono innamorato anche di Salerno, fu una bellissima stagione. Ho tanti bei ricordi di entrambe le città. Ancora oggi mi capita spesso di guardare i gol realizzati con le due squadre”.
Dieci anni fa sei stato ingaggiato dal Catania, ripartito dal campionato di Serie C. Ancora oggi i rossazzurri militano in questa categoria, passando da un fallimento. Quanto è difficile risalire dal basso?
“Quando sei in C è difficile, soprattutto nel girone C dove trovi sempre 5-6 squadre attrezzate per la promozione diretta. Diventa un torneo molto competitivo, vai a giocare su campi duri e c’è un aspetto da non trascurare affatto, quello legato alla logistica. Ricordo che quando giocavo a Catania viaggiavamo anche con 9-12 ore di pullman per andare in trasferta. Poi affrontavamo squadre qualitativamente inferiori alla nostra ma questo aspetto influiva non poco, in qualche modo il livello si pareggiava. Il tema della logistica è un aspetto importante nel girone C”.
Domenica si gioca Catania-Salernitana, scontro diretto per l’alta classifica. Quali sono le armi in più delle due squadre?
“Il campionato lo seguo. Per le informazioni che ho, confrontandomi anche con ex compagni di squadra che ancora giocano e addetti ai lavori, Catania e Salernitana sono le squadre più forti del girone C. Sarà indubbiamente uno scontro d’alta classifica tra grandi giocatori e di esperienza, che hanno fatto anche la B. Sicuramente questa sfida non definisce chi andrà in Serie B. E’ importante vincere gli scontri diretti ma anche fare risultato con le piccole, non lasciando punti per strada. Io mi aspetto un partita veramente bella, di grande livello”.
Catania e Salerno sono due grandi piazze del calcio italiano. In cosa noti somiglianze e differenze?
“Le due città sono veramente simili per la passione con cui vivono per il calcio. A Salerno c’è una tifoseria molto calda pur essendo una città più piccola di Catania. Salernitana e Catania vantano due tifoserie molto passionali. I tifosi rossazzurri sono sempre a sostegno della squadra, spingono tanto, anche alle pendici dell’Etna c’è una passione ed un coinvolgimento molto forte. Basti pensare alla presenza di numerosi canali d’informazioni ed emittenti televisive. Vedo poche differenze tra le due piazze e molte somiglianze”.
Oggi Caetano Calil si ritiene soddisfatto della sua carriera, oppure ha qualche rimpianto?
“La carriera di un calciatore è molto difficile. Sono arrivato in Italia dal Brasile, oggi tanti tifosi delle squadre in cui ho militato mi scrivono apprezzamenti e parole di riconoscenza. Non è facile, nè scontato che questo accada. Tanta gente vuole essere protagonista. Io sono riuscito ad esserlo in tanti club. Ho anche sbagliato in occasione di momenti cruciali della mia carriera che potevano farmi fare il salto, ma ci vuole anche fortuna, trovare il momento giusto affinchè le cose vadano nella giusta direzione. Entrano in gioco tante componenti e vie legate a doppio filo ma io sono molto contento della mia carriera”.
Attualmente di cosa ti occupi e quante emozioni ti ha regalato il calcio?
“Oggi faccio intermediazione di giocatori, porto calciatori in Italia. Sto aprendo un’agenzia che si occupa principalmente di giovani brasiliani che vogliono andare in Europa per seguire il loro sogno. E’ un grande progetto nell’ambito di un’agenzia importante che si prenderà cura dei calciatori a 360 gradi. Sto iniziando questa nuova sfida che non è paragonabile al calcio giocato. Si tratta di un altro mondo. Il calcio è uno sport solo per pochi. L’ho vissuto, mi ha fatto emozionare tanto però è anche stimolante per me cominciare quest’avventura. Devi farti trovare sempre pronto, la vita è lunga. Mai smettere di inseguire i propri sogni”.
Si ringrazia Caetano Calil per la gentile concessione dell’intervista.
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