Ai microfoni di firenzeviola.it l’ex tecnico rossoazzurro Luigi De Canio, ora seduto sulla panchina della Ternana, parla del terzino Cristiano Biraghi che ha allenato ai tempi di Catania:
“L’ho avuto in un momento delicato. Il peggiore nella storia del Catania. Nonostante ciò era desideroso di crescere, imparare. Il suo caso è l’esempio di chi si dà obiettivi importanti e li raggiunge con abnegazione ed umiltà. Se mi aspettavo che sarebbe potuto diventare il prossimo terzino dell’Italia? Chi dice questo, sarebbe da considerarsi un bugiardo. E siccome non lo sono, non posso dire una cosa del genere. Certo è che lo vedevo lavorare sugli errori e mettercela tutta anche nelle difficoltà. Sono questi i presupposti per il successo, e non mi meraviglia che sia arrivato fino a qui, anche perché non si è mai sentito uno già arrivato”.
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L’ex centrocampista del Catania Lucas Castro, ora in forza al Cagliari, parla di futuro e del rapporto con mister Rolando Maran nel corso di un’intervista concessa a La Nuova Sardegna:
“Io e la mia famiglia siamo contenti di essere venuti qui in Sardegna, ci auguriamo di starci a lungo. Il presidente ha avuto grande fiducia in me, facendo un grande investimento: è mio dovere ripagarlo giocando partite, non se ne pentirà. Maran? In qualche modo mi sento un suo pupillo, ho trascorso tanti anni con lui e tra noi si è creato un rapporto di fiducia. Non sono sempre state rose e fiori, ma lo apprezzo perché dice le cose in faccia e se lo merito resto fuori: se il mister non mi fa giocare è perché si accorge che non sono al meglio. Rispetto sempre le sue scelte. Dove mi piacerebbe giocare in futuro? Sicuramente in Spagna. Sono argentino e mi sento vicino alla loro cultura. Ma ora il mio pensiero è uno soltanto: fare una grande stagione col Cagliari”.
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Questa sera Catania di nuovo in campo, dopo il pareggio beffardo di Caserta. Obiettivo ritrovare subito il feeling con la vittoria, incamerando punti che sarebbero fondamentali contro una diretta rivale che, al momento, occupa la vetta della classifica del girone C. Importante sarà la spinta del “Massimino” che farà registrare un nuovo record stagionale di pubblico con oltre 10mila presenze (s’ipotizza un’affluenza di 11-12mila unità, ndr). Attesi anche 300 sostenitori granata. Ci vorrà il miglior Catania per avere ragione di questo Trapani propositivo, coriaceo, ben organizzato e praticante un buon calcio.
Ci si attende un Trapani che continui ad approcciare alle partite con disinvoltura e senza erigere barricate contro un Catania che farà altrettanto. Sulla carta esistono i presupposti per assistere ad una partita bella ed intensa tra due formazioni tecnicamente valide e candidate alla promozione diretta in Serie B. Probabile che mister Italiano non cambi nulla nel modulo, confermando il collaudato 4-3-3 ma variando qualche interprete, mentre il collega Sottil potrebbe rispolverare il 4-2-3-1.
Quasi tutti al completo in casa Trapani. Non saranno della partita, tra le fila etnee, lo squalificato Esposito e Mujkic, impegnato con la Nazionale Under 19. Nuovamente disponibile l’argentino Llama, ma la sensazione è che parta dalla panchina dopo il problema muscolare che lo ha tenuto fermo ai box per qualche settimana, evitando il rischio di ricadute. Qualche possibile variazione negli interpreti rossoazzurri, a distanza di pochi giorni dalla trasferta casertana. In avanti Curiale potrebbe essere preferito a Marotta. Fischio d’inizio alle 20.30.
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Intervista di Vincenzo Italiano, allenatore del Trapani, a cura dell’ufficio stampa granata. Ecco quanto evidenziato da ‘TuttoCalcioCatania.com’:
“Si fa fatica a gioire per le vittorie perchè subito c’è da preparare un’altra gara molto importante e difficile contro una delle più forti squadre del campionato. Poco tempo per prepararla, abbiamo provato qualcosina ma fondamentale sarà l’aspetto mentale. Andiamo ad affrontare una squadra fortissima con giocatori di categoria superiore in uno stadio importante davanti ad un pubblico numeroso. Banco di prova difficilissimo. E’ una sfida Champions, l’ho definita così perchè servirà una prova di grande attenzione e personalità, andare lì e giocarci le nostre carte cercando di mettere in difficoltà una delle più attrezzate del campionato”.
“Facciamo i conti con qualche acciacco, qualcuno fatica a recuperare la condizione ottimale. Vedremo se fare qualche cambiamento di formazione negli interpreti. Chi andrà in campo sa già che dovrà andare forte e spingere al massimo mettendo dentro tutto quello che ha. I ragazzi, soprattutto i più giovani, sanno che per diventare grandi e maturi bisogna passare da questo tipo di partite contro un avversario bravo tecnicamente ed il pubblico trascinante. Sono belle gare che si caricano da sole, bisogna solo andare in campo e dare il massimo cercando di tornare a casa con il sorriso. I ragazzi sono tutti pronti per dare battaglia“.
“Se Nzola ed Evauco possono coesistere? Sabato con il Bisceglie ho effettuavo un cambio che richiedeva di mettere più fisicità davanti, contro una difesa molto fisica. La mossa ha sortito gli effetti sperati, vedremo a partita in corso a Catania quali dinamiche si verranno a creare. Il Catania ci creerà delle difficoltà ma applicheremo tutti i concetti provati in settimana. Mi auguro ci si possa divertire, sarà una bellissima partita“.
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“Con il Catania ho trovato subito feeling. Sento fiducia generale, per un giocatore è importante. Sei reti con la maglia del Trapani la scorsa stagione? Schemi su piazzati e angoli che stiamo riprovando anche a Catania. E’ una mia caratteristica, mi farò trovare pronto come sempre, per il bene della squadra si fa tutto”. Le parole del difensore-goleador del Catania Tommaso Silvestri evidenziate da La Gazzetta dello Sport, in vista di Catania-Trapani.
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Mister Andrea Sottil in vista di Catania-Trapani. Ecco quanto si legge su La Gazzetta dello Sport:
“Tutti sono stanchi ma posso scegliere da un ampio pacchetto di giocatori. Mentalmente dobbiamo essere pronti ad una sfida di grande spessore. Ci tocca uno scontro importantissimo dopo l’1-1 in Campania. La partita arriva al momento giusto perchè dobbiamo trasferire sul campo la rabbia positiva derivata dal pareggio in trasferta. Dovevamo chiudere prima il confronto di sabato. Facciamo tesoro anche delle situazioni che avremmo potuto sfruttare meglio. Nessun alibi, abbiamo giocato solo tre partite ma siamo determinati”.
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La Cassazione ha stabilito che scatta il Daspo con firma per gli ultras che allestiscono coreografie che inneggiano alla colata di lava sui tifosi delle squadre di città “vulcaniche” come Catania e Napoli, in quanto ritenuta una forma d’induzione alla violenza, pur non essendo di contenuto insultante o diffamatorio. Per tale ragione è stato convalidato un Daspo di due anni con obbligo di firma per un tifoso della Reggina che, in occasione dell’incontro disputato al “Granillo” la scorsa stagione con il Catania, aveva sistemato il materiale e dato disposizioni per una coreografia «vulcanica» con tanto di gigantografia dell’Etna con petardi e lacrimogeni.
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L’attaccante del Catania Davis Curiale interviene nel consueto ‘Face to Face’ di Ultima Sport. Ecco di seguito evidenziate le parole più significative del ragazzo:
“Eravamo già con la testa in Serie B, non è stato facile digerire la notizia del mancato ripescaggio ma abbiamo trasformato la rabbia in energia positiva da riversare sul campo. A Caserta è stata la mia seconda gara da titolare in campionato. E’ un bene che gli attaccanti si sblocchino. Ci tenevo tanto a ritrovare la via del gol. Sta mancando ancora la rete di Marotta per il lavoro sporco che fa, ma si sbloccherà anche lui. Comunque buon risultato su un campo difficile, anche se è un peccato. Eravamo schierati male sull’1-1, purtroppo la palla è andata a finire là con tre attaccanti rossoblu ed il solo Baraye a presidiare. Il ko sarebbe stato ancora più difficile da digerire, è stato importante non perdere”.
“Cosa dico ai tifosi? Di stare tranquilli e sostenerci. Abbiamo vissuto mesi difficili, non è stato facile ripartire ma lo abbiamo fatto con il piede giusto. Siamo andati molto vicini alla terza vittoria su tre, capiteranno i momenti di difficoltà ma sono sicuro che quest’anno conquisteremo quel che avremmo meritato in estate. Se sono scaramantico? Sì, ho un bel pò di riti che non posso svelare. Le partite le preparo innanzitutto mentalmente, sono abbastanza tranquillo comunque. Riesco a ridere e scherzare, poi in campo mi trasformo. Non avverto le pressioni della gara, mi isolo. Il calcio è il nostro lavoro ma è la passione che deve alimentarti. Sono fissato con questo sport da piccolo, quando distruggevo tutti i mobili di casa”.
“Negli ultimi anni il calcio tedesco ha superato il calcio italiano, anche per i problemi riscontrati di recente. La Serie A fino a 7-8 anni fa era il campionato più bello al mondo. Speriamo che le cose si sistemino facendo un pò di piazza pulita, tornando a quei tempi. Il Fortuna Colonia? Era una società importante e sta tornando ad esserlo. Quando facevo parte del settore giovanile militava in B. Mi ha fatto crescere molto quell’esperienza. Andai via e lo feci a malincuore perchè ho lasciato tanti amici e segnai un bel bottino di reti. La mia esperienza a Trapani? E’ una città bellissima, con la famiglia ci siamo trovati bene e le mie origini sono proprio del posto. Ho avuto poca fortuna a livello calcistico, potevo fare di più. Non mi sono trovato a mio agio con un allenatore ma Trapani fa parte della mia vita, un giorno tornerò a vivere lì”.
“Marotta? In campo abbiamo battibeccato nella semifinale Play Off, però c’era grande stima reciproca. Quando ci siamo ritrovati abbiamo subito fatto pace e creato un bellissimo rapporto. Secondo me in questa categoria possediamo un grande potenziale, giocando insieme potremmo essere determinanti. Cosa significa Catania per me? Tanto perchè è la società che mi ha dato la grande opportunità di giocare dopo due anni bui. Il Catania ha creduto in me, sono rinato come giocatore ed ho prolungato la scadenza del contratto al 2021. Voglio riportare la squadra in Serie A. E’ il mio sogno”.
“Gli allenatori a cui sono rimasto più legato? Mister Pergolizzi nella Primavera mi ha fatto esplodere e ancora oggi lo sento. A livello professionale Stellone mi ha dato tanto. E’ un allenatore molto preparato e farà una grande carriera. Cambio di mentalità con Sottil? Lo vedremo più avanti. Sicuramente ha una mentalità vincente, lo dimostrano anche le amichevoli e le gare di Coppa Italia. Finora non abbiamo mai perso ed è una mentalità che mi piace perchè io voglio vincere sempre. Differenze rispetto alla passata stagione? Quest’anno forse a livello caratteriale abbiamo qualcosa in più. Siamo più cattivi e concreti, convinti ed equilibrati“.
“Frosinone? Mio figlio è nato lì, ci sentivamo a casa con la mia famiglia. Venivo dal momento triste di Grosseto. A Frosinone sono esploso, feci l’errore di andare via a gennaio nonostante avessi fatto 9 gol. E’ stato il mio rammarico, sicuramente avrei partecipato alla Serie A l’anno dopo. Grosso rammarico che mi porto dietro. Le mie prestazioni hanno influito anche per questo a Trapani. Catania è il mio ultimo treno e spero di arrivare in quella categoria che tutti noi sogniamo da piccoli. Tripletta al Trapani? L’unica della carriera la feci proprio indossando la maglia del Frosinone”.
“La mia famiglia è molto importante. Soprattutto da quando è morto mio padre. Mia sorella e mia madre sono molto significativi per me. La madre è prima tifosa ma anche molto critica nei miei confronti, trova sempre il pelo nell’uovo spronandomi a fare meglio. Mio figlio? L’amore della mia vita. La gioia più grande la sua nascita. Bellissimo, emozionante, non si può descrivere. Mi ha fatto maturare come uomo, prima facevo un pò di cavolate. Sono molto più responsabile adesso. Non gli piace il calcio esattamente come desidero, però c’è ancora tempo. Il calcio sicuramente mi stanca molto ma quando arrivo a casa gioco con lui che mi fa dimenticare la stanchezza calcistica. Se ho qualche hobby? Mi piace giocare a carta, mi piace stare a casa, sul divano, guardare la tv. Le emozioni più grandi vissute da calciatore? A Frosinone, inoltre a 18-19 anni ho fatto le mie prime panchine in Serie A ed una panchina a Istanbul in Uefa“.
“Il pubblico del ‘Massimino’ dà sempre qualcosa in più. Tantissimi calciatori vorrebbero giocare in un palcoscenico come il nostro. Col Trapani speriamo di dare una grande risposta contro un avversario importante continuando la nostra cavalcata. Se dovessi segnare non esulterei per rispetto della mia città di origine. Trapani e Juve Stabia? Secondo me saranno le principali rivali per il raggiungimento della vetta. La Casertana non la vedo tra le prime, forse potrebbe inserirsi il Catanzaro. Penso che servirebbero 75 punti per vincere il campionato se la Viterbese restasse nel nostro girone”.
“Il segreto per vincere in C? Sta in chi gioca meno che deve tenere botta, farsi trovare pronto quando viene chiamato in causa. Undici giocatori non vincono il campionato. I più burloni del gruppo? Il più casinista è Marotta, Ciancio ha sempre la battuta pronta, Aya rompe sempre le scatole. Per il resto sono tutti dei bravi ragazzi. Il più introverso? Baraye è un ragazzo solitario, sta per i fatti suoi. Anche Vassallo. Quali calciatori ho avuto modo di apprezzare da piccolo? Ronaldo all’Inter, Del Piero, Trezeguet. Mi hanno sempre appassionato. Le punte più forti con cui ho giocato in coppia? Cito i nomi di Lapadula, Dionisi, Ciofani, Godeas. Adesso dico Marotta anche se abbiamo giocato per la prima volta insieme, siamo due attaccanti diversi che si sacrificano molto per la squadra“.
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L’Amministratore Delegato del Catania Pietro Lo Monaco interviene telefonicamente alla trasmissione televisiva Corner, su Telecolor. Ecco le parole di Lo Monaco evidenziate da ‘TuttoCalcioCatania.com’:
“Non è mai un bene giocare così tanto. E’ un danno. Fino al 5 dicembre e forse qualcosa in più ci hanno impegnato a scendere in campo ogni tre giorni tra recuperi, turni infrasettimanali, Coppe Italia. Non è bello perchè ci sta di scivolare. Dobbiamo stare attenti e confidare nella nostra rosa abbastanza nutrita nei cambi. Siamo anche costretti a rincorrere e non è semplice”.
“L’1-1 di Caserta? Quando giochi contro una concorrente diretta e ti dividi la posta fuori casa è un risultato positivo. Ma per come è maturato e le occasioni avute, non è bello fallire un appuntamento del genere. Errore mettere sette uomini in barriera con un uomo in meno, non si presidiavano le zone che andavano presidiate. Errore gravissimo, come il precedente quando Marotta non ha chiuso la partita. Il campo sconnesso è stato anche determinante in questa circostanza. Si dovrebbero avere dei manti erbosi all’altezza della situazione, le squadre professionistiche non possono avere stadi da terzo mondo. Ti devi mangiare le mani. La nostra, comunque, è una squadra forte che ha già archiviato il pari di Caserta”.
“Secondo me l’organico del Catania lo scorso anno non aveva niente da invidiare a questo. Adesso c’è Marotta, un trascinatore che riesce a dare quel quid che trascina anche i compagni. E’ un fattore importante. La nostra squadra con un carattere consolidato mi auguro possa fare bene. Ripescaggio? 700mila euro ce li siamo presi. 1.2 milioni, invece, li trattengono ancora facendo un rimbalzello tra Lega e Figc. Penso che me li andrò a prendere domani di persona”.
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Amico di TuttoCalcioCatania.com, l’ex attaccante di Catania e Trapani Giuseppe Mosca ha rilasciato alcune dichiarazioni in esclusiva ai microfoni della nostra testata. Una vagonata di reti messe a segno sia con la maglia del Catania che indossando la casacca del Trapani. Grande protagonista in rossoazzurro nella stagione 1994-95 (Campionato Nazionale Dilettanti) ed in granata nel torneo di Serie C2 1997-98, Mosca è ottimista circa il buon esito della stagione.
Beppe, come vedi il Catania quest’anno dopo le note vicissitudini sul caso ripescaggi? “Sono fiducioso perchè il Catania ha preso un allenatore giovane ma ottimo e preparato, inoltre la squadra è stata costruita bene. Ci sono tutti i presupposti per vincere il campionato anche se questo Trapani fa sul serio. Sono fiducioso. La società ha migliorato i reparti che presentavano qualche lacuna. Marotta ha innalzato il potenziale offensivo ed è sicuramente una garanzia, Manneh lo vedo particolarmente ispirato, inoltre Lodi spostato più avanti con il piede che si ritrova può sfruttare ancora meglio le sue caratteristiche. Unico handicap la lunga attesa che ha penalizzato il Catania. Stare tutto questo tempo fermi è penalizzante”.
Aggiungiamoci il tour de force che attende il Catania adesso… “Certamente anche il fatto di essere costretti a giocare tantissime partite in pochi giorni penalizza la squadra ed il lavoro dell’allenatore. Servirà un turnover oculato in questa fase della stagione, ma ritengo che Sottil stia lavorando bene su giocatori molto forti per la categoria e gestirà in maniera ottimale la situazione”.
E’ un Catania più forte rispetto alla scorsa stagione? “L’anno scorso il problema era l’allenatore, inutile girarci intorno, ne sa qualcosa anche il Livorno. Il Catania giocava malissimo, squadra sulle gambe che faticava ad esprimersi nonostante possedesse una rosa di grande livello, non c’era impostazione. Ad un certo punto il Lecce sembrava facesse di tutto per perdere il campionato. Il Catania non approfittava sistematicamente dei passi falsi dei salentini. Quest’anno invece c’è un tecnico molto preparato in panchina, motivato, la squadra corre e giocatori che l’anno scorso erano irriconoscibili hanno fatto registrare un’inversione di tendenza”.
Classica domanda quando si presenta il risultato di parità, bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto a Caserta? “Mezzo vuoto per come si stava mettendo la partita perchè, ormai, pregustavi la vittoria. Ma per come il Catania ha affrontato il secondo tempo mezzo pieno perchè, inspiegabilmente, la squadra ha abbassato il baricentro rinunciando a giocare. Poi non è stata sfruttata la palla-gol di Marotta su un campo indecente che lo ha tradito nel rimbalzo e, purtroppo, in occasione del calcio di punizione Pisseri avrebbe dovuto respingere lateralmente anzichè centralmente. Comunque la Casertana possiede dei grossi nomi e fare risultato a Caserta non sarà facile per nessuno. Peccato per il pareggio, ma ci sta perchè il Catania si è abbassato troppo nella ripresa. Può avere inciso anche la differenza di ritmo partita tra le due squadre, visto che questo non lo acquisisci con gli allenamenti. Oggi la Casertana ha una preparazione regolare, il Catania non ancora”.
In cosa ti piace questo Catania? “E’ Catania operaio che nei momenti di difficoltà lotta e corre, sa soffrire. D’altronde la Serie C è corsa, organizzazione, sacrificio, spirito di gruppo. Tutte caratteristiche che il Catania di Sottil possiede. Serve solo pazienza perchè i mesi d’inattività hanno penalizzato il lavoro dell’allenatore”.
Veniamo a Catania-Trapani, tu hai indossato entrambe le casacche. Chi potrebbe rivelarsi decisivo in campo? “Secondo me questa partita si deciderà con qualche episodio, magari su palla inattiva. Punto sul piede di Lodi. Io ho fatto parte anche della rosa del Trapani nel ’98. Da giocatore del Trapani segnai al Catania. All’andata in campionato vincemmo 3-0 ed io misi a segno un gol. Invece la partita di ritorno al Cibali la vinse il Catania 3-2 e segnai una doppietta. Spero che il Catania concluda la stagione in vetta e venga promossa in B anche la formazione granata”.
Ancora oggi fai il tifo per il Catania e sei aggiornatissimo sulle vicende rossoazzurre. Cosa ti ha impressionato di più di questa piazza? “A Catania si vive di calcio per l’intera durata della settimana. Ho vissuto il periodo più difficile della storia rossoazzurra, quando arrivai io vincemmo il campionato. In città c’erano il Catania di Massimino e l’Atletico di Proto, che in C faceva 1.500 spettatori inclusi i familiari dei calciatori. Il Catania nelle categorie inferiori ne portava 15-20.000 allo stadio. E’ una piazza legata alla tradizione, al 1946, a Massimino. Una piazza bella da vivere. Ovviamente poi devi avere anche gli attributi per viverla bene. Se sei caratterialmente forte, giocare a Catania è una sensazione da provare almeno una volta nella vita. Io ho avuto la fortuna di vivere questa esperienza”.
Il caso ripescaggi ha deluso enormemente la tifoseria, pensi che con l’approdo di Gravina alla presidenza FIGC la musica possa cambiare nel nostro calcio? “I tifosi sono reduci da tanta sofferenza e delusioni, spero che ci sia una giustizia più equa e le cose vengano messe al posto giusto nel calcio. Gravina è stato l’unico personaggio coerente in questa vicenda ed il più sensibile alle esigenze delle squadre coinvolte. Ha bloccato il campionato per chi ne aveva necessità perchè c’era una legge che non è stata rispettata. Adesso si parla dell’ipotesi di 7 formazioni promosse dalla C alla B. Sarebbe un risarcimento minimo per i club che sono stati penalizzati”.
So che una cosa in particolare ti ha colpito nel comportamento dei tifosi quest’anno… “Indubbiamente il fatto che nonostante le ingiustizie subite la gente abbia detto basta, chiedendo a gran voce di tornare al Massimino per rivedere giocare il Catania al più presto. La gente non guarda la categoria, ama i colori rossoazzurri a prescindere. I tifosi saranno sempre vicini alla squadra e questo è un bellissimo messaggio nei confronti di giocatori e dirigenza. Mi piacerebbe in futuro vedere uno stadio nuovo, senza pista atletica, con le tribune attaccate al campo. Allora il tifo sarebbe non il 12/o ma il 13/o uomo”.
Si ringrazia Giuseppe Mosca per la gentile concessione dell’intervista.
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