Ai microfoni di Futura Gol, l’ex centrocampista offensivo rossazzurro Adrian Ricchiuti commenta il percorso del Catania in questo campionato, guardando con fiducia al prosieguo della stagione, soffermandosi anche su altri aspetti e svelando qualche aneddoto.
“Di Torre del Grifo conservo ricordi bellissimi, era uno spettacolo. Fa male vederlo abbandonato ma adesso speriamo che la proprietà faccia ritornare a splendere la struttura come ai nostri tempi perchè rappresenta un bene della città“.
“Il Catania sta facendo delle cose importanti in un campionato molto duro, lungo. Sicuramente c’è un clima diverso rispetto agli altri anni. Nonostante il pari maturato a Caserta, credo che il Catania stia facendo il campionato che deve fare. E’ un torneo difficile ma la squadra mi dà l’impressione che questo può essere l’anno buono. Poi il calcio è strano, però si è creata un bella alchimia tra pubblico e calciatori“.
“Se c’è un giocatore che mi ha colpito più di altri? Io ho due grandi amici, Di Tacchio ed il portierone Andrea Dini. Sono persone fantastiche, ci sentiamo spesso. Spero di venirli a trovare presto. Il Catania deve giocare da collettivo, ragionare da squadra, non pensare al singolo. Questo aspetto sta facendo la differenza, se la squadra gira come deve girare poi qualcuno si esalta sempre nel contesto, ed è proprio quello che accade adesso”.
“Salernitana e Benevento? Nel girone di ritorno il Catania le andrà ad affrontare in trasferta. Solo Salerno in questo momento ha un pubblico che può fare la differenza come Catania. Questo campionato sarà bello da seguire fino alla fine, ci saranno anche altre squadre che daranno filo da torcere alle tre che stanno davanti in classifica”.
“Mi sento ancora con alcuni ex compagni di squadra, non sempre. Il ‘Papu’ l’ho sentito di recente dopo il rientro dalla squalifica. Sento anche Spolli, Izco, Biagianti. Ognuno ha la sua vita da portare avanti, però quando ho voglia di sentire qualcuno lo faccio. Ho visto che Mascara ha esordito con una vittoria sulla panchina del Paternò. Io sono innamorato della città di Catania, l’ho sempre detto e lo penso sul serio a differenza di altri. La mia compagna è di Adrano. Spero di venire a vedere qualche partita, il mio sogno sarebbe quello di andare in curva, cosa che non sono mai riuscito a fare”.
“Mihajlovic? Mi manca Sinisa, allenatore e persona grandissima. Ricorderò sempre quando, a Torino contro la Juventus, sono andato sul campo ad esultare. Lui mi ha lanciato di peso contro la panchina, quello rimane il ricordo più bello di lui. Al di là del grandissimo tecnico che è stato, mi ha insegnato a dare sempre il 100%. Quell’anno dovevo andare via, invece lui mi ha fatto capire di non dovere mai mollare e allenarmi al massimo perchè l’occasione ti capita sempre e la devi sfruttare. Prima però devi farti un mazzo così”.
“Jimenez? Non ha ancora segnato al ‘Massimino’ ma il gol arriverà. All’inizio della carriera anche a me piaceva far fare più gol agli altri. Poi mi sono messo in testa che anch’io avrei dovuto iniziare a trovare la via della rete. E’ un aspetto che puoi migliorare in allenamento con convinzione, trovando la cattiveria giusta“.
“La mia idea di calcio? Per praticare un calcio propositivo devi avere calciatori che sappiano giocare a calcio e corrano per gli altri. Questo mi accadeva in rossazzurro con gente come Carboni, Biagianti, Izco. Dalla trequarti in su mi piace vedere giocatori che si divertano, abili nell’uno contro uno, cosa che sta venendo a mancare sempre di più. Allora c’erano mille calciatori con queste caratteristiche”.
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