BARISIC: “Sogno la A col Catania. Argurio come un padre, cerco il primo gol stagionale. Lucarelli importantissimo per me”

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Maks Barisic

L’attaccante del Catania Maks Barisic nel consueto e mai banale ‘Face to Face’ di Ultima Sport. Abbiamo evidenziato le parole più significative, di seguito riportate:

“Ho iniziato a giocare al Koper, ero giovanissimo. Mi piaceva molto Ronaldinho ai tempi del Barcellona, lo seguivo ed ho cominciato a tifare sia per il Barça che, in seguito, per il Milan. La passione per il calcio è sempre stata radicata in me. Inizialmente giocavo anche a basket, poi è prevalso il calcio. Ricoprivo il ruolo di difensore centrale, dopo mi hanno impiegato come terzino segnando tanti gol. Poi esterno e sono emerse determinate qualità. Nel giro di 2-3 anni ho iniziato a giocare molto bene”. 

“Catania? Per me giocare qui significa tanto. Squadra fortissima lo scorso anno, adesso ancora di più. Sono cresciuto nelle giovanili etnee, qua ho imparato tanto. In Slovenia non si dava molto spazio alla tattica, qui invece mi sono completato come calciatore. Il Direttore Argurio? Sa tutto di me. E’ come un padre, mi segue dall’inizio della carriera, sono contento che mi abbia portato in Sicilia. Torre del Grifo è una bellissima struttura. Quale evento ho seguito con maggiore trasporto e partecipazione negli anni? Dico la finale di Champions League tra Milan e Liverpool dal 3-0 al 3-3. Poi però i rossoneri riscattarono quella sconfitta”. 

“La mia esperienza al Milan? Quando ho sentito che voleva prendermi in prestito ero contentissimo, anche perchè stiamo parlando di una delle squadre più forti al mondo, oltre ad avere una simpatia per i colori rossoneri. Mi ha allenato Filippo Inzaghi che è molto bravo. La sua presenza era preziosa soprattutto per noi attaccanti che seguivamo i suoi consigli. Gol al Messina nella stagione 2016-2017? Fu il più importante della carriera in quel momento, arrivò in una fase della mia vita in cui ero poco sicuro di me stesso. Segnare nel derby è servito a darmi soprattutto tanta autostima. Ricordo ancora gli attimi dopo il gol, vedevo tutto nero davanti a me, non capivo più niente”.

“Momenti di difficoltà? Quando tornai dal Milan, il Catania era retrocesso in B. Avevamo nomi di livello ma non so cosa non andò per il verso giusto. Poi con la retrocessione C avevo il morale a terra, anche perchè ero approdato in Italia quando il Catania militava in Serie A, campionato top. Non era facile risollevarsi, ma il mio sogno è quello di tornare nella massima categoria e farlo con il Catania. Spero di riuscirci. Passaggio a vuoto tra Potenza e Catanzaro? Non so spiegarmelo. Magari un pò di stanchezza, semplicemente un momento brutto ma adesso ci risolleviamo. Ne sono sicuro”. 

I miei genitori sono molto orgogliosi di me, decisi di andare via da giovanissimo e non era facile soprattutto per mia mamma. Ma io aveva la sicurezza di fare il calciatore ed ho seguito questa strada. Capigliatura? Ci tengo ad essere alla moda, è stato così anche quando giocavo in Slovenia. E’ possibile che mi rasi a zero se andiamo in B. Il valore dell’amicizia? Molto importante per me. Sono tuttora legato a tanti compagni di squadra al Koper nelle giovanili. Ci sentiamo, organizziamo una festa in estate quando siamo tutti a casa. L’amico è quello che non confida niente, crede in te, ti stimola e aiuta nei momenti difficili. Credo molto nella vera amicizia. L’importanza dell’amore? La mia compagna è importantissima, ci siamo conosciuti un anno e mezzo fa. Sono cresciuto tanto anche grazie a lei, nei momenti del bisogno è un punto d’appoggio fondamentale”.

“Ringrazio i tifosi per il sostegno. In Italia ho giocato anche a Messina e Andria, piazze calde ma a Catania è diverso. La Curva non è vicinissima al campo ma il sostegno si fa sentire eccome. Se le Curve fossero vicine il ‘Massimino’ sarebbe un fuoco. La città è una seconda casa, conosco tanta gente e mi trovo molto bene. Se fossi andato via in estate mi sarebbe dispiaciuto parecchio. Il cibo mi fa impazzire, mi piace tanto la granita al pistacchio ma un pò tutto a base di pistacchio direi. Se devo indicare qualcosa che non gradisco di Catania, invece, dico la guida dei catanesi (ride, ndr)”. 

“Ad Andria sono cresciuto soprattutto di testa, diventando più uomo. Prima pensavo che le cose arrivassero da sole. Invece ho capito che anch’io devo mettere qualcosa dentro, lavorando ogni giorno al meglio delle mie possibilità. Prestando attenzione a tutto, anche all’alimentazione. Lucarelli? E’ stato importantissimo per me. Mi ha fatto giocare anche come quinto di centrocampo, stimolandomi sempre di più a fare bene. Con lui ho giocato con una certa frequenza. Esprimermi da esterno mi piace perchè sono un calciatore di corsa, abile a sfruttare la profondità ma so, all’occorrenza, anche aiutare la difesa”.

“Quale gol della passata stagione mi è piaciuto di più? Contro la Paganese in casa avevo sbagliato un gol semplice, poi mi sono riscattato con una bella rete. Di solito prima mi perdevo dopo un errore, invece in questo caso seppi rialzarmi. Segnare aiuta, ti fortifica. Ma anche se non segno, l’importante è che la squadra giochi bene e vinca. Cerco il primo gol in questo campionato, sono ancora a secco ma bisogna considerare che ho avuto problemi muscolari. Non ho giocato tante partite ma adesso mi sento molto bene, contro la Reggina credo che potrei segnare, sono ottimista. Dobbiamo essere sempre ottimisti. Cosa consiglio ad un ragazzino che vuole giocare a calcio? Di rimanere sempre se stesso, mantenendo intatta la voglia, dando il massimo in quello che fa e non smettere mai di sognare”.

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