PISSERI: “Emozione grandissima difendere i pali del Catania, legame forte con la città. Match speciale a Monopoli. Fare il calciatore un sogno”

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Matteo Pisseri

Il portiere del Catania Matteo Pisseri nel consueto ‘Face to Face’ di Ultima Sport. Abbiamo evidenziato le parole più significative del portiere del Catania, di seguito riportate:

Monopoli-Catania? Per me è una partita speciale perchè c’è l’opportunità d’incrementare il nostro bottino di punti in classifica. Sarà molto difficile giocare contro una mia ex squadra con la quale ho trascorso un anno stupendo. Mi emoziona ricordare i momenti trascorsi a Monopoli, la vita va veramente veloce. Ma questo fa parte del passato. A Catania ho trovato una società che punta a tornare in alto, una città e tifoseria da Serie A, ma queste sono cose che tutti sanno. Questa è la prima volta che mi fermo più di un anno in una squadra. Il Catania è un club ambizioso come me e spero di arrivare in alto insieme. Con Catania ho un legame forte, particolare. Mi dimostrano tutti quanti tanto affetto che io voglio ricambiare con le mie prestazioni in campo. E’ un’emozione grandissima difendere i pali del Catania, condivido questa emozione con i compagni. Siamo un gruppo molto unito che vuole raggiungere l’obiettivo”.

Il ‘Massimino’ è un’emozione unica vederlo pieno di gente che vive per la squadra e ci sostiene di continuo. Prima di trasferirmi qui, ero perfettamente consapevole dell’entusiasmo del pubblico. Basta guardare i video presenti sul web. Anche nei turni infrasettimanali c’erano 15 mila spettatori quando militavo tra le fila del Monopoli. Sapevo di trovare una città molto calorosa”.

“Il mio idolo come portiere? Ammiro molto Buffon che ha avuto una continuità pazzesca, sana pazzia ed una tecnica incredibile che gli ha permesso di sbagliare pochissimo in tutta la carriera. Anche Frey è stato un grande portiere. L’erede di Buffon secondo me non c’è, però penso che Donnarumma sia il più vicino a lui. Può fare una carriera importantissima ed è ancora giovane. Le voci di mercato sul mio conto in estate? Non mi hanno infastidito, anzi sono stato molto contento della fiducia dei tifosi che preferivano me anche quando giravano certe voci”.

“Il ruolo del portiere il più difficile? A volte sì perchè spesso la gara puoi deciderla tu in positivo o negativo. E’ un ruolo a parte dal resto della squadra. Magari corriamo meno, però il dispendio energetico mentale è alto. La forza di un portiere è quella che, oltre alla qualità tecniche, deve riuscire ad isolarsi dal resto dell’ambiente rimanendo concentrato senza pensare troppo. Concentrandosi sul momento attuale, cacciando subito via qualche interferenza proveniente dall’esterno. Ogni partita è sempre un esame, ormai il portiere moderno deve sapere giocare anche con i piedi e sto cercando di migliorare questo aspetto”.

“Con il fatto che giochiamo ogni tre giorni siamo sempre in ritiro, quindi c’è poco tempo libero a disposizione. Adesso sono in stanza con Kalifa, mi fa morire dal ridere perchè è troppo simpatico. Per il resto quando sono a casa il tempo libero lo dedico in maniera tranquilla, magari passeggio sul mare, mi vedo con qualche compagno di squadra, oppure se c’è la mia fidanzata sto con lei, vado a messa. La mia più grande soddisfazione calcistica? Innanzitutto il divertimento che provavo nel giocare quando ero bambino. Poi diventando grande la prima partita tra i professionisti con il Renate, anche perchè venivo da un anno e mezzo d’infortunio. Il Renate mi ha dato fiducia e sembrava insperato per me giocare da professionista“.

“Le recenti parate più belle ed importanti? La più bella forse la seconda in casa contro la Vibonese. La più importante quella di Pagani di sabato. Da 0-3 farci recuperare tre gol così sarebbe stata una mazzata tremenda e non lo avremmo meritato. Invece il match più bello in assoluto è stato quando giocavo con il Monopoli vincendo 2-0 a Foggia, parando anche due rigori e con tante altre parate effettuate. E’ stata una grazia, una serata bellissima che ricordo ancora con molto piacere. Il gol che mi ha fatto più arrabbiare? Subirne fa arrabbiare sempre. Soprattutto quello di Marotta nella passata stagione ai Play Off. Ci siamo capiti con lo sguardo quando l’ho visto per la prima volta a Torre del Grifo in ritiro”.

Onorati? E’ un allenatore di grande esperienza, abbiamo un ottimo rapporto. Mi può aiutare tanto. E’ un tipo parecchio esigente. Quando subisco gol si arrabbia un pò di più in allenamento. Questo mi dà ancora più stimoli. Ha allenato portieri come Perin, Frey, Bizzarri, Andujar, Carrizo, facendo tanti anni di Serie A e da lui posso solo imparare. Il ruolo della mia famiglia nel calcio? Mio padre giocava a pallamano, raggiungendo anche la A2. Mi ha sempre incitato a fare sport ed a me piaceva tanto. Fino all’età di 15 anni giocavo sia a calcio che a pallavolo, inoltre studiavo e sono riuscito a diplomarmi come ragioniere. I miei genitori ci tenevano tanto al diploma, devo ringraziarli. La pallavolo come portiere mi ha aiutato tanto. Mio padre è stato, poi, il mio primo allenatore. Mi ha sempre detto di dare il massimo, divertirmi e di non avere rimpianti”.

“Ho sempre avuto il sogno di diventare calciatore. C’è stato un momento in cui ho rischiato che crollasse tutto quando sono rimasto fermo per infortunio un anno e mezzo, ma poi grazie a Dio mi sono ripreso riuscendo a fare quello che volevo. Sono sempre stato determinato a fare il calciatore. Quando, intorno ai 35 anni, smetterò di giocare vedremo cosa mi riserverà il futuro. Se ho mai pensato di venire a giocare con il Catania anche in passato? Quando vedevo alla ‘Domenica Sportiva’ le sintesi di qualche partita magari contro Inter, Milan e Juve mi era sempre rimasta impressa quella scritta “Città di Catania” e vedere lo stadio pieno di gente.

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