CATANIA: positive indicazioni ma difesa ballerina. Sorpresa Biondi, Brodic meglio da mezzala. Llama altalenante

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Lo scorso anno fu 3-0 contro il Como al “Massimino” nel primo turno eliminatorio di Coppa Italia TIM. Adesso cambia l’avversario ma non il risultato. Stavolta è il Fanfulla ad uscire sconfitto dal rettangolo verde. Poco pubblico sugli spalti, basti pensare che solamente 2mila biglietti sono stati venduti. Tutto sommato però i presenti hanno assistito ad una partita gradevole.

La squadra di Andrea Camplone, a sprazzi, ha sostenuto trame di gioco interessanti e fatto girare velocemente palla in mezzo al campo. Bene Lodi in cabina di regia, supportato egregiamente da Bucolo. Generoso ma altalenante Llama, schierato in posizione di mezzala. Sulla fascia sinistra Marchese ha spinto con equilibrio ed intelligenza. Ok Calapai ma un plauso va rivolto soprattutto a Biondi. Il giovane catanese ha esordito al “Massimino” premendo sempre a fondo con l’acceleratore e, all’occorrenza, sbarrando la strada al guizzante ed insidioso Scaramuzza. In avanti Sarno – gol a parte – si è espresso con qualità ma prevalentemente da solista nel primo tempo. Dopo l’intervallo ha beneficiato dell’ingresso di Biondi riuscendo a dare imprevedibilità alla manovra attraverso un buon dialogo con il compagno. Brodic in affanno nella posizione di esterno offensivo sinistro, meglio da mezzala avendo più campo a disposizione. Di Piazza e Curiale pimpanti, Rossetti vivacizza l’attacco.

Tra le fila del Fanfulla, invece, oltre al già citato Scaramuzza si sono messi in grande evidenza Brognoli e Laribi. Da segnalare, al di là delle tre reti subite, l’organizzazione tattica bianconera e la capacità di creare più di qualche insidia alla difesa rossazzurra nelle ripartenze. Ne sa qualcosa la coppia centrale Silvestri-Esposito che non sempre ha fornito valide garanzie, mentre Pisseri ha contribuito a mantenere inviolata la porta del Catania con interventi spesso decisivi. A parte la retroguardia non sempre ben registrata nell’arco dei 90′ e la discontinuità sul piano della costruzione del gioco, s’intravede l’impronta di Camplone che chiede ai suoi una manovra fluida e veloce, non buttando il pallone a casaccio e ricercando la coralità del gioco. Positive le indicazioni emerse in questo senso, ma bisogna ancora oliare i meccanismi.

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