ESCLUSIVA – Di Rocco: “Catania, conta la mano dell’allenatore. Guerini e Pellegrino le persone giuste. Battere la Cavese fondamentale”

0
1130
Giovanni Di Rocco

Tanta esperienza maturata sui campi di Serie A, B e C. Tra le casacche indossate spicca quella del Catania nella stagione 2000/01, culminata con la sfortunata finale Play Off di Messina, ma l’ex difensore Giovanni Di Rocco ha anche militato nella Cavese, prossimo avversario dei rossazzurri in campionato.

Lo abbiamo contattato telefonicamente, in vista del confronto tra le due squadre:

Gianni, parliamo di Catania-Cavese con particolare riferimento ai colori rossazzurri. 
“Innanzitutto diciamo subito che ricordo un 5-0 due anni fa, un 4-0 lo scorso anno. Mi auguro che anche stavolta l’intervista porti bene al Catania, visto il forte legame con la città avendo vissuto dei mesi intensi alle pendici dell’Etna. I campani sono in difficoltà e questo mi dispiace perchè sono stato anche un ex aquilotto, con loro mi salvai all’ultima giornata. Ma Catania è qualcosa che porto dentro. L’ho sempre avvicinata alla ‘mia’ Napoli nel bene e nel male. Ci accomunano tante di quelle cose, non potevo non amare una città che mi è rimasta nel cuore. Conservo dei ricordi che definire fantastici è anche banale e poco indicativo, ma credimi unici. Unici davvero”. 

Hai seguito le vicende societarie del Catania in questi lunghi mesi?
“Il Catania ha provato più volte ad allestire organici all’altezza per ottenere la promozione in B. Quando alle spalle non si ha una struttura adeguata puoi avere difficoltà. Il Catania ha corso seriamente il rischio di fallire. Adesso vedo che la società è appetibile. Si stanno ponendo le basi per un rilancio della piazza. Spero che chi abbia a cuore le cose belle del calcio possa investire tanto quanto merita una realtà importante come questa per calore, prestigio e mille altre situazioni”.

Quest’anno il Catania può recitare fino in fondo un ruolo importante in campionato?
“Il girone meridionale è sempre difficile, ma quest’anno è veramente infernale. La Ternana sta andando a mille, disputando un campionato fuori dal comune. E’ una corazzata come il Bari. Ci sono piazze importantissime, la concorrenza è enorme. Programmare nella maniera giusta individuando i dirigenti, i giocatori, le strutture e i tecnici giusti è indispensabile. Servono tanti ingredienti. Comunque il Catania mi pare si stia avviando verso la direzione corretta. Il campionato è ancora lungo e c’è sempre l’incognita Covid con la quale bisogna convivere e l’accorrenza fare di necessità virtù. Speriamo che il campionato torni ad avere un tocco di normalità al più presto”. 

Dieci punti raccolti nelle ultime cinque partite, il Catania ha ingranato la marcia giusta?
“Ha battuto 3-0 il Bisceglie, prima ancora è andato a vincere ad Avellino, campo difficilissimo contro una squadra che ambisce a tornare ai fasti di un tempo. E’ un periodo favorevole ai colori rossazzurri. E adesso c’è Catania-Cavese, la terza vittoria consecutiva sarebbe fondamentale per aumentare la propria autostima”.

Che ricordi hai di Guerini e Pellegrino? 
“Per loro parla la competenza, veramente eccelsa. Le prospettive sono sicuramente più rosee per il Catania con persone che conoscono a fondo la città. Il Catania non poteva operare scelta migliore puntando su di loro, due persone importantissime. Una in special modo per me, Guerini che fece in modo che io potessi giocare a Catania. Diede il suo parere positivo per il mio acquisto. Ebbi l’onore di far parte di quella squadra che per me resterà sempre un ricordo indelebile. Facemmo una cavalcata incredibile. Fa piacere sapere che Pellegrino ed il Mister Guerini – io lo chiamerò sempre Mister – siano tornati a Catania. Pellegrino è un brava persona e competente in materia, il Catania è in buone mani. Amano la città e questo può essere un biglietto da visita importante per chi sa come gestire la situazione in una categoria complicata come la C”.

Torniamo su Catania-Cavese, in cosa i rossazzurri dovranno prestare particolare attenzione?
“A volte se uno vede la classifica a livello inconscio può sottovalutare l’impegno. Magari nelle ultime giornate hai dovuto sostenere uno sforzo enorme, poi vedi il calendario, incontri l’ultima della classe e pensi sia facile. Può essere questa l’insidia più grande. L’allenatore sicuramente avrà preparato la gara nel migliore dei modi. Guerini e Pellegrino possono aiutare la squadra a mantenere alta la soglia di attenzione per una gara che permetterebbe un ulteriore passo avanti in classifica, andando anche oltre le varie defezioni che attanagliano il Catania”.

Chi ce l’ha il peso psicologico maggiore?
“Anche Cava è una città molto passionale. I gocatori della Cavese saranno sicuramente motivati e smaniosi di effettuare un cambio di direzione, incontrano un Catania con assenze importanti ma ugualmente molto difficile da affrontare. Gli aquilotti assicureranno il massimo impegno. Capitava anche a me quando incontravo squadre più titolate di mettere in campo quel qualcosa in più per sopperire alle carenze tecniche. A volte andava bene, a volte no. Il Catania però ha tutte le carte in regola per vincere”.

E’ anche vero che l’appetito vien mangiando…  
“Vincere aiuta a vincere. Acquisti padronanza, sicurezza e autostima che ti permettono di lottare con tutti. Il lavoro quotidiano alla lunga paga. E conta la mano del tecnico. Deve avere una dote di credibilità enorme per ciò che espone e come le espone. L’allenatore deve lavorare molto dal punto di vista psicologico. Oggi allenare è abbastanza complicato ma avere un rapporto ottimo tra giocatori e tecnico rappresenta un ingrediente necessario. Ai tempi della mia esperienza al Catania, Guerini fu capace di unire il gruppo. Noi eravamo anche in tanti, star fuori non era semplice. Coinvolgere tutta la rosa in un progetto è complicato perchè c’è chi gioca 30 partite, chi 20, chi 10 o 5, altri che magari entrano a 5′ dalla fine. Lì sta la bravura del tecnico nel coinvolgere coloro i quali sono meno impiegati che però all’occorrenza risultano determinanti. Noi avevamo questo grande spirito di gruppo, chi giocava aiutava chi non giocava e viceversa. Merito anche dello staff tecnico e della dirigenza. Avevamo un Presidente come Riccardo Gaucci, sempre presente”.

A proposito di Catania, impossibile non sfogliare l’album dei ricordi pensando a quella finale Play Off con il Messina…
“A Catania, nel match d’andata, disputammo una gara esemplare. Il Messina all’epoca aveva il suo Maradona, Enrico Buonocore, che fu totalmente oscurato dall’ottima prestazione di tutta la squadra al Cibali. Avremmo meritato di vincere anche con un risultato più ampio e invece pareggiammo per un piccolo errore. Al ritorno subimmo un’ingiustizia sul rigore ed una grande parata del loro portiere non ci permise di farci disputare i tempi supplementari. Non fummo fortunati. E’ vero, il Messina era stato in testa per tante giornate, però per quello che abbiamo fatto nel girone di ritorno il Catania meritava ampiamente qualcosina in più, ma il campo parlò diversamente. Per fortuna l’anno successivo il Catania si riprese quello che ci fu tolto. Ed io, che non facevo più parte della squadra, ho gioio insieme a voi alla notizia”. 

***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***