LUCARELLI: “Coppa Italia importante. Troppa foga nei giocatori, squadra non è libera di testa. In C serve velocità diversa. Pinto tra i più positivi”

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Conferenza stampa fiume di mister Cristiano Lucarelli, alla vigilia di Catania-Sicula Leonzio. Queste le parole del tecnico rossazzurro in Sala Congressi:

“Ero consapevole delle difficoltà che avremmo incontrato domenica contro una squadra forte come il Catanzaro che è stata allenata da Auteri, il quale sappiamo che tradizionalmente fa giocare bene le sue squadre ma a volte concede molto agli avversari. Adesso c’è Grassadonia, un tecnico molto bravo ad organizzare le squadra dal punto di vista tattico sull’avversario. Il coefficiente di difficoltà era elevato. Avremmo dovuto allungare la serie positiva di risultati ma ero perfettamente consapevole che potessimo avere delle caratteristiche difensive che mal si sposassero con quelle degli attaccanti del Catanzaro. Ma sorrido perchè, da quando sono qui, ho visto il miglior impatto mentale sulla partita della mia gestione. Un Catania che ha combattuto, lottato, rintuzzando ogni velleità del Catanzaro che solo una volta ha creato delle condizioni di pericolo nel primo tempo. Se riprendo i vari approcci avuti in precedenza, questo mi sembra il migliore in assoluto. Ero molto più preoccupato con la Leonzio nonostante la vittoria, mi aveva lasciato tanti dubbi. A me perdere brucia, ho perso tante volte nella mia vita sia in campo che fuori ma ho sempre avuto la forza di ripartire e riprendermi ciò che era meglio. Se domani giocassimo col Barcellona e perdiamo, mi girerebbero le scatole allo stesso modo. Però ripeto, se dovevamo migliorare un certo approccio alla partita, delle gare sotto la mia gestione questo è stato il migliore. Se noi fossimo rimasti in 11, nel secondo tempo magari avremmo perso ma anche potuto vincere, chi lo sa. Di certo sarebbe stata una partita diversa in parità numerica“.

“Due anni fa un Catania forte che navigava in grandi acque affrontava un Catanzaro in notevole difficoltà, con il vento contro e la palla che ritornava in mano al nostro portiere. Il Catanzaro forse ci si allena tutti i giorni in quelle condizioni. Per noi era una novità. Nel primo tempo ci siamo trovati in difficoltà da questo punto di vista. Non esiste un allenamento per prepararsi al vento. Io sono certo che i 20-30 metri ce li ha fatti indietreggiare il vento. Mi sono arrabbiato anche per alcuni rinvii di Furlan buttati in tribuna centrale. Ci sono delle letture talmente semplici che a volte rimani meravigliato. Celiento si sgancia, un giocatore lo vede per quattro secondi, lo lascia andare e questo fa gol davanti alla porta. A rivederle sono letture semplici, ma in quel momento, se uno non è tranquillo mentalmente fa tutto di foga. Tanti giocatori non fanno prevalere il pensiero alla foga. Domenica l’impegno c’è stato, hanno dato tutto quello che hanno potuto. Forse non è moltissimo quello che riusciamo a dare al momento, secondo me perchè frenati dalla testa. Noi abbiamo preparato la gara tenendo botta nei primi 45, per poi provare a fare di tutto per andare a vincerla nella ripresa. Alla fine del primo tempo, anche nonostante l’espulsione di Bucolo ho detto ai ragazzi di provare a vincere. Non è scattata quella scintilla mentalmente, poi nel secondo tempo il vento è sparito giocando in condizioni di normalità. Su una squadra come la nostra che alla minima ventata emotivamente va in difficoltà, ci è mancata la forza di prendere il pallino in mano per cercare di vincere. Il Catanzaro ha messo più pressione e convinzione, ci ha messo di là perchè giocare in inferiorità numerica con il Catanzaro non è semplice, loro hanno 30 titolari in rosa. Abbiamo preso due schiaffi in 5 minuti che hanno chiuso di fatto la partita. Io non boccio nessuno domenica. Non avevamo concesso niente al Catanzaro. Secondo me abbiamo disputato i 55 minuti di partita che dovevamo fare“.

“Bucolo lo conosciamo, è un generoso, un altro di quelli che mette tantissima foga per il bene del Catania. In quel momento al 45′ eri già ammonito (primo giallo ingenuo) e non puoi andare col culo a terra in scivolata su un campo del genere, inoltre l’avversario non sarebbe andato oltre. Ha sbagliato in quella azione di gioco, doveva solo accompagnarlo capendo che cercava di sbatterci addosso, come fanno spesso i giocatori del Catanzaro. L’episodio ti ha cambiato la partita. Fermo restando che il fallo decisivo non c’era. Però è talmente stupido che ha indotto l’arbitro a sanzionare l’intervento con il doppio giallo. Mi arrabbio per il terzo gol. Si deve capire che perdere 1-0 non è lo stesso di un 3-0. Ad un certo punto ho avuto la paura di rivivere film già visti. In quel momento l’obiettivo era cercare di non prendere l’ennesima imbarcata che non ci avrebbe aiutato. Sorrido perchè comunque abbiamo gettato le fondamenta per cominciare a proporci in trasferta in una certa maniera. Mi prendo tutte le responsabilità, ma non è che sono mago Merlino, si comincia a fare calcio spettacolo e vinciamo tutte le partite. I problemi ci sono. Si cerca di lavorare sul campo. Abbiamo sostenuto 9-10 allenamenti veri dalla mia gestione, non molti. Dovremo lavorare anche questa settimana sul perchè abbiamo letto male alcune situazioni, soprattutto gli inserimenti. Anche noi dobbiamo riempire l’area di rigore avversaria. il Catanzaro ce lo ha dimostrato perchè ha fatto gol un difensore centrale che si è sganciato in avanti, cosa che noi raramente facciamo. Il secondo gol lo ha fatto un centrocampista che ha accompagnato l’azione su un taglio di Kanoute, che anche questo fatichiamo a fare. Prendiamo spunto dalle idee degli altri, al tempo stesso noi le chiediamo e pretendiamo ma in questo momento la squadra non è sciolta, non è libera. In 9-10 allenamenti non mi sono mai illuso di essere così bravo da potere in poco tempo apportare tutti quei miglioramenti necessari”.

“Il mio è un lavoro che spero sia a medio termine, che prevede questa stagione e la prossima contrattualmente, poi nel calcio le cose possono sempre cambiare, migliorare o peggiorare. Dobbiamo essere realisti, salviamo il salvabile di questa stagione cercando di fare le migliori cose possibili per vedere se riusciamo ad emulare – senza illudere nessuno – il Cosenza. Non so se ci riusciremo anche noi, ma quella è una motivazione. Il calcio insegna che a volte, nella stagione in cui meno te l’aspetti, puoi riuscire a realizzare un’impresa forse perchè ci sono meno pressioni e tutto è guadagnato. Se non riusciremo a centrare l’obiettivo, vorrei utilizzare questi 6 mesi per portarci avanti con il lavoro da fare sul campo, extra campo e nelle scelte coraggiose che vanno sviluppate rischiando anche di prendere le pernacchie. Per fare bene in questo campionato dobbiamo guardare avanti e non indietro, perchè il campo dopo tanti anni dice questo. Io lavoro per cercare di costruire piano piano una mentalità. Che deve portarci a non aver più alibi. Se io mi sveglio alle 3 del mattino e ho dimenticato un’esercitazione, ho bisogno di giocatori che vengano immediatamente sul campo. La mentalità che io voglio arrivare a costruire è questa. Negli anni cambiano giocatori, allenatori ma alcuni problemi restano. Perchè per far funzionare certe cose si è dovuto scendere a compromessi, fare finta di nulla, ingoiare, chiudere occhi ed orecchie per il bene della squadra. Ha portato i risultati? Siamo in Serie B o A? No. Ci vogliono scelte coraggiose. Non guardiamo in faccia a nessuno. Ci sono ragazzi a cui umanamente sono legato ma io non posso più lavorare sul singolo. Nessuno ci ha fatto vincere le partite da solo, ad oggi. Se prendiamo Ibrahimovic, gli metto una squadra a disposizione perchè mi fa 30 gol. Le difficoltà si sono susseguite negli anni perchè si è guardato solo al proprio orticello. Si mette sempre davanti noi stessi, ed a me non sta più bene questo”.

In questo momento abbiamo bisogno di giocare con un uomo in più dietro. Con due attaccanti avversari, schiereremo tre difensori. Con tre attaccanti, opporremo quattro difensori. Le tante assenze fanno sì che non si può cominciare a lavorare completamente guardando a noi stessi. Spegniamo l’avversario per accenderci noi. Devo mettere i miei giocatori nelle condizioni di conoscere l’avversario. Non subirlo, non adattarsi a lui. Ma capire i punti di forza e di debolezza. Non possiamo metterci in un angolo e prendere cazzotti. Catania-Sicula Leonzio? E’ una partita importante, non decisiva. Sappiamo che un’eventuale vittoria della Coppa Italia o arrivo in finale con una squadra che si è già piazzata in zone di vertice in campionato, ci consentirebbe di essere una delle meglio posizionate nel tabellone dei Play Off. Viste le difficoltà di continuità che in questo momento incontriamo in campionato, probabilmente nella singola partita il Catania potrebbe essere una squadra diversa. Considerando che quelle davanti corrono talmente forte, sarà difficile arrivare nelle prime tre posizioni. Tranne che siamo talmente bravi ad invertire la rotta lavorando bene sul campo e sul mercato, ma la Coppa Italia è meno complicata per posizionarsi ai Play Off in una certa maniera. Diventa una chance ulteriore per poter tenere i piedi su due staffe. E’ una partita che cercheremo di fare con la migliore formazione possibile in termini di condizioni psico-fisiche. Abbiamo giocato 36 ore fa in un pantano, con 45 minuti in inferiorità numerica e spendendo tanto dal punto di vista dei ritmi. In questo momento abbiamo molte complicazioni fisiche, in una settimana da gestire in una certa maniera. Martinez è l’unico portiere a disposizione ed è giusto dargli la possibilità di giocare in Coppa Italia per dimostrare che è pronto a darci una mano qualora ci fosse un problema. Dobbiamo fare delle scelte e facilitare il più possibile dal punto di vista tattico la partita. Ci serve tranquillità e lucidità da dedicarla ad occuparci della fase offensiva. Sotto il profilo difensivo cercheremo di andare sui riferimenti e anche per le caratteristiche di chi utilizzeremo domani, probabilmente sarà meglio andare a quattro dietro”.

“Pinto? Viene spesso criticato, ma col Bisceglie non c’era ed abbiamo preso gol. Col Bari giocava un certo Berra, uno dei migliori prodotti delle giovanili dell’Udinese, e mi pare che Pinto lo abbia contenuto benissimo. Contro la Leonzio Pinto era in campo, ribaltando una partita che non mostrava speranze di essere ribaltata. E domenica quando è uscito Pinto abbiamo preso gol. Io ho visto un giocatore che non buttava mai via la palla, a volte anche troppo. Ma si prendeva la responsabilità della giocata. Mi piacerebbe che lo facessero tutti. E’ la personalità dei calciatori, il volere la palla che fa la differenza. Con me e Protti a Livorno gli schemi venivano più facili da sviluppare, diceva Mazzarri. Bisogna sopportare la pressione ed il momento di difficoltà. Non posso fare un appoggio e stare lì, non prendendomi la responsabilità ma scaricandola al compagno. Pinto, quando è andato a farsi curare, sembrava Pippo Franco col naso tutto storto. Lui mi ha detto che sarebbe stato disposto a finire la gara col naso rotto. Io gli ho detto che non mi interessava facesse l’eroe, ma è stato un messaggio bello. Pinto viene spesso criticato ma per me è tra i più positivi, sono impressioni personali. Un giocatore che in un momento di difficoltà non butta via la palla non è da sottovalutare”.

“Negli anni avete assistito anche voi a delle situazioni accadute. Che riguardavano le stesse persone o un determinato blocco di persone. Io lancio dei messaggi spesso e volentieri per mandarli a certi giocatori. Per stimolarli, per solleticargli l’orgoglio. Perchè in questo momento c’è bisogno di un elettro-shock. Ma domenica la squadra ha lottato, probabilmente non è riuscita a giocare bene ma nessuno ha tolto la gamba, non ha preso le gomitate in faccia. Ho visto uno spirito diverso. Era la mia prima trasferta. Ho visto un approccio più da categoria rispetto al derby con la Leonzio. E’ una rondine, bisogna vedere se farà primavera ma io ho visto mettere in difficoltà una squadra che forse ha più certezze di noi. Nessuno domenica si è sottratto, anche i neo entrati hanno dato quello che potevano dare. Lavoro sulla testa e lo stomaco dei giocatori, li sollecito. Ci sono degli atteggiamenti, delle forme di egoismo che negli anni non hanno portato a niente. E’ il mio pensiero. Devo fare 7-8 partite da qui a dicembre. Ci servono tutti. E Tutti hanno la loro chance. Llama l’ho messo dentro e quando li metto dentro i calciatori devono farsi trovare pronti. I giocatori sono pagati per allenarsi. Se danno le sufficienti garanzie all’allenatore, vengono scelti nell’undici di partenza o durante la partita per dare il loro contributo. Il calciatore deve pensare che viene pagato per allenarsi bene e far sì che quando chiamato in causa si fa trovare pronto, non importa quanti minuti giochi. Situazioni di prime donne ed egoismi non vanno bene. Quando si va in campo, si dimostra di avere senso di appartenenza, voglia di lottare e spaccarsi le gambe nei contrasti. Ci serve la spada. Domenica saremo stanchi e anche contro una forte Casertana avremo bisogno di giocatori che usano la spada. Al momento non si può chiedere tanto altro. Da qui al 22 dicembre dovremo limitare i danni o fare il meglio possibile”. 

“Quando i risultati non vengono, i 3-4 argomenti che solitamente si commentano sono il fatto che non ci sia gruppo, che si sia sbagliata la preparazione, che la squadra non corra, che l’avversario arrivi prima di noi… io penso sempre che quello che domina è la testa. Per determinati giocatori magari un’esperienza come quella di Catania è formativa ma difficile, pesante perchè giocare per il Catania non è come per il Rende, con tutto il rispetto. Perchè ti porti dentro delle pressioni notevoli. Ci può essere quel giocatore che si logora dopo tre mesi, quell’altro dopo 4 anni soprattutto se non arrivano i risultati attesi dalla piazza. E poi, io ad un’atleta di 35/38 anni posso chiedere che sia lo stesso di 5-9 anni prima? Non è possibile perchè il tempo passa per tutti. Dal punto di vista fisico-atletico questa categoria è difficile perchè affronti gente che macina chilometri e ad alta velocità. In C devi andare ad una velocità diversa. A me piacciono le squadre di gamba, di passo perchè rappresenta un vantaggio questo. Se io porto una Ferrari di F1 a fare rally, alla prima buca la macchina si rompe. Se il motore Ferrari lo monti in una Ritmo o Lancia Delta, cambia la struttura per fare rally ed è diverso. Bisogna modificare la carrozzeria. Quando rientra Sarno? Non conosco la tempistica. So che ci sono state delle complicanze nella situazione operatoria e post, quindi si è perso più tempo. Curiale? Domani è uno degli indiziati che giochi lì davanti. Noi in questo momento abbiamo bisogno di tutti da qui al 22 dicembre. Finchè il giocatore c’è, deve avere la stessa considerazione e fiducia degli altri. Per lui è un’altra possibilità da sfruttare. Altrimenti andrò io stesso da Davis e, se da qui al 22 dicembre non sarà riuscito a dare segnali importanti, a dirgli di valutare altre situazioni non riuscendo ad esprimersi come prima. Ma finchè c’è, devo metterlo nelle condizioni di sentire la mia fiducia”. 

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