Intervistato da ilovepalermocalcio.com, l’ex bomber del Catania Gionatha Spinesi parla della squadra rossazzurra e dei suoi trascorsi alle pendici dell’Etna:
“Il campionato di Serie C è tremendo. Se non riesci infatti a uscirne subito, finisci per restarne intrappolato. In Serie C servono giocatori e allenatori di categoria, un campionato nel quale nel recente passato ci sono state realtà come quella della Juve Stabia che hanno ottenuto risultati senza fare grossi investimenti.
“Il 2 febbraio 2007? Tantissimi rammarichi e rimpianti. In quel campionato le cose si sarebbero potute evolvere in maniera totalmente diversa rispetto a quello che poi si è verificato. La salvezza centrata a fine stagione ha rappresentato la Champions League del Catania, ottenuta grazie alla forza della Società, del gruppo e della tifoseria. Quanto avvenuto quella sera non si sarebbe mai dovuto verificare, ma è stato da esempio per il futuro. Il nostro gruppo e la tifoseria pagarono colpe che non avevamo. A livello nazionale ma anche europeo la tifoseria catanese venne marchiata come avversa alle forze dell’ordine, aspetto che non ho ritenuto corretto. In Sicilia e al Sud in generale si vive in maniera splendida e serena e la gente ti rispetta come in nessun’altra parte del mondo. Quei sei mesi successivi a quel derby, privi dei nostri tifosi in trasferta, furono un’ingiustizia per noi giocatori, per la Società e per la maggior parte della tifoseria. Hanno preferito sparare sulla croce rossa”.
“Non avrei mai vestito la maglia del Palermo. A Catania ho trascorso anni importanti e ci sono anche rimasto a vivere e, nel rispetto del tifoso e del catanese in generale, ritengo giusto che certe situazioni non debbano accadere. Quando un giocatore ha fatto bene in una piazza credo non debba trasferirsi nella piazza rivale dal punto di vista calcistico”.
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