Appena 200 minuti in campo per complessive 7 apparizioni con un gol all’attivo e un assist. Minutaggio bassino, fino a questo momento, per Michele D’Ausilio. Il trequartista che il Catania ha prelevato dall’Avellino in prestito con diritto di riscatto, ad oggi non ha avuto molte opportunità per mettersi in mostra. Allo stesso tempo, quando chiamato in causa, poche volte ha brillato pur dimostrando di possedere potenzialità elevate.
Qualità e tecnica fanno parte del repertorio del ragazzo, protagonista negli ultimi anni in C a Cerignola ed Avellino con qualche gol (anche di pregevolissima fattura) e come distributore di assist, addirittura 14 messi a referto la scorsa stagione, dando un contributo concreto ai fini della promozione dell’Avellino in Serie B. Il diesse Pastore lo ha voluto fortemente ingaggiare in estate, apprezzandone le caratteristiche, ritenute funzionali alle esigenze di mister Toscano.
D’Ausilio ha accettato con convinzione di sposare il progetto, con la premessa di non avere la garanzia di un posto da titolare, conquistandosi di gara in gara la piena fiducia del mister. A prescindere dai minuti in campo. Da qui l’importanza dei cinque cambi a disposizione, in un contesto dove anche chi parte dalla panchina deve farsi trovare pronto. Ridisegnando, magari, gli equilibri di una partita attraverso le proprie peculiarità oppure scompaginando i piani dell’avversario con movimenti e meccanismi di gioco differenti.
D’Ausilio, da questo punto di vista, è partito subito bene. Entrando nel tabellino dei marcatori in occasione del match d’esordio dominato contro il Foggia. Ed ha siglato anche un bel gol, portando avanti una grande azione personale prima di scoccare il tiro che non ha lasciato scampo al malcapitato portiere ospite. Poi, prestazioni a corrente alternata fino ad arrivare alla trasferta di Caserta, partecipando attivamente all’azione del momentaneo 1-2 di Donnarumma e commettendo nel finale il fallo da rigore del definitivo pareggio.
Ad oggi non si è visto un D’Ausilio al 100% del suo potenziale. Voglia di spaccare il mondo sì, tanta, peccando però a volte di lucidità. E’ come se fosse mancato finora quel quid in più capace di rendere il giocatore influente e in grado di fare la differenza. Quel qualcosa di extra che ti fa brillare tra i migliori, assumendo valore aggiunto per la squadra. I prossimi impegni diranno se D’Ausilio saprà ritagliarsi uno spazio maggiore in campo e, soprattutto, riuscirà a mettere in atto quegli automatismi che consentano d’incidere in misura significativa sulle prestazioni sue e della squadra. Il Catania ha bisogno anche del miglior D’Ausilio per affrontare una stagione al top.
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