LO MONACO: “Squadra in crisi d’identità. Realizzato un miracolo economico, eppure gli sciacalli parlano di fallimento! Nuovo D.S.? Valutiamo due profili”

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Conferenza stampa di presentazione del tecnico Cristiano Lucarelli, di ritorno al Catania dopo avere lasciato la Sicilia due stagioni addietro. Lungo intervento dell’Amministratore Delegato Pietro Lo Monaco a Torre del Grifo:

“Sicuramente è un ritorno che avviene in un momento abbastanza critico. Un ritorno gradito, ma non possiamo dire di essere contenti perchè quando si cambia un tecnico evidentemente qualcosa non funziona per il verso giusto. La partita con la Vibonese è troppo brutta per essere vera. Non giudicabile. Da parte nostra urgeva cercare di dare una scossa alla squadra, abbiamo inteso farlo con chi ha già avuto modo di fare benissimo qui, sfiorando la B diretta. Siamo malauguratamente usciti dai play off senza perdere, Di conseguenza Lucarelli ci sembrava la soluzione più giusta per potere riprendere il cammino che si è bruscamente interrotto. Anche se il momento non è dei migliori siamo soddisfatti di avere ripreso il discorso di due anni fa. La speranza è che questo discorso possa portare dei frutti, la nostra squadra ha bisogno di uscire dalla situazione di impasse”.

“Appena due mesi addietro il Catania era una squadra capace di sotterrare un’antagonista del campionato e poi improvvisamente si è sciolta come neve al sole. Tra l’altro in casa ha sempre vinto, fuori le ultime gare le ha perse. Ruolino di marcia troppo strano per pensare che abbia dei fondamenti. Ci auguriamo di chiudere un discorso fin qui tracciato e riavviarne un altro nella speranza che le cose possano produrre le soddisfazioni che noi tutti e la piazza meritiamo. Con Lucarelli tornano i collaboratori più fidati del mister, Vanigli e Conticchio. Si ristabilisce quello che è un organigramma che ha già lavorato con successo e profitto a Catania, rientra anche Onorati come preparatore dei portieri”.

“Cosa penso delle polemiche sul mio conto? La storia non può cancellarla nessuno, al di là di tutte le chiacchiere di tifosi, giornalisti, pseudo addetti ai lavori o pseudo informatori sportivi di vari siti e sitarelli. Quando sono tornato al Catania, e non mi stanco mai di dirlo, si pensava di procedere come tante altre piazze… Napoli, Fiorentina, Salernitana, Cesena, Foggia, Bari, adesso Palermo. il Catania non lo ha fatto, cercando di sistemare tutto l’aspetto societario che non può non interessare a nessuno ma, purtroppo, è l’essenza di tutte le cose. il Catania ha cercato di sistemare la propria società, mantenere in piedi la matricola tanto cara alla gente. Secondo me solo un pazzo poteva pensare di riuscire a fare tutto questo. Mi sono rimboccato le maniche e siamo andati avanti. Il disavanzo di bilancio lo abbiamo portato da -15 a -4 milioni. Oggi siamo una società appetibile se dovesse essere oggetto di chissà quale operazione futura. Si è ridato quindi un futuro al Catania. In una categoria dove le entrate sono quelle che sono. Quando io ho sempre parlato delle scadenze, ho aggiunto che ce l’avremmo fatta e così è stato. In tre anni siamo andati avanti portando un progetto tecnico con le nostre disponibilità. Tutti gli sciacalli che non mi sembra abbiano a cuore le sorti del Catania, hanno parlato di fallimento. Questa è incompetenza totale. C’è uno scudo, io vado avanti per cercare di completare l’opera ma sentire quello che sta succedendo fa rabbia. Se io potessi andare a parlare con ognuno di loro e confrontarmi lo farei. Non ho problemi di nessun tipo. Non penso sia corretto che anche chi lavora, dedica tempo, salute e altro sia oggetto di critica da parte di chi non sa niente di calcio”.

“Come si può parlare di fallimento tecnico? Se io domani trovassi un addetto ai lavori che mi garantisce il Catania in B, domani stesso prendo i soldi di tasca mia e lo pago. Purtroppo non esiste al mondo un addetto ai lavori che può garantire le promozioni. Si possono mettere in piedi squadre competitive, come noi, anche altri lo fanno. Gli sciacalli dimenticano che negli ultimi anni, compresi i Play Off, sono stati oltre 150 i punti incamerati arrivando ad un passo dalla B con le nostre disponibilità. Si fa una gran fatica a mantenere in piedi le cose, ma lo abbiamo fatto. Da -15 a -4 milioni è un miracolo in qualsiasi campo economico, perchè il calcio è anche economia. La squadra esiste nella misura in cui esiste la società, un’azienda in piena regola. Tutti criticano, ho visto cose turche. Ultras ospitati sui giornali, testate nazionali che danno spazio a discorsi che lasciano il tempo che trovano. Io alla gente che fa tutte queste manifestazioni, ricordo che all’inizio di questo campionato, dopo avere sfiorato la B, hanno messo l’immagine di un porco ammazzato in campo con un cartello eloquente. Non penso sia corretto che si divertano a fare i cori. Mi piacerebbe che lo facessi io nei loro confronti. Tutti devono passarsi una mano sulla coscienza. Se il Catania è in C, c’è stato un concorso di colpe. Di fatto una società che era florida, ricca, in un grande posizione lo hanno distrutto. E non è stata solo la cattiva gestione di uno. Arriva anche per tante altre situazioni. Ne escono fuori i giudici, che si permettono di parlare di fallimento. Io sono al Calcio Catania per nessun interesse personale, ho anche letto che la proprietà mi dà tre stipendi. E’ vergognoso, ma non mi meraviglio di nulla. Io ho fatto nove anni di Serie A, se avessi ascoltato gli umori della gente il Catania non avrebbe mai avuto alcun successo. Io rispetto i miei tifosi, ma i tifosi facciano i tifosi. La società è società. Ci rimetto tempo, salute seria e altre cose. Lo faccio perchè non potevo fare fallire il Catania, che per me è come un figlio. Il mio sostegno lo darò sempre. Il passo indietro l’ho fatto quando andai via nel 2012 dopo un gesto di ira. Stavolta no. Checchè ne dica gente che ne spara di tutti i colori. Ogni frase viene strumentalizzata”.

“Vengano l’avvocato Rapisarda, Michele Spampinato, i signori della Curva Sud a gestire il Catania. Sono i giudici. Io ho sempre sostenuto di avere rispetto per i tifosi, ma loro devono rispettare e non lo fanno. Non rispettano il Catania. Quando si contesta su ogni cosa, devono spiegarmi quale sia l’obiettivo? Datemi una soluzione. Vengano loro a gestire il Catania. Io sarei pronto anche a farlo se fossi sicuro che loro sistemeranno le cose. Catania è una cosa seria, importante. Ripeto, i risultati tecnici non sono la vittoria a tutti i costi del campionato. Noi siamo stati competitivi in questi anni, sfiorando la B. Adesso siamo partiti malissimo, se oggi discutiamo di un cambio alla guida tecnica significa che i problemi ci sono stati. Però ancora mancano tante partite. Io assisto quasi all’attesa spasmodica che le cose vadano male per potere attaccare a destra e sinistra. Questa gente non deve dimenticare che il Catania dà da mangiare a 250 famiglie. E’ una responsabilità da non dormire la notte. Questo clima si è creato solo per un discorso di sfida. Chi sei tu, chi sono io. Discorso stupido che non ha motivo di esistere. Qua c’è il Catania nella sua interezza ed una tifoseria appassionata, sincera, che vive per il Catania. Io come tifoseria non ho mai inteso solo le Curve. il Catania è tutta la gente, anche chi non va allo stadio. Cerchiamo di fare di tutto per rendere il Catania una società che torni ad arrivare a certi livelli. Ci si rimbocca le maniche andando avanti, a prescindere dalle discussioni che non mi toccano per nulla. Provocano dispiacere però, questo sì. Dispiacere nel constatare tante situazioni. Meno male che non leggo i giornali, se non fosse per il mio responsabile che mi porta le rassegne. Certo, sentire gente che non ha mai contato niente nel calcio parlare di fallimenti sportivi e tecnici, vuol dire che siamo proprio alla canna del gas. Anche contro questo modo di fare ci troviamo a combattere. E allora non posso essere felice ma vado avanti. Toccheranno il Catania solo quando io sarò morto”.

“Nuovo Direttore Sportivo? Argurio ha avuto una proposta importante, migliorativa dal punto di vista della carriera e del proprio futuro. Secondo me anche consona al valore perchè ha dimostrato di esser persona perbene e preparata. Non ci sembrava corretto mettergli i bastoni fra le ruote. Al momento abbiamo un’organizzazione tecnica che è in grado di andare avanti e sopperire a questa mancanza, però stiamo pensando ad un paio di profili per completare l’opera e dare alla squadra un altro tassello che, secondo noi, è abbastanza importante. Un tassello che stia vicino al mister, allo staff, tiene i rapporti con la società, ricerca i giocatori”.

“Quando si è verificato l’inizio dei problemi quest’anno? Tutto è cominciato a Potenza. Una gara persa quando il Catania era col vento in poppa. Quella sconfitta ha fatto sì che si entrasse un pochino in crisi d’identità. Una sconfitta coincidente con tanti infortuni. Noi in quella gara abbiamo perso Sarno, Catania, Saporetti, Esposito. A questi si sono aggiunti strada facendo Di Molfetta, Mbende e gli altri. La squadra ha sopperito vincendo in casa, mentre fuori è entrata un pochino nel pallone. Due trasferte consecutive a Reggio e Terni perse di misura, questo ha contribuito a far sì che la squadra entrasse in una specie di tunnel in trasferta fino ad arrivare alla gara assolutamente ingiudicabile di Vibo Valentia. Se la giocassimo altre dieci volte, sicuramente non finirebbe in quella maniera. Però è successo e abbiamo anche, per l’espressione di gioco fuori casa, toccato il fondo. La squadra davanti a tutte queste situazioni verificatesi ha avuto un momento di sbandamento. Ci auguriamo di ricostruire e ripartire. il campionato dà ancora tante opportunità e noi dobbiamo percorrerle. Tra l’altro si parla già di mercato di gennaio, non mi sembra il caso. Il nostro organico possiede 26 unità se non vado errato, con tanti giocatori di categoria superiore e quindi di valore, riconosciuti da tutti gli addetti ai lavori. Giustamente non si mangia col nome. i risultati li ottieni se corri, contrasti, ci metti una buona cifra agonistica dentro. Il resto lo fanno le capacità tecniche del Catania”.

“Perchè l’esonero di Camplone? Quando un allenatore viene cambiato, succede perchè i risultati sono quelli che sono e la squadra a cui attribuisci un valore si esprime nettamente al di sotto delle sue possibilità. Inoltre vogliamo ripartire e non farci trascinare in una situazione di grande disagio. Solo il Bari ha fatto più di noi in sede di campagna acquisti nel girone C. Il valore di un giocatore che arriva si misura con il curriculum e l’excursus agonistico avuto. Mi sembra che se voi analizzate i calciatori del Catania uno per uno e li confrontate con quelli della Reggina, vi renderete conto che il Catania non ha niente da invidiare agli amaranto. il calcio vive di momenti. Lì hanno una nuova proprietà che ha investito tanto, sta ottenendo qualche risultato sportivo, la gente è tornata sugli spalti e c’è un momento di aggregazione importante. Questo fa parte delle dinamiche del calcio, ma non c’è niente di stratosferico. Quest’anno ci sono 4-5 squadre che puntano alla vittoria diretta e 3-4 che possono battere chiunque. il Potenza al momento è primo e lo sta meritando, gioca bene con soli due gol subiti ed una squadra che possiede una sua specificità. Il Monopoli è un’altra signora squadra che può vincere contro qualsiasi avversario. Idem il Francavilla. E’ un campionato il cui livellamento è indice di indecisione fino alla fine. Perchè tutti possono perdere con chiunque“.

“Tanti gol presi? 15 delle 19 reti in quattro partite. Parliamo di eccezionalità. Mi riferisco ai tre gol dell’Avellino, ai quatto presi a Monopoli quando vincevamo 2-1, la cinquina di domenica. Oppure la sconfitta per 3-2 a Terni con 2 autoreti. Tanti gol ce li siamo fatti praticamente noi stessi. Nelle altre partite c’è stato grande equilibrio. A difesa al completo non mi pare che il Catania abbia dimostrato di essere così scarso. Non si punta abbastanza sui giovani? Noce è un ’99, Distefano un 2000, Biondi ’99. Sono tutti prodotti del nostro settore giovanile, a differenza di altri club che si sono fatti prestare i calciatori dalle giovanili di altri club. Anche questa è programmazione, lavoro. Biondi ha fatto anche delle buone partite, Noce è stato uno dei meno responsabili nel ko di Vibo Valentia. Inoltre ricordo a chi parla di fallimento la cessione di Bogdan al Livorno facendo registrare una plusvalenza importante che è servita al bilancio del Catania. Cito anche i trasferimenti di Floridia al Verona, Milazzo al Torino, Pecorino al Milan, Di Stefano alla Sampdoria. Tre allenatori a libro paga adesso? Raramente mi è capitato di vedere un lavoratore che rinuncia ai suoi emolumenti, ne abbiamo tre a libro paga e li dobbiamo pagare com’è giusto che sia“.

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2 COMMENTI

  1. Direttore… Basta parlare facciamo i fatti.. Anche lei sa che ci vogliono due difenda ori forti.. Se no sarà dura…. Del resto è giusto ricompattarsi e remare tutti nella stessa direzione. I giocatori si diano una svegliata e facciano vita da atleta…. Se sono dei professionisti che lo dimostrino……

  2. Caro Lo Monaco, il fallimento non è solo quello giudiziario legato a fatti economici ma anche quello gestionale e, in questo senso, parlano i cinque anni di serie C che la sua bocca ha regolarmente indicato, per ciascun anno, essere quello della promozione. Fallimento è farsi sfuggire validi giocatori a parametro zero. Fallimento è mettere fuori rosa giocatori bandiera che a suo dire avrebbe condannato definitivamente e avrebbe deferito agli organi federali, facendo poi una retromarcia fuori tempo con bugie che solo la sua bocca sa pronunciare. Fallimento è tenere a libro paga ben tre allenatori a causa della assoluta mancanza di programmazione e, soprattutto, di un minimo di umiltà da parte sua nel riconoscere i suoi macroscopici errori gestionali. Fallimento è non avere un D. S. perché la sua illimitata arroganza le fa pensare che, tanto, c’è lei, onnipotente, onnisciente, col dono dell’ubiquita’ e della profezia. Si faccia da parte, per favore, non intendo ancora enumerare altre sue “qualità e doni fatti al Catania” con la frase pronunciata ..
    e altro…, cos’è questo “altro”?
    Parli con chiarezza, altrimenti alimenta i dubbi e le illazioni sulla sua compartecipazione alla proprietà del club da lei amministrato.
    Il suo dire:”I tifosi facciano i tifosi” che vuol dire che i tifosi debbono sempre e comunque applaudire al suo operato? E perché i giornalisti dovrebbero rinunciare alla libertà do stampa?
    Voglio finire qua altrimenti dovrei rivolgermi ad una casa editrice perché mi consenta di scrivere un libro sulle sue gesta.
    Mi auguro e sarei proprio felice se il Catania ridiventasse IL CATANIA e io fossi smentito su tutti i fronti ma temo che non sarà così.
    Se ne vada, nessuno piangera’ per questo.
    Senza rancore.

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