giovedì, 16 Ottobre 2025
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ESCLUSIVA – Colantuono: “Catania e Salernitana hanno giocatori che possono accendere la luce in qualsiasi momento. Esperienza etnea bella e formativa per la mia carriera d’allenatore”

Allenatore di lungo corso del calcio italiano, con 638 panchine tra i professionisti, Stefano Colantuono è intervenuto in esclusiva ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com nella settimana che precede il match di cartello del Girone C di Serie C tra Catania e Salernitana. Il tecnico capitolino, attualmente fermo e in cerca di sistemazione, ha parlato anche dei suoi trascorsi alla guida di entrambe le squadre. Colantuono fu timoniere dei rossazzurri in Serie B nella stagione 2003-04, ottenendo un 9º posto finale in classifica e contribuendo alla crescita di molti componenti di quella squadra.

Domenica sfida al vertice nel Girone C di Serie C tra Catania e Salernitana…
«Immagino sarà una bella partita. Catania e Salernitana sono due delle squadre che alla vigilia sono partite tra le pretendenti al salto di categoria. La Salernitana sta andando molto forte, ha avuto un buon inizio di campionato. Sarà una partita interessante. Sono due piazze alle quali sono molto legato, sia nell’una che nell’altra ho avuto il piacere di lavorarci. Pronostico? Vinca il migliore».

Siamo soltanto alla 10ª giornata di campionato. Gara quindi importante ma non decisiva ai fini della classifica?
«Assolutamente. Non è indicativa di nulla perché non potrà decidere nulla. È chiaro che sia l’una che l’altra vorranno continuare su questo trend abbastanza positivo. Ci si dovrebbe aspettare una bella partita, poi però spesso capita che in queste gare la posta in palio è importante e diventano molto tattiche, magari si sta molto attenti. Sono due compagini che hanno dei calciatori che possono accendere la luce in qualsiasi momento».

Entrambe le squadre annoverano tra le loro fila giocatori dai trascorsi lusinghieri. Il fattore esperienza gioca un ruolo rilevante in questo genere di partite?
«Potrebbe giocare un ruolo rilevante, però poi la partita va giocata sul campo. L’esperienza serve in determinati momenti della partita però poi occorre la freschezza dei giovani. È chiaro che avere giocatori che hanno calcato altri palcoscenici, che sanno gestire questi momenti perché li hanno già vissuti può dare una mano. Mi sembra che sia da una parte che dall’altra ci sia questa tipologia di calciatori».

La Salernitana viene da una doppia retrocessione dalla A alla C. Cosa non ha funzionato nelle ultime stagioni?
«La Salernitana ha avuto due anni tribolati, però ci sono state anche altre compagini che hanno fatto due retrocessioni di seguito. Può capitare, l’importante è rimettersi subito in moto e mi sembra che questo lo stia facendo abbastanza bene. Certo è che sia Salernitana che Catania vederle in Serie C è un peccato perché sono due piazze che potrebbero fare tranquillamente la Serie A. Non è che lo dico per piaggeria o per imbonirmi qualcuno, sono due realtà che ho vissuto e so benissimo che seguito c’è e che trasporto c’è. Auguro sia all’una che all’altra di venirne fuori il prima possibile».

A distanza di oltre vent’anni quali ricordi custodisce della sua avventura sulla panchina del Catania?
«Fu un campionato lunghissimo (la celebre Serie B a 24 squadre, ndr). Facemmo molto bene. Se a gennaio si fosse osato di più sul mercato forse avremmo potuto finire la stagione anche in una posizione di classifica migliore. Fu un campionato molto importante, con giocatori che poi hanno fatto una carriera strepitosa. C’era Lulù Oliveira, giocatore già affermato, Mascara, Giallombardo, Stendardo, Squizzi. Fu una stagione a mio avviso molto bella, condita anche da bei risultati. Ho un ricordo di Catania veramente bello. Fu un anno molto interessante e formativo tra le altre cose, perché comunque allenare a Catania non è come allenare in altri posti in quanto è una grande città e la squadra ha grande seguito. Il derby perso 5-0 a Palermo? Era un avversario nettamente superiore, tant’è vero che fece un campionato strepitoso. È chiaro che la sconfitta fece rumore essendo un derby però c’era troppa differenza tra le due squadre».

Attualmente è fermo. Attende una chiamata per sposare un nuovo progetto calcistico?
«Come i tanti allenatori che in questo momento dell’anno vedono partite, si aggiornano. Purtroppo l’unica cosa che da questo punto di vista lascia un po’ di dispiacere è che eventualmente le tue fortune devono andare a coincidere con le sfortune di un tuo collega. È questa la cosa più brutta, però è normale. L’allenatore che sta fuori deve aspettare se qualcuno lo chiama, poi si propone e valuta di ricominciare. La regola sul ri-tesseramento degli allenatori nella stessa stagione? Da una parte per chi sta già allenando è un bene, il problema è che poi hai precluso magari a quelli che stanno fuori un’eventualità. Secondo me andrebbe un po’ rivista. Io la farei diversamente. Io direi, se un allenatore viene esonerato entro le prime dieci giornate può avere la possibilità eventualmente di riaccasarsi. La si potrebbe rimodellare, correggere, anche se trovo giusto che sia così perché io ad esempio a Palermo fui esonerato dopo una giornata e sono stato fermo un anno (nel 2008-09, ndr). La regola secondo me è giusta. Va solo un po’ rivista, corretta, a mio avviso».

Si ringrazia Stefano Colantuono per la gentile concessione dell’intervista.

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