Risultati alla mano, il Catania di Camplone vale l’attuale settimo posto in classifica. Ternana, Potenza, Reggina e Monopoli stanno davanti ai rossazzurri che proprio al cospetto di tali squadre hanno meritato il ko. Poi c’è il Bari che pare stia emergendo attraverso la cura Vivarini, ed il Catanzaro che nei momenti di difficoltà riesce a tirare fuori qualcosina di più rispetto al Catania. Oggi la formazione dell’Elefante dista sette lunghezze dalla vetta e non è casuale.
Al di là delle numerose defezioni che attanagliano il Catania, in questo momento urge riflettere sul reale valore dell’organico nel suo complesso. In estate si era detto che la rosa allestita dall’A.D. Lo Monaco e dall’allora D.S. Argurio (anche lui tutt’altro che esente da responsabilità) fosse completa in ogni settore, malgrado il budget disponibile inferiore ad altre 4-5 formazioni, e che il mister guidasse una formazione di soli titolari. In realtà si avverte parecchio l’assenza di pedine importanti come Sarno.
Inoltre bisogna fare i conti con l’estromissione sistematica dai convocati di Biagianti e Bucolo, tasselli ulteriori di un centrocampo che presenta lacune in fase di filtro, difficoltà nell’impostazione del gioco (manca una consistente alternativa tattica alle giocate di Lodi), poca corsa e dinamismo. Sempre in mediana, mancano profili di mezzala rispondenti ai nomi di Moscati e Gerbo, graditissimi a Camplone ma che hanno preferito sposare altri progetti.
Dietro, poi, si balla fin dalla trasferta di Avellino. Già al “Partenio” suonarono i primi campanelli d’allarme, anche se molti addetti ai lavori sminuirono – a torto – i tre gol subiti sol perchè il Catania riuscì ad imporsi con sei reti all’attivo. Mbende rappresenta una scommessa che potrebbe anche rivelarsi vincente in prospettiva futura ma, fino a questo momento, non può essere neanche lontanamente paragonato ad Aya, oggi in forza al Pisa in Serie B. Furlan, a difesa dei pali, è stato scelto per rimpiazzare Pisseri ma non riesce ad infondere sicurezza al reparto con continuità nell’arco dei 90′. Sulla corsia di sinistra Pinto sta facendo fatica, prova ne sia che ad Avellino si è preferito adattare nel ruolo il giovane Biondi, volenteroso ma in difficoltà domenica nel secondo tempo.
Per quanto riguarda l’attacco, tutto sommato in zona gol il Catania non dispiace ma anche gli attaccanti sono chiamati a contribuire al mantenimento degli equilibri di squadra sostenendo la fase difensiva. In questo senso manca qualcosa. Sotto il profilo realizzativo, comunque, Di Piazza sta facendo la sua parte e Mazzarani è tornato in Sicilia con un atteggiamento più maturo e responsabile, mentre finora Di Molfetta non ha inciso. Curiale, invece, dà l’impressione di accusare il dualismo con Di Piazza.
Uno scenario poco incoraggiante che preoccupa i tifosi e vien da chiedersi se questa squadra possieda davvero le caratteristiche adatte alla filosofia di calcio di Camplone. Il calciomercato invernale è ancora lontano ma potrà venire in soccorso del Catania, a patto che vengano effettuati i giusti innesti. Per intanto bisogna dare il massimo con questi effettivi, provando a correggere errori e lacune che la squadra continua ad evidenziare con allarmante frequenza.
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