ESCLUSIVA – Sorrentino: “Derby, scommessa a base di sushi con mio figlio. Ovviamente io tifo Catania. E’ l’anno zero per i rossazzurri”

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Roberto Sorrentino

Ha superato le 160 presenze con la maglia del Catania, contraddistinguendosi tra i migliori portieri rossazzurri della storia. Roberto Sorrentino ha rappresentato con orgoglio, amore e professionalità la città di Catania ed è consapevole delll’importanza del derby di Sicilia per eccellenza. Sorrentino è intervenuto ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com soffermandosi proprio sulla gara di lunedì sera a Palermo, ma non solo.

Roberto, ai tuoi tempi come vivevi i giorni d’avvicinamento al derby?
“Poche volte, forse nessuna, siamo stati sconfitti dal Palermo nel mio periodo in rossazzurro. Ma capitò anche di uscire dal campo con l’amaro in bocca per un pareggio, in occasione di un Catania 3-3 Palermo perchè vincevamo 3-1 sotto il diluvio e, nei minuti finali, i rosanero riuscirono a pareggiare. Bravi loro, stupidi noi. Mi arrivò una pietra dalla tribuna ma questo non m’impedì di giocare. Sono partite che la tifoseria aspetta tutto l’anno. Capitava che qualcuno in squadra dicesse «non ce ne frega niente del campionato, l’importante è battere il Palermo perchè vale una stagione intera». In realtà per noi calciatori, alla fine, era una gara come le altre ma un pò più sentita per il calore dei tifosi. Eravamo dei professionisti e quindi, derby o non derby, la partita la dovevamo giocare al meglio, anche se per le rispettive tifoserie valeva tanto. In qualsiasi momento i tifosi ce lo ricordavano. Ovunque andassimo, anche uscendo con mogli e famiglie, ci dicevano «oh, mi raccomando. Domenica c’è il derby». C’era tantissima voglia di emergere nel derby. Vincendo si poteva stare tranquilli tutto l’anno (ride, ndr)”.

Derby che torna a distanza di sette anni.
“E’ bello che due piazze così importanti si ritrovino. Sappiamo i problemi che ha avuto il Palermo ed è riuscito a risalire, ma il rammarico è vedere ancora in C il Catania. Meno male perchè sappiamo che il rischio di perdere la matricola in estate era concreto, quindi godiamoci questo derby anche se è un peccato vederlo in Serie C. Sicuramente è un derby che, giocato in categorie superiori, ha un altro sapore. Ma al di là della categoria e dell’assenza di pubblico sugli spalti è una partita che conta sempre. C’è rivalità sportiva, conta la prestazione che la propria squadra riesce ad offrire contro gli acerrimi rivali”. 

Chi vincerà il derby avrà uno slancio emotivo importantissimo in questa fase della stagione?
“Sicuramente. Tralasciando la categoria e le problematiche incontrate dalle rispettive squadre negli ultimi anni, si rinnova un appuntamento importante, il cosiddetto predominio territoriale. Te ne accorgi anche dai commenti che si leggono sui social, come i classici «in Sicilia esiste una sola squadra». Leggiamo anche questa voglia di prendersi in giro che io spero sempre si limiti ad un sano sfottò calcistico. Ai miei tempi ci sono state occasioni dove giocatori di Catania e Palermo ogni tanto s’incontravano e andavano a cena insieme. Il calcio specialmente al Sud viene vissuto anche un pò troppo seriamente. E’ bello tifare per le proprie squadre, gioire nelle vittorie. Se si perde, purtroppo, come si dice dalle mie parti mangi il limone, stringi i denti e pensi alla partita successiva. Ovviamente da ex capitano del Catania spero vinca il Catania perchè quei colori me li sento addosso. La gente sa l’amore che conservo e vedo ricambiato ancora dopo 35 anni in modo abissale. Da vecchio capitano mi auguro che sia una gran bella partita e possa rilanciare i rossazzurri”.

Possiamo dire che questo sarà un derby in famiglia per te con il figlio Stefano…
“Mio figlio tiferà per il Palermo, è chiaro. Giusto così. Lui è stato capitano del Palermo ed è amato ancora oggi dalla piazza. Viene ricordato con grande affetto essendo uno dei capitani più importanti della storia rosanero. Certamente sarà un derby in famiglia per noi. Abbiamo fatto una scommessa a base di sushi. Se vince il Catania, io non pago la cena. Viceversa toccherebbe a me in caso di vittoria del Palermo. Col pareggio la scommessa non vale, ma stavolta sono certo che non sarò io a pagare”.

A proposito di Stefano Sorrentino, prima di andare a Palermo si è mai presentata la possibilità di seguire le orme del padre a Catania?
“La carriera di mio figlio dice che, dopo le esperienze all’AEK Atene ed al Recreativo Huelva, si è trasferito al Palermo via Chievo Verona. Il Catania non lo ha mai richiesto. Su qualche sito si parlava del figlio di Sorrentino che rifiutò il Catania, ma posso certificare che ciò non è mai accaduto semplicemente perchè non giunse mai una richiesta dal Catania. Io ho avuto la fortuna di vincere due campionati nella sponda rossazzurra della Sicilia, Palermo è una piazza altrettanto calda e Stefano ha conseguito risultati importanti come me. Lui difende il Palermo come io difendo il Catania, tutto nella norma”.

Ancora oggi mantieni il sogno di tornare sotto l’Etna?
“Personalmente ho sempre sognato di tornare a Catania, al di là del ruolo da ricoprire. L’ho ribadito spesso ai vostri microfoni. Speravo con il cambio di società che questo potesse accadere, purtroppo la chiamata non è arrivata neanche stavolta ma sono contento lo stesso perchè questo gruppo di persone ha fatto un grosso sacrificio salvando la matricola e li ringrazio. C’è una trattativa con Tacopina, mi auguro che vada a buon fine. Chissà che non si ricordi lui di Roberto Sorrentino. Sarebbe un onore per me”.

Catania e Palermo sono già pronte per il salto di qualità?
“Parliamo di due società potenzialmente in grado di ambire a palcoscenici più importanti. Sarà un anno in cui, per il Catania, mi auguro si torni ad essere società nel senso autentico del termine. Gettando le basi per un campionato importante attraverso un’attenta programmazione. Vincere è sempre difficile, quest’anno il migliore acquisto rossazzurro è rappresentato da Mister Raffaele, un ottimo allenatore. Il Catania navigherà nei piani alti della classifica, sperando magari in questi Play Off che sono sempre un jolly. Quest’anno per il Catania lo considererei l’anno zero, anche perchè l’Elefante ha rischiato seriamente di uscire di scena. Già la salvezza della matricola rappresenta l’equivalente di una vittoria del campionato. La squadra c’è sempre stata, avendo allestito la dirigenza negli anni un organico composto da un gruppo di giocatori importanti in un ambiente non facile. Se parti male la critica ti massacra, ci si aspetta giustamente sempre lo squadrone ma adesso conta soprattutto la salvezza della matricola. L’anno prossimo, se non questo, partendo dall’inizio senza le incertezze societarie che ci hanno tormentato per tutta l’estate, direi che poi si potrà puntare decisamente in alto. Diventa difficile per una nuova società, soprattutto in un campionato così complesso, fare bene da subito ma è possibile gettare le basi per poter vincere magari l’anno successivo se non sarà possibile adesso”.

A conclusione della piacevole chiacchierata, Sorrentino aggiunge: “Mando un saluto sincero ed affettuoso ai tifosi del Catania, mi raccomando non lo dimenticare. Grazie. E scrivi che io aspetto sempre una chiamata dal Catania…”. Sorrentino ci spera ancora, in ogni caso il suo amore per i colori rossazzurri è e resterà sempre immutato.

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