PAGLIARA: “Non ho dubbi sull’iscrizione del Catania, ma non può essere una corsa ad ostacoli continua. Servono programmi a lunga scadenza”

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Il dottor Fabio Pagliara analizza la delicata situazione societaria del Catania intervenendo nel corso della trasmissione televisiva Corner, su Telecolor. Queste le parole evidenziate:

“Siamo in una situazione simile a quella dello scorso anno, questo mi dispiace. Va evitato in prospettiva il dovere sempre pensare che il miracolo sia iscriversi, portare la documentazione alla Covisoc o riuscire a fare la squadra. Questo dovrebbe rientrare nella normalità di una società. Seguo con molta apprensione quello che sta accadendo. Ma ci sono degli aspetti diversi. Il primo è di clima. L’anno scorso c’era grande preoccupazione ma anche unità da parte della città e di tutto l’ambiente, grande voglia di salvare la matricola, maggiore positività di adesso. C’è anche chi in questo momento ha la responsabilità in regia e sta tranquillizzando tutti, non mettendo in dubbio l’iscrizione e la salvezza della matricola. La terza problematica è relativa al fatto che sono stati fatti una serie di passi avanti nell’ambito della situazione debitoria rispetto alla scorsa estate grazie alla generosità della Sigi ma non c’è ancora una programmazione che dia sicurezza. Il rapporto con Tacopina non è andato a buon fine, io ero convinto che l’affare si sarebbe chiuso e sono rimasto stupito. Credo fortemente che i soci della Sigi abbiano fatto l’operazione di salvataggio per puro amore della città in quel momento. Se poi durante il percorso si è pensato che arrivando Tacopina si potesse rientrare nell’nvestimento non lo so, ma non ho dubbi che per il 99% sia prevalso il cuore. Oltre al cuore però serve altro. Ricominciare da zero con soluzioni-tampone non è positivo per i tifosi e la stessa società. Credo che ci sia stata una eccessiva spettacolarizzazione della trattativa con Tacopina. E’ diventata uno show e questo non va mai bene. Il fattore tempo, inoltre, non è stato considerato nel modo giusto, rappresentando il granello di sabbia che ha rovinato un pò tutto. Si è sottovalutato, convinti che la cosa si sarebbe sistemata. E poi senza una rinegoziazione del debito si fa fatica a dare certezze. Qualsiasi investitore in questa fase vorrà avere la certezza che la squadra venga iscritta, evitando di investire nel buio. Ho sentito anche l’ipotesi di crowdfunding ma sono operazioni che non possono avvenire in un mese. La Sigi deve fare un programma necessariamente a lunga scadenza e che preveda l’ingresso di nuovi soci o azionisti. Magari nel giro di pochi giorni vedrei possibili soluzioni interne a livello di sponsor, ma un ingresso in società senza certezze lo vedrei complicato fino a quando non ci sarà l’iscrizione al campionato”.

“Avevo in mente un’idea ed un modello di società basato sull’azionariato diffuso che non vuol dire anarchia tra chi gestisce la società. Pensavo ad una serie di attività di marketing e ad una disposizione della società di un certo tipo. Io vivo mettendoci la faccia e pensavo che non si stesse intraprendendo la strada giusta per il Catania. Serve un progetto, non c’è soltanto il salvatore. Non parlavamo la stessa lingua, se non quella di chi ha fatto un gesto di soldarietà straordinaria e continua a farlo in favore del Catania. Avere la memoria storica e la riconoscenza credo sia un atto dovuto, ma aggiungo con la stessa chiarezza che poi le cose si devono continuare a fare. Mi fido e conosco la correttezza di Ferraù, non ci sono dubbi sul fatto che la squadra sia iscritta e dobbiamo essere contenti di questo. Ma non possiamo fare un continuo salto ad ostacoli. E’ necessario assolutamente che entrino nuovi azionisti o soci. Se scegliamo tutti di puntare sul mantenimento della matricola perchè è la nostra vita, dobbiamo purtroppo capire di avere il fardello molto pesante dei debiti. Bisogna essere seri nei confronti di chi ha scelto di salvare la matricola attraverso un’operazione non imprenditoriale ma di cuore. Serve un ragionamento a lungo termine. Rendere appetibile una società con 50 milioni di debiti è frutto di un lavoro. Occorrono programmi seri, persone estremamente competenti che abbiano capacità di visione in un momento così delicato. Nel post-Covid si apriranno strade per chi avrà innovazione e visione. La piazza di Catania, Torre del Grifo e altro rimangono condizioni potenzialmente interessantissime, per superare il fardello dei debiti serve un progetto di sviluppo che renda davvero appetibile il Catania. Faccio un piccolo appello ai tifosi. E’ il momento di concentrarsi sul futuro. Non serve a niente parlare di quello che è successo. Si deve fare gruppo come l’anno scorso e riprendere la concentrazione da oggi ai prossimi tre anni. Se ripensiamo agli errori commessi credo che partiamo col piede sbagliato“.

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