VERSO PALERMO – CATANIA: finalmente derby, rossazzurri chiamati ad una grande prova

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Più di sette anni trascorsi dall’ultima sfida giocata, otto da quella più recente avuta luogo in terra palermitana. Il Catania si rituffa nel derby con la voglia di dare il massimo e riscattare le uscite contro Ternana e Bari, pesanti nel passivo e nel numero di gol incassati. Va ripreso lo spirito che ha contraddistinto le prime domeniche di campionato per venire a capo della questione. Per far ciò sarà necessario aggrapparsi a quella concretezza e solidità difensiva che hanno consentito di inanellare quattro risultati utili consecutivi (un pari e tre vittorie), dando slancio ad una partenza un po’ in sordina per una società ricostruita dalle fondamenta.

Il dimezzamento della penalizzazione è stata la lieta novella della settimana d’avvicinamento alla sfida più attesa, che arriva in un periodo storico complesso e interlocutorio per le due principali compagini isolane. Dal 2013 in poi è stata una rapida discesa verso gli “Inferi” del calcio nazionale, tra disfatte societarie e sportive che hanno di fatto tolto dai grandi palcoscenici Catania e Palermo. L’attualità si chiama Girone C di Serie C, il campionato più difficile d’Europa per l’esasperante carica agonistica che lo caratterizza. A maggior ragione servirà una squadra decisa a non tirare indietro la gamba nella preannunciata partita a scacchi tra Raffaele e Boscaglia, due tra le migliori espressioni tecniche del calcio siciliano pronte a confrontarsi su idee, uomini e schemi nel più classico gioco delle parti.

La distanza fisica non ha impedito ai tifosi di restare vicini ai giocatori tramite messaggi social e striscioni affissi fuori da Torre del Grifo. Poco importa se sul campo non si vedrà la genialità di Mascara, la potenza di Cipriani, le geometrie di Lodi o l’eleganza di Oliveira. Battersi con ardore sul rettangolo di gioco e dare lustro ai colori rossazzurri è l’unica cosa che conta nella partita in cui c’è in palio la leadership calcistica regionale. L’assenza di pubblico sugli spalti è un pugno allo stomaco, ma il momento impone cautela e buon senso a tutti. Che il calcio possa essere utile in questa fase per alleviare i turbamenti di un periodo tra i più cupi della storia dell’umanità.

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