MAZZARANI: “A Catania emozioni uniche, vi spiego perchè andai via. Serve continuità. Con Camplone mi trovo bene”

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Torna a parlare da giocatore del Catania Andrea Mazzarani. Lo fa a Torre del Grifo, rilasciando le seguenti dichiarazioni in sala conferenza:

“A luglio sono tornato a Catania per il battesimo del figlio di Russotto. Quando ho detto che da qui non me ne sono mai andato era perchè anche durate l’anno mi sentivo costantemente con Biagianti, Bucolo ma anche il Direttore Argurio che conosco da tempo. Ci siamo sentiti e visti in quell’occasione, abbiamo parlato del più e del meno. Anche della possibilità di tornare. Io ho manifestato questa volontà di tornare, cosa ribadita anche a Lo Monaco e l’operazione si è fatta”.

Una squadra che punta a vincere il campionato deve per forza inanellare una striscia di vittorie ed avere un rendimento con meno sconfitte possibili. Con Lucarelli c’eravamo riusciti e per pochi punti non abbiamo raggiunto la promozione diretta. Per vincere bisogna partire subito col piede giusto, mettere vittorie in fila nell’immediato, collocandoti in una posizione di classifica importante che ti consente di vedere tutti dall’alto. Così cambia la tua condizione mentale e le avversarie ti affrontano con un timore reverenziale maggiore”.

A livello di campo io posso ricoprire più ruoli ed è un vantaggio per me. Tutto quello che ho a disposizione in termini di esperienza e bagaglio tecnico lo metto a disposizione del mister e dei compagni. Come ho sempre fatto ovunque io abbia giocato, darò tutto quello che ho dentro per questa squadra. Poi deciderà il mister dove è meglio farmi giocare. Per quanto concerne lo spogliatoio, provo ad evidenziare tutta la mia voglia di vincere il campionato e di trasmettere, soprattutto ai più giovani, l’importanza di vestire questa maglia. Senza fargli sentire il peso, perchè il calcio resta pur sempre un gioco”. 

“Il mio trasferimento da Catania? Due anni fa ero in scadenza. C’era la volontà di rinnovare da parte mia e della società. Poi ci sono stati i Play Off ed abbiamo messo davanti l’obiettivo di squadra. Successivamente non se n’è quasi più parlato perchè io ho vissuto una settimana veramente difficile dove mi sono passate tantissime cose per la testa. Ho pensato che potesse essere utile allontanarsi per metabolizzare quanto successo. Non so se ho fatto la scelta giusta. A Salerno sono stato veramente bene ma mi mancava qualcosa. Mi mancava Catania, Torre del Grifo. Quando c’è stata la possibilità di tornare non ci ho pensato un attimo, nonostante non fosse facile per me ripropormi in una piazza rimasta scottata dall’episodio del rigore. Quello che provo per questa maglia, però, lo so soltanto io. Mi assumo tutta la responsabilità, dando tutto quello che ho fino all’ultimo secondo”.

Con Camplone è un calcio molto più offensivo e propositivo. Non che non lo fosse con Lucarelli, ma a cominciare dal portiere giochiamo palla a terra. Mi trovo bene, per le mie caratteristiche è molto più facile giocare con una squadra che propone. Il mister mi ha provato in tanti ruoli. Soprattutto mezzala ed esterno. In base alle partite e cosa deciderà il mister mi metto a disposizione. Il gol di domenica? E’ stata una gioia incredibile. Ritornare da poco tempo e fare gol alla seconda palla toccata è qualcosa di bellissimo che non vedevo l’ora di provare. Sono contento, spero di continuare a farlo spesso quest’anno. Fisicamente sto bene, chiaramente il 100% lo si raggiunge anche giocando. Il ritmo gara te lo da solo la partita, il campionato è iniziato adesso e credo che a breve io e tutta la squadra saremo al top”. 

“Cosa non ha funzionato a Salerno? In ogni squadra ci sono delle gerarchie di ruoli e calciatori. Facendo un resoconto ho capito che partivo sempre dietro. Anche quando abbiamo fatto qualche risultato positivo con me in campo, poi venivano riproposti altri calciatori per scelta tecnica. Purtroppo siamo entrati in un vortice mentale negativo che ci ha portati all’ultima posizione dei Play Out. Bravi noi a riprenderci. Comunque ho acquisito esperienza, per la prima volta in carriera ho provato cosa significhi la panchina. Non è facile da digerire però è stata un’esperienza formativa che ti fa capire quanto sia importante anche lavorare quando non sei titolare. La concorrenza aiuta, giova a tutta la squadra”.

Io vivo molto di emozioni e sensazioni. Quello che mi ha dato questa città, squadra e società, giocare con un certo pubblico ripensando alla mia carriera non l’ho mai provato. Quindi quando c’è stata la possibilità di tornare, perchè dire di no a qualcosa che amo? Sono tornato senza problemi. Io tra i rigoristi in questa stagione? Ci può stare. D’altronde in B avrò calciato 10-11 rigori e zero sbagliati. A Catania, invece, ho fallito in qualche occasione dal dischetto. Comunque il rigore è un episodio che fa parte del calcio, bisogna anche assumersi la responsabilità di tirarlo. Solo se non lo tiri non sbagli mai”. 

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