Due stagioni vissute con la maglia del Catania tra il 2020 e 2022. Più precisamente l’avventura rossazzurra si è conclusa a poche giornate dalla chiusura del campionato, tre anni fa, quando l’Elefante sperava di riuscire a giocarsi le sue carte ai playoff malgrado le vicissitudini societarie del periodo. Lo decise il Tribunale, interrompendo l’esercizio provvisorio che teneva in vita il Calcio Catania. L’ultima apparizione prima della radiazione dai ranghi federali del club vide Antonio Piccolo realizzare il gol del definitivo 2-2 a Potenza. In pieno recupero. La settimana successiva il Catania avrebbe dovuto affrontare il Latina, ma rimase una “partita fantasma”, proprio perchè il Tribunale decretò la parola fine.
Domenica pomeriggio Piccolo farà ritorno allo stadio ‘Massimino’ proprio per sfidare il Catania. Allora l’ex attaccante, poco tempo dopo l’addio forzato al Catania, assunse la decisione di smettere con il calcio giocato ma di non lasciare questo sport. Ripartendo dalla panchina. Oggi Piccolo lavora nello staff del Latina in qualità di vice di mister Alessandro Bruno. E sarà un’emozione, per lui, tornare alle pendici dell’Etna. Ha concesso un’intervista ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com.
Tre anni fa hai chiuso l’esperienza con la maglia del Catania. Parto da qui, da quel che ha significato per te rappresentare i colori rossazzurri.
“E’ stata una bellissima esperienza, vestire la maglia del Catania. Difendere quei colori è sempre una responsabilità grande, ti riempie d’orgoglio. Purtroppo sappiamo bene quella stagione come andò a finire, però io mi porto dentro tante cose belle, la città, i tifosi, anche se il primo anno era il post Covid e non sono potuti venire allo stadio mentre in quello successivo ci hanno fatto sentire appieno il loro sostegno. Soprattutto nel momento più difficile, quello del fallimento. Mi porto dentro la gioia dell’ultima partita di Potenza con il mio gol. Un ricordo da tenermi stretto e da condividere”.
Campionato interrotto sul più bello. Chissà cosa sarebbe potuto accadere se quel Catania avesse disputato i playoff…
“Non ci aspettavamo l’esclusione dal torneo. Mancavano le ultime gare di campionato. Ci hanno fermato il sabato prima di una partita. Potevamo sicuramente dire la nostra ai playoff perchè quel campionato ha detto che eravamo imprevedibili, abbiamo battuto anche squadre forti. Il destito ha voluto che la gara ‘fantasma’ fosse proprio col Latina, in cui sono attualmente operativo. Al di là del fallimento e della radiazione, fu un’annata vissuta con tanti disagi e solamente con un gruppo forte potevamo reagire come abbiamo fatto. Quello era un gruppo formato da uomini veri, gente che aveva sposato appieno la causa del Catania”.
Terminata la stagione in rossazzurro, hai chiuso con il calcio giocato.
“Sì. Mi eravano giunte delle proposte, riflettendo a fondo ho capito che la cosa più giusta era smettere. Poi a gennaio feci la mia prima esperienza da collaboratore tecnico. Sottolineo che fu una decisione sofferta. Oggi però posso dire di non rimproverarmi nulla. In qualsiasi squadra io abbia giocato ho sempre dato il massimo, cercando di contraddistinguermi per i comportamenti, per la maglia sudata, per l’aiuto nei confronti dei compagni e la predisposizione al sacrificio. Unico rammarico, forte a livello personale, quello di non essere mai riuscito a giocare in Serie A”.
Come valuto questa nuova esperienza professionale?
“Sei mesi dopo la vicenda Catania sono stato un attimo in standby. Quando cominciai a lavorare come collaboratore tecnico, volevo capire cosa si provasse a stare dall’altra parte e se potesse essere una strada realmente percorribile. Mi è piaciuta subito questa esperienza, fino ad oggi super positiva. Mi sta dando tanto, continuo a far parte di un mondo che sento mio. Rispetto all’avventura da calciatore cambia tanto. Soprattutto i punti di vista sono completamente diversi. Quando fai il calciatore pensi singolarmente, all’interno di un contesto squadra. Passando dall’altra parte c’è la gestione di un gruppo al completo, devi tenere conto di molteplici aspetti che magari da giocatore non consideri. L’approccio è totalmente differente. Devo essere sincero, un pò mi manca la vita da calciatore. A volte vorrei scendere in campo ma poi so di non poterlo fare. Questa nostalgia è presente. Se manca qualcuno in allenamento, io stesso cerco di buttarmi dentro facendo qualche partitella per assaporare ancora quelle emozioni (sorride, ndr)”.
Domenica sfida al ‘Massimino’. Che partita ti aspetti contro il Catania?
“Ci aspettiamo una partita difficile per il blasone e la forza che sta dimostrando di avere il Catania, in grado di competere per la vittoria finale del campionato insieme ad altre 2-3 compagini. Sarà tosta. Dal canto nostro viviamo un momento di difficoltà, veniamo da un periodo negativo ma abbiamo voglia di tirarci fuori da questa situazione, saremo pronti a lottare su ogni singola palla. Il Catania è reduce da una sconfitta ma il fatto che viene da un ko non ci distrae assolutamente, possiede le qualità tecniche e caratteriali per superare certe sbavature che ci possono stare lungo il percorso. Sia noi che loro abbiamo bisogno di vincere. Sarà una partita gagliarda. Ce la giocheremo, conosciamo le potenzialità dell’avversario come il Catania conosce le nostre. Questa gara si prepara da sola anche per gli aspetti ambientali. Troveremo la spinta incessante del pubblico e noi dovremo calarci in questo contesto. Giocare davanti a 16/17 mila spettatori rappresenta un motivo di ulteriore difficoltà da parte nostra. Poi io so bene cosa si prova ad avere un ‘Massimino’ pieno, c’ero nel primo derby Catania-Palermo giocato dopo il Covid. Non ho dubbi che sarà uno spettacolo lo stadio domenica!”.
Se ti chiedo di individuare un giocatore che toglieresti volentieri al Catania, chi scegli?
“Risponderei sempre allo stesso modo. Dico Cicerelli. Anche perchè possiede caratteristiche simili a quelle che avevo io da calciatore. Non siamo mai stati compagni di squadra, forse ci siamo scontrati qualche volta nel corso della mia carriera. Soprattutto negli ultimi anni sta facendo registrare una continuità importante in termini di prestazioni e rendimento”.
Quale squadra vedi più attrezzata per la vittoria del campionato?
“Ci sono molte squadre attrezzate. Vedo molta competitività anche per quanto riguarda le formazioni di centro-bassa classifica. E’ un torneo molto equilibrato, dove le compagini più forti – Catania, Salernitana, Benevento e Cosenza su tutte – possono soffrire su campi di compagini meno attrezzate sulla carta. Penso che quello attuale sia il campionato più difficile degli ultimi anni. Ogni partita nasconde delle insidie. Sia in chiave promozione, playoff e playout si deciderà tutto nella parte finale della stagione perchè il livello di competitività e concorrenza è davvero molto alto. Per il primato mi ha impressionato in modo particolare il Cosenza, i calabresi se la giocheranno con le prime tre della classe”.
Si ringraziano il Latina Calcio e Antonio Piccolo per la gentile concessione dell’intervista.
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